Questo Post nasce dalla visione di un TEDx su YouTube che mi ha fornito lo spunto per esporre il mio pensiero terapeutico che cerco di far conoscere attraverso il mio blog da più di 5 anni ormai e che è contenuto anche nel mio libro ‘Alice nel paese delle miserie’.
Ecco il link al video (dura 16 minuti). https://youtu.be/mUwK2Kpkd5Q
Ti consiglio, poi fai come vuoi, di vedere prima il video poi leggere il mio post.
Hai visto il video? Discorso che non fa una piega dal punto di vista ideale quello della Bush. Nella realtà ci sta tutta la difficoltà che ognuno di noi trova nel renderlo effettivo.
La psicoterapia lavora sul cercare di comprendere questo scarto ideale-reale e aiutare il più possibile la persona alla vita che veramente vuole.
La psicoterapia aiuta a comprendere il senso delle nostre scelte quotidiane, come di quelle storiche che hanno svoltato in senso positivo o negativamente la nostra vita, come di quelle più antiche, quasi sempre implicite, prese senza consapevolezza cosciente, ma con intuizione e intenzione inconscia che quella fosse la scelta migliore per stare al mondo. Le scelte antiche sono quelle prese da bambini, con la mente infantile rudimentale (e consolidate poi negli anni) nel contesto della vita in cui cresciamo, la vita che a un bambino capita e non sceglie: i genitori, ciò che sono, come si comportano, i valori che propongono esplicitamente o indirettamente; le esperienze che ci capitano, situazioni traumatiche che possiamo aver dovuto, senza volere ovviamente, affrontare perché ci sono capitate. In questo contesto dei primi anni di vita, solitamente i primi 5 o 10 o 15 sono fondamentali, facciamo queste ‘scelte precoci strategiche’ ovvero volte sostanzialmente ad ottenere Amore e Stima che da piccoli sono importanti come l’ossigeno. Facciamo queste scelte perché la nostra mente e quindi le nostre scelte sono molto più dipendenti dalla mente e dalle scelte altrui. Intorno ai 14 o 15 anni la nostra mente comincia ad essere più ‘autonoma’.
Allora ecco l’ideale. È una sintesi rivisitata del discorso di Alice Bush, integrato con mie considerazioni.
Questo il punto di partenza: per essere veramente felice e per aiutare gli altri ad essere veramente felici NON COMPIACERE LE ASPETTATIVE ALTRUI. Se compiaci gli altri ti allontani dalla vita che veramente vuoi. Annulli di fatto te stesso e finisci per deludere tutti, te per primo perché compiacere è una scelta che ti fa rinunciare a tanto altro, perché comunque ogni scelta non è perfetta e quindi c’è sempre un costo emotivo da pagare. Qual è il costo emotivo che sei disposto a pagare facendo le tue scelte? Ecco 3 esempi.
1. Non scegliere la LAUREA o il LAVORO cercando di compiacere le aspettative altrui, cercando di conseguire gli obiettivi altrui che credi erroneamente siano i tuoi, magari per dimostrare di essere una persona che vale e che ‘merita’ di essere amata per questo (si chiama amore condizionato… ed è sempre tossico).
2. Non scegliere come stare in una RELAZIONE compiacendo le aspettative altrui nell’idea evidentemente malsana che così sarete felici, se ciò che fai non è veramente ciò che vuoi, prima o poi rabbia, risentimento e delusione reciproca mineranno in maniera importante la relazione che finirà (e sarebbe meglio) o continuerà in maniera malsana e piena di sofferenza reciproca; sarebbe un’altra versione di tossico ‘amore condizionato’. Sto con te se sono come tu mi vuoi o stai con me ma devi essere come io ti voglio o versioni simili.
3. Non ti sacrificare per i bisogni altrui, ANCHE QUANDO GLI ALTRI SONO I FIGLI, con l’idea evidentemente fallimentare che l’altruismo equivalga all’auto-sacrificio, scambiato erroneamente per amore. Qual è la tua idea di buon genitore? Quello che per amore dei figli si annulla per loro? Quella di ‘trascurare se stessi sempre e comunque’ (i propri bisogni e i propri valori) per ‘curare’ il benessere dei figli, a prescindere da ogni altra cosa? Prima o poi saliranno delusione, fatica insopportabile, risentimento, perdita di pazienza che mineranno, oltre che il proprio benessere personale, la relazione coi figli, che non è proprio l’obiettivo di amore e cura che abbiamo verso di loro. Alla fine finisci per sentirti lontano dal genitore che vorresti essere. E certo non l’esempio che vorresti essere per i tuoi figli.
Queste tre storie diverse tra loro (lavoro, relazione affettiva, genitorialità) hanno in comune che sono, più o meno consapevolmente, guidate dal senso del dovere e dal senso di colpa e che finiscono per creare sofferenza per tutti, per sé e per le persone più vicine, care e che amiamo.
Finiamo dunque per vivere una vita in base alle aspettative e ai bisogni altrui.
In realtà, questo la Bush lo lascia intendere implicitamente, soddisfare i bisogni altrui risponde inconsciamente al nostro bisogno profondo di Amore e Stima che ci porta erroneamente all’AMORE CONDIZIONATO: “mi sento amato e stimato se e solo se… soddisfo i bisogni degli altri”. E finiamo dunque per vivere una vita lontana dalla Vita che Veramente Vogliamo.
La nostra società, ma non è così in tutte le culture e le parti del mondo, da sempre ci racconta, per i motivi più svariati che sarebbe qui troppo lungo indagare, che per essere felici dobbiamo soddisfare i bisogni e le aspettative altrui. Senso del dovere e suo fratello il senso di colpa a ricordarcelo in tutti i modi e in tutti i luoghi. Ma, tanto per fare un esempio concreto, sull’aereo in caso di pericolo, ci dicono prima indossa la maschera per avere il tuo ossigeno per poter essere veramente d’aiuto agli altri. E il grande Fritz Perls ci ha donato questa perla a ricordarci qualcosa del genere e di fondamentale: “io sono io e tu sei tu, io non sto al mondo per soddisfare le tue aspettative e tu non stai al mondo per soddisfare le mie, se ci incontriamo può essere molto bello, altrimenti ognuno per la sua strada”.
In sintesi: ogni scelta implica una rinuncia. Conosci la tua rinuncia? Facendo la tua scelta scegli di prenderti cura di alcuni tuoi bisogni e ne trascuri altri. Conosci ciò che stai trascurando?
Inizia veramente a prenderti cura di te iniziando prima di tutto a comprendere quella che noi possiamo chiamare con un acronimo o sigla VVV, la Vita che Veramente Vuoi. La Bush la chiama “una vita dalla quale non vogliamo scappare ogni due minuti. Una vita un cui vogliamo essere presenti e protagonisti per noi stessi e per gli altri”. Per essere veramente presenti e di aiuto agli altri dobbiamo prima necessariamente essere noi soddisfatti piuttosto che tristi ed esausti, senza energie e risentiti. “Avere il coraggio di piacere a se stessi prima che agli altri, avere il coraggio di mostrarsi per come si è”. Avere una vita che veramente scegliamo noi per creare spazio, forza ed energia per esserci per gli altri veramente ed efficacemente quando gli altri hanno bisogno di noi.
La VVV è fatta di tre ingredienti fondamentali secondo la Bush e idealmente anche secondo me. La vita in cui vogliamo stare:
1. TROVA I TUOI VALORI (distinguendoli dai tuoi obiettivi). I valori sono mete ideali verso cui tendere, gli obiettivi sono traguardi da raggiungere. Cosa è veramente importante per me? I valori forniscono la base solida in cui sentirti radicato e quando vivi momenti difficili e sembri perdere il controllo ti aiutano a prendere le decisioni giuste per te, sentendoti allineato con la persona che vuoi essere, orientata da quei valori. I valori sono potenzialmente infiniti, quelli fondamentali probabilmente sono circa 5 per ciascuno di noi.
2. ASCOLTA I TUOI BISOGNI (salute, affetti, soddisfazione lavorativa, come tre aree primarie). È fondamentale trovare il coraggio e creare tempo e spazio per riuscire a soddisfare i nostri bisogni.
3. IMPARA A DIRE NO. Parolina semplice da dire in teoria. In pratica difficilissima perché ci mette di fronte alle nostre paure più profonde, le solite di origine antichissima, di sentirci giudicati, di deludere, di essere rifiutati, abbandonati, di non ricevere insomma Amore e Stima. Paura di sentirci persone Non amabili e Prive di valore.
Allora prendersi cura di sé vuol dire sostanzialmente prendersi la RESPONSABILITÀ di prendersi cura della propria felicità per potersi prendere cura della felicità degli altri. Prendersi la responsabilità delle proprie scelte. A partire dalla scelta che sembra banale quanto è fondamentale di diventare veramente padroni del proprio tempo, oltre le pretese della società del “corri e scappa”, che finisce per generare sempre più ansiosi (di non farcela) e di depressi (per non avercela fatta).
Prendersi la responsabilità delle proprie scelte allora equivale sostanzialmente a dire NO sapendo che stai dicendo SÌ a qualcosa di altro veramente importante per te, stai dicendo SÌ A TE STESSO (e qui rifanno capolino senso del dovere e senso di colpa con cui devi fare i conti).
Prendersi la responsabilità di prendere per sé prima di poter dare agli altri. Prendere il tuo ossigeno affinché tu possa veramente aiutare l’altro a prendere il suo. Il sano egoismo come base di partenza per il più grande, puro ed efficace degli altruismi. Per prenderci cura degli altri dobbiamo prima prenderci cura di noi.
Allora laddove la società esterna (ciò che abbiamo succhiato da una vita) e il Tiranno interiore (derivato dei diktat sociali e culturali) ci impongono Doveri e Proibizioni (per sentirci persone Amabili e di Valore) che noi sentiamo non più adatti a noi e a chi vogliamo essere e alla Vita che Veramente Vogliamo (sempre nel rispetto dei confini della convivenza con l’altro), dobbiamo prenderci la RESPONSABILITÀ ovvero il CORAGGIO che SUPERA LA PAURA di darci dei PERMESSI.
Il permesso di deludere …
Il permesso di ascoltare i nostri bisogni …
Il permesso di dire NO …
E tanti altri permessi laddove incontriamo doveri, imposizioni, divieti e proibizioni che vanno bene per gli altri, ma non per noi stessi.
Ineccepibile questo discorso. Idealmente. Tradurlo in realtà effettiva è ciò che di più difficile incontriamo nella vita.
Qui del resto nasce la domanda: quanto è potente la spinta dal basso, dal profondo, dell’antico dentro di noi di cercare Amore e Stima? Quanto è potente rispetto ad una Vita che Veramente Vogliamo basata su quei concetti fondamentali: Valori, Bisogni, NO ovvero Responsabilità che dovrebbero orientare le nostre scelte di cura di noi?
Quando la Bush parla di “avere il coraggio di piacere a se stessi prima che agli altri” tira in ballo implicitamente quanto sia importante, per vivere la Vita che Veramente Vuoi, affrontare la paura, la paura di deludere, la paura ‘profondamente profondissima, scolpita nel corpo fin da bambini’, di non ricevere quell’Amore e quella Stima.
La sofferenza emotiva che porta le persone in terapia nasce in quello scarto. Ovviamente questa è una grande generalizzazione perché comunque i fattori che intervengono a determinare il proprio disagio a partire da quello gravissimo sono diversi da caso a caso. Esistono purtroppo limiti iniziali anche genetici o costituzionali che hanno un grande peso. Esistono esperienze traumatiche che segnano in modo profondo. Per questo una prima valutazione fondamentale richiede di cercare fattori problematici (limiti con cui nasciamo o che sviluppiamo precocemente anche per l’ambiente in cui cresciamo) e fattori protettivi (risorse che abbiamo a nostra disposizione per fronteggiare i fattori negativi).
Fatta questa valutazione quindi distinguendo da caso a caso, da storia a storia, ogni richiesta di aiuto da ogni altra, la psicoterapia, la cura, l’aiuto intervengono su alcuni punti fondamentali:
– Conoscere i propri modi disfunzionali di stare al mondo fondati sulla compiacenza e sul sacrificio di sé;
– Conoscere o disegnare la Vita che Veramente Vogliamo (Valori, Bisogni, NO);
– Prendersi la Responsabilità della cura di sé ovvero affrontare la Grande Paura Profonda di non sentirsi Amati e Stimati;
– Darsi dei Permessi.
In queste coordinate concettuali della terapia, questa aiuta la persona a ridurre lo scarto tra Vita Ideale e Vita Reale, a governare frustrazione e delusione che la vita reale presenta regolarmente, a cambiare ciò che possiamo cambiare e accettare ciò che dobbiamo accettare. Ricordi la preghiera della serenità?
In sintesi estrema:
SE NON È TUA LA COLPA È TUA LA RESPONSABILITÀ…
CAMBIA CIÒ CHE PUOI, ACCETTA CIÒ CHE DEVI…
Categoria: responsabilità
È successo qualcosa?
Ho deciso di RIPRENDERE a camminare…
E tu che hai deciso?
Ho deciso di riprendere a…
Decisione meravigliosa!
E che è successo?
Non è successo niente…
Non è successo niente?
Devi guardare bene …
Cosa è successo nei fatti della tua vita…
Cosa è successo nella tua mente…
Cosa è successo nel tuo cuore…
Cosa è successo nei tuoi desideri…
Cosa è successo nella tua immaginazione…
Quale paura hai affrontato?
Quale blocco hai superato?
A quale forma di coraggio hai attinto per fare questa scelta?
Ho deciso, anche, di SMETTERE di lasciarmi trasportare dal fare ciò che devo e ciò che è dovuto rispetto a ciò che mi piace… e a ciò che mi devo…
E tu che hai deciso?
Ho deciso di smettere di …
Che splendida decisione!
E che è successo?
Non è successo niente…
Non è successo niente?
Devi guardare bene …
Cosa è successo nei fatti della tua vita…
Cosa è successo nella tua mente…
Cosa è successo nel tuo cuore…
Cosa è successo nei tuoi desideri…
Cosa è successo nella tua immaginazione…
Quale paura hai affrontato?
Quale blocco hai superato?
A quale forma di coraggio hai attinto per fare questa scelta?
Perdere è parte del giocare
Perdere è parte del giocare. Se ti permetti di perdere allora stai proprio giocando.
Vincere è parte del giocare. Se hai l’obbligo di vincere allora probabilmente ti stai perdendo il giocare.
I bisogni di essere amato e stimato ce li portiamo “dalla culla alla tomba”. Ma nel tempo diventano così vincolanti, sopra ogni cosa, che per cercare di sentirci amati e stimati, a tutti i costi, ci allontaniamo da noi stessi, dai nostri bisogni autentici, dai nostri desideri più vitali, dalla vita che veramente vogliamo. Nel cercare riconoscimenti dall’esterno perdiamo il contatto col nostro centro.
La società ci impone risultati. Così funziona e ha un senso e un valore. A volte o troppo spesso diventa un dis-valore, qualcosa di negativo, distruttivo, alienante. Anche il riposo è diventato un risultato da conseguire, anche il tempo libero è una conquista per cui lottare. Prova a pensare, a sentire: quali aree o momenti di vita sono per te ‘liberi dai risultati’? Io ho iniziato a cercare…
Considerando i risultati sinonimo di obiettivi e questi figli dei valori, probabilmente dobbiamo comprendere quali sono i nostri valori. E accettare che nulla è fuori da un risultato da cercare in quanto ogni nostra scelta, in modo più o meno consapevole, cerca di realizzare un valore. Ogni nostro comportamento è guidato da qualcosa di importante che cerchiamo di realizzare, di vivere. Allora la domanda diventa: quali valori stai cercando di mettere al timone delle tue scelte? Inizia a cercare la tua risposta. Quella risposta è la direzione interna che ti permetterà di fare scelte sempre più consapevoli (di cosa è veramente importante per te) e responsabili ovvero scelte in cui puoi sentirti padrone delle cose che accadono perché sei tu che le fai accadere, nella consapevolezza dei limiti della realtà e del comportamento degli altri che non puoi controllare, consapevolezza fondamentale che non sei completamente impotente né sei onnipotente.
Un po’ e un po’. La vita che vuoi
Un po’ la vita ci capita, un po’ la vita la scegliamo.
Un po’ ti sono capitate sfortune, un po’ sono arrivate cose belle.
Un po’ hai fatto scelte azzeccate, un po’ le hai fatte sbagliate.
Un po’ puoi rimettere mano a ciò che è successo, un po’ devi accettare che puoi fare poco o niente per riaggiustare le cose.
Un po’ c’è da ‘attraversare per elaborare’ rabbia e dolore, paura e ogni altra emozione dolorosa. Un po’ c’è da imparare ad essere grati per ciò che abbiamo e abbiamo conquistato, apprezzarlo e saperne godere.
Questa è la via che dobbiamo tracciare in direzione della serenità! Cos’è per te la serenità?
Questa è la strada che dobbiamo tracciare in direzione della felicità! Cos’è per te la felicità?
Questa è la via che dobbiamo tracciare in direzione della vita che vogliamo! Tu conosci la vita che vuoi?
‘Dobbiamo tracciare’ ovvero diventare consapevoli del nostro funzionamento attuale (pensieri, azioni, relazioni, scelte) e di come è collegato alla nostra storia (cosa abbiamo vissuto, cosa abbiamo capito, cosa abbiamo imparato, cosa abbiamo scelto e cosa continuiamo a scegliere).
‘Dobbiamo tracciare’ ovvero essere consapevoli per essere responsabili, per scegliere oggi, per compiere azioni ora, in direzione della vita che vogliamo! Tu conosci la vita che vuoi?
La vita che vuoi è la direzione ideale; consapevolezza e responsabilità delle scelte che fai tracciano la vita reale, più o meno vicino alla prima. Nel tentare di ridurre lo scarto tra vita ideale e vita reale e nella necessità di accettare ciò che non riesci proprio a cambiare, esiste il tuo impegno effettivo della tua vita concreta. La tua vita concreta è data dalle scelte concrete che fai, guidate, più o meno consapevolmente, dai tuoi valori ovvero da ciò che tu ritieni con la testa e senti con le tue viscere siano le cose importanti per te, scopi e mete da inseguire…
Si fa presto a dire cambiamento…
Vuoi cambiare un comportamento che vorresti cambiare? Vuoi veramente cambiare un comportamento? Ovviamente, hai capito che puoi cambiare solo un tuo comportamento e non il comportamento degli altri?
Per rispondere a queste domande sono utili altre domande in modo da fare una certa chiarezza che spiana l’azione concreta per cambiare effettivamente.
Quale tuo comportamento vuoi cambiare? Descrivilo nello specifico, ad esempio, vorrei smettere di picchiare mio figlio quando non mi ascolta; vorrei smettere di dire sempre sì al capo, soprattutto quando mi fa richieste ingiuste; vorrei reagire in modo meno impulsivo quando mi sento deluso; vorrei smettere di sentirmi in colpa pensando di andare a vivere a Dublino sapendo che mamma ci soffrirà.
Cosa genera il tuo comportamento? Quali pensieri e stati d’animo precedono, accompagnano e seguono il comportamento che vorresti cambiare?
Quali bisogni soddisfa il comportamento che vorresti modificare? Quali scopi? Quali funzioni svolge quel comportamento? A che ti serve?
Quali fattori esterni e interni ostacolano questo cambiamento che vorresti? Chi e cosa impedisce questo cambiamento?
Cosa ti serve ora per attivare concretamente il cambiamento che vorresti? Quali strumenti? Quali risorse? Come puoi ottenerli?
Le domande stimolano la riflessione, questa prepara alla scelta consapevole e responsabile ovvero all’azione. L’azione fornisce informazioni importanti per comprendere cosa è successo rispetto alle intenzioni iniziali, ai propri bisogni ed obiettivi. Da queste informazioni può attivarsi una nuova riflessione e via così: azione, riflessione, azione, fino alla soddisfazione (si spera), imparando anche ad accettare ciò che non riusciamo ad ottenere e non è andato come avremmo voluto.
Siamo un po’ tutti come ‘Alice nel paese delle miserie’, nel mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line. Un po’ tutti a fare i conti con le nostre miserie e a cercare le nostre meraviglie…
In un mondo che… Cosa devi fare tu…
In un mondo che è sempre più oscuro, fonte di confusione e pieno di incertezze, poche sono le certezze, chiare ed evidenti:
1. Se vuoi migliorare il tuo benessere, oltre che ridurre la tua sofferenza, devi agire su te stesso, impegnarti in prima persona per attivare cambiamenti.
2. Dai tuoi cambiamenti si attiveranno conseguenze ed influenze verso l’esterno, verso gli altri e l’ambiente.
3. Le vie del cambiamento sono infinite.
Ovvero:
A. Smetti di inseguire la missione impossibile di cambiare gli altri o aspettare che cambino. Il cambiamento esterno puoi desiderarlo, devi chiedere e agire per attivarlo, puoi sperare di ottenere ciò che chiedi, devi saper accettare anche i rifiuti, le frustrazioni e le delusioni.
B. Quando cambi tu, certamente gli altri avranno a che fare con una persona diversa e ciò potrà avere un’influenza più o meno grande sul loro comportamento, a volte positiva per te, a volte meno desiderabile. Questo è…
C. Puoi cambiare i tuoi comportamenti e le tue abitudini, puoi cambiare i tuoi pensieri e il tuo modo di pensare, puoi cambiare le tue emozioni e il tuo modo di esprimerle e governarle, puoi agire sulle tue sensazioni somatiche per attivare stati di benessere, puoi imparare a comunicare in modo più efficace con gli altri, puoi imparare a governare i conflitti interpersonali, puoi governare il tuo tempo in modo più consapevole e in linea coi tuoi bisogni e desideri. Puoi coltivare la tua spiritualità al servizio della tua evoluzione personale e chissà quanti altri cambiamenti puoi fare, in ogni ambito, ruolo e relazione della tua vita. La tua fantasia e creatività non hanno limiti…
E puoi anche leggere e trarre ispirazione per i tuoi cambiamenti da ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Scambio tra amici
Come stai? Di corsa, ma bene! Riusciremo a scegliere di rallentare? Quando faremo un incidente!
Conosci questo tipo di scambio? Ti sei ritrovato anche tu in una conversazione simile? Solo i sintomi riusciranno a fermare i nostri ‘eroi della corsa senza limiti’? L’unico limite resta la morte o la malattia che ci tiene al palo?
Della serie: la mamma dei coglioni è sempre incinta. Scusa il tecnicismo…
Corriamo verso…?
Corriamo per…?
Forse lo sappiamo… Forse no… Forse abbiamo smarrito il senso. La direzione. E il significato.
La direzione? I nostri valori… Quali? Li conosci?
Il significato? La felicità… Quale? Cos’è per te la felicità o quello che stai cercando?
Urge lavoro di consapevolezza e responsabilità delle scelte.
Ciascuno di noi deve cercare il proprio senso.
Le domande utili per l’esplorazione e la comprensione diventano:
A quali richieste sto rispondendo? Richieste degli altri e richieste che faccio a me stesso…
A quali doveri sto rispondendo? Doveri realistici connessi alle mie responsabilità e doveri eccessivi, patologici, frutto della nostra ricerca di amore e apprezzamento per lenire il senso profondo di inadeguatezza che, chi più chi meno, ci portiamo dentro.
E cosa succede quando immagino di dire no a qualche richiesta e dovere eccessivi?
E cosa succede quando riesco effettivamente a dire qualche no?
Il lavoro è appena all’inizio…
‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line, è disseminato di esempi e riferimenti a questo modo di stare al mondo… Ci sono anche suggerimenti per il cambiamento… Ma ti dico in anticipo: non ci sono soluzioni ci sono inviti all’azione… Non ci sono frutti, ci sono semi…
Pochi frutti e tanti semi
Per risolvere i tuoi problemi non devi mangiare i frutti coltivati da altri. Anche se a volte può accadere di trovare belli e pronti frutti gustosi di cui possiamo essere grati… E dobbiamo comunque saperli mangiare…
La maggior parte delle volte per risolvere i tuoi problemi devi coltivare i tuoi semi…
La psicoterapia, ad esempio, non è un mercato della frutta o delle soluzioni belle e pronte. È più un posto dove in base a chi sei e a cosa vorresti prendi i semi che ti saranno utili…
Fuori di metafora, la terapia è un’esperienza attraverso cui impari a conoscere te stesso, le tue parti disfunzionali e le tue parti sane, i tuoi limiti e le tue risorse. Questa conoscenza di te ti si manifesterà sostanzialmente in ‘inviti all’azione’ ovvero: hai capito qual è il problema, hai conosciuto i tuoi bisogni, non ti resta che agire, seguendo l’ispirazione del saggio per cui “se vuoi ottenere qualcosa di diverso devi fare qualcosa di diverso da ciò che fai solitamente”. Quale saggio? ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
La tua sofferenza non è tanto legata ai fatti che accadono, ma a come tratti quei fatti
Nota le esperienze avverse che vivi, quali esperienze sono per te stressanti e perché…
Nota quali esperienze ti fanno soffrire e perché…
Nota quali sono esperienze per te frustranti e perché…
Nota quali sono esperienze per te deludenti e perché…
Per rispondere a questi perché, fatti aiutare da una certa osservazione: qual era il mio scopo in quella situazione e cosa mi ha impedito di raggiungerlo… Cosa desideravo e cosa è andato storto… Quel era il mio bisogno e cosa è successo…
Attraverso queste domande o osservazioni probabilmente ti sarà più chiaro che la tua sofferenza non è tanto legata ai fatti che accadono, ma a come tratti quei fatti e come ti poni rispetto a stress, frustrazione e delusione. In particolare, ti renderai conto che, in linea di massima, è meglio una carezza che uno schiaffo, ma quando ricevi uno schiaffo da qualcuno, dalla realtà, dalla vita, è importante che non inizi anche tu a darti schiaffi. Fuor di metafora, sono importanti alcune consapevolezze e azioni conseguenti.
1. Smetti di pretendere che la realtà sia diversa da quella che è.
2. Accetta l’esistenza di quella differenza tra vita ideale e vita reale.
3. Impara a tollerare frustrazione, delusione, incertezza, imperfezione e mancanza di controllo assoluto su te stesso, sulle cose, sugli altri. Non puoi eliminarli totalmente dalla tua vita.
4. Distingui ciò che puoi controllare da ciò che non puoi controllare.
5. Impegnati a cambiare la realtà in base ai tuoi desideri, bisogni e valori. Consapevole che ogni scelta è imperfetta: se ti impegni a realizzare certi scopi, dovrai rinunciare ad altri scopi, almeno temporaneamente.
6. Accetta ciò che non puoi cambiare.
7. Impegnati con costanza e determinazione a creare la vita che vuoi nonostante non sarà perfettamente corrispondente alla tua vita ideale.
8. Conosci le tue miserie e impegnati a creare le tue meraviglie, prendendo spunto da ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Obiettivi possibili e impossibili
Succede a tutti di vivere situazioni in cui le cose sono diverse da come le vorremmo. Così come tutti ci confrontiamo con comportamenti di persone che sono molto lontane dai nostri desideri o da ciò che noi riteniamo giusto. Succede. Ciascuno di noi cerca di gestire il livello di stress e sofferenza che ci procurano queste frustrazioni e queste delusioni.
Ciò che non dipende da noi è certamente qualcosa che può arrivarci come spiacevole e disturbante. Noi abbiamo il compito di governare in modo flessibile e utile ciò che non possiamo controllare: né eliminare né prevenire né impedire. Se siamo impotenti in un certo grado, dobbiamo capire dove sta il nostro potere ed usarlo per arginare i livelli di stress e sofferenza che potremmo vivere. Dove sta il nostro potere? Di cosa è fatto? Quanto è grande? Quanto possiamo renderlo efficace?
Il nostro potere consiste nel dare significato alle esperienze in modo da non farcene travolgere. Consiste nel regolare le nostre emozioni in modo da vivere situazioni spiacevoli che non possiamo eliminare come situazioni tollerabili che possiamo superare. Consiste nel regolare il nostro comportamento in modo da soddisfare i nostri bisogni, realizzare i nostri desideri e proteggerci da ciò che ci fa male. Consiste nell’accettare ciò che non possiamo cambiare (perdite, limiti, mancanze, ecc.) mentre continuiamo ad impegnarci in azioni guidate da ciò che è importante per noi.
In sostanza: non possiamo eliminare completamente la sofferenza dalla nostra vita, possiamo arginarla al meglio e comunque agire per creare una vita di qualità, accettando limiti e ridimensionamenti e cavalcando desideri e possibilità.
Se non vuoi credere a me, prova a credere ad ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.