Oggi post breve, partendo direttamente con un esercizio. Semplice da capire, impegnativo da portare avanti.
Prendi un quaderno di mille pagine, potrebbero bastare… Scrivi due liste: lista delle COSE DA FARE e lista della PERSONA CHE VOGLIO ESSERE.
Pensando ai tuoi IMPEGNI della giornata, inizia a scrivere la prima lista e più in generale scrivi le cose che devi fare e quelle desideri fare, non solo oggi, ma come proponimento per il futuro, vicino e lontano: questa settimana, questo mese, quest’anno, i prossimi tre anni, i prossimi cinque o anche di più.
Pensando alla PERSONA CHE VUOI ESSERE, scrivi le caratteristiche che desideri incarnare, le azioni che devi fare e ti impegni a fare, quotidianamente, per essere proprio quella persona o comunque per avvicinarti a quell’idea di persona. E le azioni che effettivamente fai…
Cerca di comprendere, attraverso le due liste, quali OBIETTIVI vuoi raggiungere e quali VALORI vuoi mettere a guida della tua vita. Gli obiettivi sono traguardi da raggiungere, i valori indicano la direzione della vita che vuoi. Probabilmente incontrerai alcune difficoltà che saranno le tue migliori alleate per comprendere e andare avanti.
Non ti resta che metterti all’opera…
Buona vita…
Categoria: obiettivi
Perdere è parte del giocare
Perdere è parte del giocare. Se ti permetti di perdere allora stai proprio giocando.
Vincere è parte del giocare. Se hai l’obbligo di vincere allora probabilmente ti stai perdendo il giocare.
I bisogni di essere amato e stimato ce li portiamo “dalla culla alla tomba”. Ma nel tempo diventano così vincolanti, sopra ogni cosa, che per cercare di sentirci amati e stimati, a tutti i costi, ci allontaniamo da noi stessi, dai nostri bisogni autentici, dai nostri desideri più vitali, dalla vita che veramente vogliamo. Nel cercare riconoscimenti dall’esterno perdiamo il contatto col nostro centro.
La società ci impone risultati. Così funziona e ha un senso e un valore. A volte o troppo spesso diventa un dis-valore, qualcosa di negativo, distruttivo, alienante. Anche il riposo è diventato un risultato da conseguire, anche il tempo libero è una conquista per cui lottare. Prova a pensare, a sentire: quali aree o momenti di vita sono per te ‘liberi dai risultati’? Io ho iniziato a cercare…
Considerando i risultati sinonimo di obiettivi e questi figli dei valori, probabilmente dobbiamo comprendere quali sono i nostri valori. E accettare che nulla è fuori da un risultato da cercare in quanto ogni nostra scelta, in modo più o meno consapevole, cerca di realizzare un valore. Ogni nostro comportamento è guidato da qualcosa di importante che cerchiamo di realizzare, di vivere. Allora la domanda diventa: quali valori stai cercando di mettere al timone delle tue scelte? Inizia a cercare la tua risposta. Quella risposta è la direzione interna che ti permetterà di fare scelte sempre più consapevoli (di cosa è veramente importante per te) e responsabili ovvero scelte in cui puoi sentirti padrone delle cose che accadono perché sei tu che le fai accadere, nella consapevolezza dei limiti della realtà e del comportamento degli altri che non puoi controllare, consapevolezza fondamentale che non sei completamente impotente né sei onnipotente.
Il potere della tua mente per il tuo benessere
Molte persone hanno convinzioni che non solo generano sofferenza, ma ostacolano anche la via verso il benessere. E questo, oltre che nella vita quotidiana, diventa particolarmente evidente quando arrivano in terapia. In particolare, alcune delle loro credenze si traducono in una scarsa consapevolezza del potere che hanno sul loro stare male e sulla possibilità di stare bene.
Diventa allora fondamentale portare le persone alla CONSAPEVOLEZZA DEL POTERE DELLA LORO MENTE. Ad esempio, alcune persone sono convinte che la loro sofferenza dipenda da qualche disfunzione di origine biologica o del sistema nervoso e ciò impedisce loro di riconoscere quanto, invece, ferme restando alcune difficoltà di origine organica, molto dipenda dal loro modo di rappresentarsi la realtà e dal loro modo di agire nella realtà come rappresentata.
Altri individui sono convinti che i loro problemi dipendano sostanzialmente da altre persone e perciò si sentono vittime passive dell’esterno, arrabbiate e sfiduciate piuttosto che in grado di prendere in mano le redini delle proprie scelte.
Altri ancora sono invece convinti di essere sostanzialmente deboli e inadeguati, incapaci di adottare comportamenti sani e destinati a soccombere di fronte alle avversità della vita e alla forza degli altri.
Un quarto tipo di convinzioni che impediscono di riconoscere il potere della propria mente è tipico di quelle persone che si sentono vittime delle frustrazioni del passato, della loro famiglia disfunzionale, di genitori inadeguati, degli eventi avversi che hanno vissuto; in tal modo non si riconoscono il potere che hanno di rivisitare il senso di ciò che è accaduto, anche delle sfortune e dei traumi, per riuscire comunque oggi a fare scelte sane e in linea coi propri bisogni.
Prima di lavorare su obiettivi specifici (riduzione di ansia, cura della depressione, risoluzione di conflitti, regolazione delle emozioni, miglioramento di relazioni, apprendimento di abilità e nuovi comportamenti, ecc.), è fondamentale portare la persona a diventare consapevole che il potere della guarigione e del benessere equivale in gran parte al potere della sua mente, in particolare della sua capacità di sviluppare modi di pensare e di agire più realistici, sani, adattivi. A partire dalla consapevolezza di ciò che possiamo impegnarci a cambiare e di ciò che possiamo imparare ad accettare come nostro limite e impotenza.
Come cominci a raggiungere i tuoi obiettivi
Gli obiettivi che ti poni nella vita, quelli piccoli e quelli grandi, quelli quotidiani e quelli a lungo termine, cominciano per:
Mi piacerebbe…
Vorrei…
Voglio…
Devo…
Devo assolutamente…
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, allora occhio a come concepisci i tuoi obiettivi.
“Mi piacerebbe…” esprime più che altro un desiderio, è il punto di partenza, ma non può bastare…
“Vorrei…” è l’espressione di un desiderio che già comincia a contemplare una volontà di esaudirlo, ma ancora non è sufficiente…
“Voglio…” esprime in modo ancora più determinato la volontà di realizzare un desiderio, ma serve un progetto che contenga azioni concrete da svolgere in prima persona…
“Devo…” è ancora più perentorio, lo voglio proprio; a volte è una spinta fondamentale per l’azione, altre volte diventa fonte di un senso di costrizione e stress che possono esitare in malattia, fisica e psicologica…
“Devo assolutamente…” è spesso la via del successo e del raggiungimento ottimale dei propri obiettivi, ma a volte può anche trasformarsi in una trappola per la propria salute, fisica e mentale.
Comincia a guardare i tuoi obiettivi…
Guarda come cominciano e se quel modo ti è utile o ti crea problemi…
Spesso in terapia aiuto le persone a superare un punto in cui sono bloccati:
Riconoscere i propri desideri, bisogni e valori…
Trasformare i propri desideri in obiettivi…
Trasformare gli obiettivi in progetti e programmi…
Trasformare i programmi in azioni concrete…
Trasformare i buoni propositi in passaggi concreti all’azione…
Ma anche a:
Trasformare le missioni impossibili in obiettivi realistici…
Trasformare i “devo assolutamente” in “mi impegno a raggiungere i miei obiettivi, con tutte le mie forze e risorse, ma riesco anche a mettere in conto ed accettare che non tutto posso ottenere …”.
Spesso, proprio in casi come quest’ultimo, è possibile fare un lavoro di trasformazione in profondità sugli scopi che la persona sta cercando di perseguire da una vita. Sono scopi importanti per la persona, appresi fin da piccoli, ma che sono caratterizzati da quel senso di necessità assoluta che li trasforma in missioni auto-frustranti. Solo per fare qualche esempio, tra i più comuni e spesso tra i più disfunzionali: devo farcela assolutamente da solo (non devo mai chiedere aiuto, non devo mai dipendere); devo assolutamente piacere a tutti (non voglio essere antipatico a nessuno); devo essere il migliore in ogni cosa che faccio; non devo mai fermarmi o abbandonare un obiettivo; devo assolutamente creare una famiglia; devo necessariamente laurearmi.
Quando la persona è IRRIGIDITA su questi scopi assolutamente irrinunciabili nel suo vissuto, prima o poi si incammina su strade pericolose per la sua salute e il suo equilibrio psicofisico. L’obiettivo terapeutico diventa allora la FLESSIBILITÀ: rivisitare alcuni scopi, imparare a rinunciare ad altri, senza comunque rinunciare al valore che li orienta, continuando, dunque, ad impegnarsi in direzione della vita che si vuole, accettando, con sufficiente serenità, impotenza, limiti e qualche inevitabile ridimensionamento…
In un mondo che… Cosa devi fare tu…
In un mondo che è sempre più oscuro, fonte di confusione e pieno di incertezze, poche sono le certezze, chiare ed evidenti:
1. Se vuoi migliorare il tuo benessere, oltre che ridurre la tua sofferenza, devi agire su te stesso, impegnarti in prima persona per attivare cambiamenti.
2. Dai tuoi cambiamenti si attiveranno conseguenze ed influenze verso l’esterno, verso gli altri e l’ambiente.
3. Le vie del cambiamento sono infinite.
Ovvero:
A. Smetti di inseguire la missione impossibile di cambiare gli altri o aspettare che cambino. Il cambiamento esterno puoi desiderarlo, devi chiedere e agire per attivarlo, puoi sperare di ottenere ciò che chiedi, devi saper accettare anche i rifiuti, le frustrazioni e le delusioni.
B. Quando cambi tu, certamente gli altri avranno a che fare con una persona diversa e ciò potrà avere un’influenza più o meno grande sul loro comportamento, a volte positiva per te, a volte meno desiderabile. Questo è…
C. Puoi cambiare i tuoi comportamenti e le tue abitudini, puoi cambiare i tuoi pensieri e il tuo modo di pensare, puoi cambiare le tue emozioni e il tuo modo di esprimerle e governarle, puoi agire sulle tue sensazioni somatiche per attivare stati di benessere, puoi imparare a comunicare in modo più efficace con gli altri, puoi imparare a governare i conflitti interpersonali, puoi governare il tuo tempo in modo più consapevole e in linea coi tuoi bisogni e desideri. Puoi coltivare la tua spiritualità al servizio della tua evoluzione personale e chissà quanti altri cambiamenti puoi fare, in ogni ambito, ruolo e relazione della tua vita. La tua fantasia e creatività non hanno limiti…
E puoi anche leggere e trarre ispirazione per i tuoi cambiamenti da ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Tre strategie per l’efficacia personale
Spesso in terapia le persone si bloccano all’inizio del percorso perché hanno difficoltà nel fare chiarezza sui propri obiettivi terapeutici. Vogliono un generico stare meglio o un’impossibile totale libertà da ansie ed emozioni dolorose oppure vogliono raggiungere obiettivi senza aver fatto i conti con gli obiettivi degli altri (spesso in contraddizione coi propri).
Tre strategie sono fondamentali per definire i tuoi obiettivi in modo da rendere più probabile la loro realizzazione. E questo anche se non fai terapia…
1. Definisci obiettivi realistici ovvero possibili da raggiungere. “Vorrei non morire fisicamente” allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e tecnologiche risulta una missione impossibile. “Vorrei non provare più ansia” anche è impossibile. “Vorrei ridurre la mia ansia” come “Vorrei imparare a governare la mia ansia” sono invece obiettivi possibili da raggiungere.
2. Definisci obiettivi su cui hai il controllo. “Vorrei che il mio capo fosse più gentile” è un tuo desiderio, ma non può essere un tuo obiettivo su cui puoi intervenire direttamente, almeno non con un grande controllo. Potresti chiedergli di essere più gentile, ma il tuo potere si fermerebbe qui. “Vorrei che i miei figli mi ascoltassero di più” anche è un tuo desiderio, certamente legittimo, ma su cui hai poco o nessun controllo. Puoi però impegnarti a comunicare in modo efficace e autentico in modo da aumentare la probabilità di essere ascoltato. “Vorrei imparare ad esprimere e soddisfare i miei bisogni in modo sano ed efficace” è un obiettivo su cui hai controllo e che può diventare un’abilità da apprendere. Sempre senza aspirare alla perfezione.
3. Trasforma gli obiettivi generici in obiettivi specifici. Ad esempio, “voglio essere felice, sereno, ricco” sono certamente obiettivi legittimi, buoni e sani, ma molto molto molto generici. Che vuol dire per te concretamente essere felice? Cosa ti renderebbe ricco? Quali esperienze vorresti vivere per sentirti sereno? L’idea è di trovare esperienze concrete che possono essere cercate e costruite e comportamenti specifici che possono essere appresi e adottati in modo da sentire realizzati quegli obiettivi iniziali. Ad esempio, per sentirmi felice ho bisogno di passare tempo in famiglia, avere buoni amici e frequentarli con regolarità, avere un lavoro appagante e buona salute. Ma anche qui le specificazioni possono (anzi devono) essere ulteriori. Passare tempo in famiglia, come? Con chi? Quando? Quanto? Dove? In quali attività ed esperienze? Cosa rende un lavoro appagante per te? E buona salute in quali comportamenti si evidenzia?
Come vedi, il lavoro sugli obiettivi è importante, articolato e già di suo fonte di enorme consapevolezza, per comprendere bene cosa vuoi e cosa devi fare per ottenerlo. Infatti, definiti e chiariti obiettivi possibili, sotto il proprio controllo e specifici, non resta che passare all’azione concreta, utile ed efficace.
Ora, un’azione certamente utile per il tuo benessere è cominciare a leggere ed applicare ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Se tu eliminassi i problemi che hai…
La questione è semplice, essenziale quanto potente. Se tu eliminassi i problemi che hai, i sintomi che hai, i malesseri che hai, che cosa succederebbe? Come ti sentiresti? Che cosa faresti? Verso quali direzioni ti dirigeresti? Quali sarebbero gli scopi che potresti e vorresti perseguire?
Quando rispondi, non ti fermare a focalizzare gli esiti emotivi positivi: gioia, soddisfazione, sollievo, serenità, leggerezza, liberazione, successo e altri effetti desiderati e raggiunti. Focalizza anche i cambiamenti che ne conseguirebbero. Cosa cambierebbe nelle tue attività giornaliere? Come cambierebbe l’organizzazione del tuo tempo? Cosa cambierebbe nelle tue relazioni?
A volte, o spesso, siamo consapevoli di ciò che vorremmo eliminare dalla nostra esperienza quotidiana, ma siamo meno consapevoli di cosa vorremmo raggiungere. Sappiamo da cosa ci vogliamo allontanare, ma conosciamo meno ciò che vorremmo avvicinare e ottenere. Oppure sappiamo cosa vogliamo, ma non sappiamo come arrivarci. O anche: sappiamo come arrivarci, ma non siamo disposti all’impegno personale che richiede il percorso. E quindi ricomincia uno stato di malessere e frustrazione. Per cui tre focalizzazioni sono fondamentali:
COSA VUOI OTTENERE
COME TI VUOI SENTIRE
COSA DEVI FARE.
‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line, ti fornisce numerosi esempi di questo fondamentale percorso di consapevolezza e azione.
Valori, consapevolezza e cambiamento
Quali aggettivi positivi potresti usare per descriverti? Ad esempio, intelligente, generoso, disponibile, affidabile, furbo, capace, appassionato, ecc. Trova i tuoi, almeno 5 aggettivi che esprimono tue caratteristiche positive o qualità. Ora trova le caratteristiche opposte alle qualità positive che ti caratterizzano. Ad esempio, l’opposto di intelligente potrebbe essere stupido o scemo. L’opposto di capace potrebbe essere incompetente, inetto, inadeguato. L’opposto di generoso potrebbe essere egoista; affidabile-inaffidabile; furbo-scemo, per qualcuno furbo-onesto; disponibile-menefreghista; appassionato-arido o spento o vuoto. Come vedi puoi sbizzarrirti nel cercare uno o più aggettivi qualificativi per te significativi ovvero che definiscono il significato che dai a certi comportamenti e persone, a cominciare da te stesso.
Ora, come definisci il tuo stato attuale insoddisfacente? Depresso, stressato, ansioso, deluso, frustrato, angosciato, disperato, preoccupato, disilluso, fallito, colpevole, arrabbiato, ecc.
Come vorresti sentirti? Felice, rilassato, sereno, tranquillo, appagato, realizzato, sicuro, ecc.
Prendi uno di questi aggettivi che descrivono il cambiamento che vorresti raggiungere. Ad esempio, sereno. Cosa significa per te essere sereno? Ad esempio, appagato, grato, amorevole.
Potrebbe succedere che un cambiamento che vorresti realizzare sia associato a caratteristiche negative che non ti piacciono e non vorresti avere. Ad esempio, se per te essere felice coincidesse almeno in parte con egoista? Se sentirti appagato richiedesse di trascurare gli amici che per te sono un valore importante, se rilassato coincidesse con lavorare di meno e per te il lavoro fosse un valore primario?
Questi esempi per dimostrarti come a volte il cambiamento che pure desideriamo può essere ostacolato da conflitti interiori tra ciò che vorremmo e qualcosa per noi negativo che questo implicherebbe.
A questo punto ci troveremmo di fronte alla necessità di scegliere a cosa rinunciare, cosa sacrificare.
Può essere utile allora farsi aiutare dalla consapevolezza. Ad esempio, individuando persone del proprio ambiente che riescono ad incarnare sia certi aspetti che altri senza sentirsi in conflitto, magari una persona può sentirsi felice anche se si sente egoista perché per lei la felicità è un valore primario o perché per lei essere egoista non ha un significato negativo ma semplicemente descrive chi si occupa dei propri bisogni.
O farsi aiutare dalla fantasia, immaginando di aver realizzato già il cambiamento desiderato, immaginando quindi che tipo di vita sarebbe una volta raggiunto il cambiamento.
O ancora chiedersi cosa significa essere sereno? Perché è importante e desiderabile essere sereni (oltre le ovvie risposte)? Come è una persona serena? Che vita conduce una persona serena?
Come vedi, la consapevolezza è una strada maestra, una lunga strada del percorso dalle miserie alle meraviglie. Miserie e meraviglie sono opposti? Potresti chiederlo ad ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
A proposito, qual è il contrario di consapevole?
Obiettivi possibili e impossibili
Succede a tutti di vivere situazioni in cui le cose sono diverse da come le vorremmo. Così come tutti ci confrontiamo con comportamenti di persone che sono molto lontane dai nostri desideri o da ciò che noi riteniamo giusto. Succede. Ciascuno di noi cerca di gestire il livello di stress e sofferenza che ci procurano queste frustrazioni e queste delusioni.
Ciò che non dipende da noi è certamente qualcosa che può arrivarci come spiacevole e disturbante. Noi abbiamo il compito di governare in modo flessibile e utile ciò che non possiamo controllare: né eliminare né prevenire né impedire. Se siamo impotenti in un certo grado, dobbiamo capire dove sta il nostro potere ed usarlo per arginare i livelli di stress e sofferenza che potremmo vivere. Dove sta il nostro potere? Di cosa è fatto? Quanto è grande? Quanto possiamo renderlo efficace?
Il nostro potere consiste nel dare significato alle esperienze in modo da non farcene travolgere. Consiste nel regolare le nostre emozioni in modo da vivere situazioni spiacevoli che non possiamo eliminare come situazioni tollerabili che possiamo superare. Consiste nel regolare il nostro comportamento in modo da soddisfare i nostri bisogni, realizzare i nostri desideri e proteggerci da ciò che ci fa male. Consiste nell’accettare ciò che non possiamo cambiare (perdite, limiti, mancanze, ecc.) mentre continuiamo ad impegnarci in azioni guidate da ciò che è importante per noi.
In sostanza: non possiamo eliminare completamente la sofferenza dalla nostra vita, possiamo arginarla al meglio e comunque agire per creare una vita di qualità, accettando limiti e ridimensionamenti e cavalcando desideri e possibilità.
Se non vuoi credere a me, prova a credere ad ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Il tuo mondo così come lo vuoi
Oggi ti invito ad ideare il tuo mondo ideale. Non mi riferisco tanto alla pace nel mondo o al cambiamento climatico o alla riduzione della povertà e della mortalità infantile né ad ogni forma di antivirus. Ti invito a buttare giù un bozzetto di come vorresti il tuo mondo nelle tue attività e relazioni quotidiane. Ti suggerisco una traccia.
Cosa dovrebbe accadere nel tuo mondo: fatti, situazioni.
Cosa dovrebbero fare gli altri che incontri quotidianamente nel tuo mondo: azioni, comportamenti.
Cosa dovresti sentire: emozioni, sensazioni, soddisfazioni.
Cosa dovresti pensare: idee, convinzioni.
Cosa dovrebbe contenere il tuo tempo: attività, persone.
Cosa dovresti raggiungere: obiettivi, scopi, risultati.
Cosa dovresti fare: azioni, abitudini, scelte.
Ora che probabilmente hai un po’ più chiara la situazione del mondo che vorresti, inizia a confrontarla con il mondo che attualmente vivi nella tua quotidianità. E nota lo scarto. La differenza tra l’ideale soddisfazione e una certa quota di frustrazione e delusione che caratterizzano i giorni che vivi.
Nota cosa accade rispetto a ciò che vorresti accadesse.
Nota cosa fanno gli altri rispetto a ciò che vorresti facessero.
Nota emozioni e sensazioni che provi…
Nota i pensieri che fai e cosa ci fai coi tuoi pensieri…
Nota di cosa è pieno il tuo tempo… E di cosa è vuoto…
Nota i risultati che ottieni… E quelli che non ottieni…
Nota ciò che fai rispetto a ciò che dovresti per creare il tuo mondo ideale o perlomeno per avvicinare il più possibile il tuo mondo reale a quello che desideri…
Cosa hai notato?
Annota ciò che hai notato e fanne guida del tuo agire consapevole e responsabile… In direzione della meraviglia che VORRESTI trovare nel tuo mondo e che DOVRESTI creare…
Certo se poi questa esplorazione ti servisse anche per impegnarti a fare il tuo per un ‘mondo sostenibile’ a livello globale, non ti resterebbe che leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.