Molte persone considerano le EMOZIONI come le PEGGIORI NEMICHE, le emozioni dolorose e anche quelle gioiose. Le prime vissute spesso come solamente disturbanti, le seconde perché “sono sempre più rare”, “quando arrivano durano poco”. In realtà, moltissime persone hanno difficoltà a maneggiare le emozioni. Anche quelle positive che si lasciano sfuggire: incapacità di gratitudine, incapacità a godersi i risultati raggiunti, difficoltà a trovare gioia nelle piccole grandi cose; solo per fare qualche esempio.
Per motivi che appartengono ad aspetti sociali, culturali, familiari e personali di varia natura abbiamo scarsa confidenza con il mondo delle emozioni. Per dirla semplicemente su una questione complessa: manchiamo un po’ tutti di una sana educazione emotiva. Questo, tra l’altro, porta molte persone a viversi una ‘impotenza passiva’ di fronte al proprio mondo emotivo, più o meno oscuro a se stessi, piuttosto che favorire un più sano e utile atteggiamento di ‘attiva responsabilità’ di fronte alle proprie emozioni che, anche fuori dalla consapevolezza personale, svolgono comunque un ruolo fondamentale nella nostra esperienza quotidiana e nella regolazione del nostro comportamento.
Vediamo più da vicino. Soprattutto il funzionamento delle cosiddette emozioni negative che tanto colorano le nostre giornate.
Le EMOZIONI DOLOROSE ci segnalano i nostri bisogni insoddisfatti e ci spingono all’azione. Dovrebbero, idealmente. Realmente, purtroppo, non sempre è così. Troppo spesso va in un altro modo.
La PAURA ci tiene fermi al palo, preferiamo il noto stagnante all’ignoto spaventante.
La PREOCCUPAZIONE ci porta a rimuginare invece che ad agire.
La VERGOGNA ci blocca rispetto all’esprimere parti vitali e desideranti di noi stessi, sarebbe un’onta insostenibile sentirsi giudicati per chi siamo e per cosa facciamo.
La TRISTEZZA ci porta ad allagarci delle nostre stesse lacrime, e non ci fa cercare il conforto utile e amorevole per superare il momento doloroso.
Il SENSO DI COLPA ANTICIPATO ci fa tentennare dal fare ciò che vorremmo fare; il timore è di far male ad altri, se dessimo seguito ai nostri desideri.
Il SENSO DI COLPA PER QUALCOSA DI GIÀ FATTO ci fa ruminare in modo dannoso, invece che tentare di comprendere e ‘riparare’.
La nostra legittima RABBIA si veste di paura di distruggere le nostre relazioni e di restare soli e finiamo per distruggere solo noi stessi tenendola tutta dentro. Oppure la esprimiamo in modo eccessivo, violento.
L’INVIDIA ci lascia nel rancore invece di farci accendere il motore per migliorare noi stessi.
Il RIMORSO è come uno sputo che ci diamo addosso e poi un altro e un altro ancora e dimentichiamo che probabilmente ciò che abbiamo fatto ci sembrava giusto allora.
Il RIMPIANTO ci lascia a ruminare sul tempo passato e ci trattiene dal fare ciò che ora sarebbe per noi utile fare.
La NOSTALGIA ci ancora con dolore al passato e ci impedisce di vivere con pienezza il presente.
Il DOLORE, purtroppo inevitabile di fronte a certe delusioni e perdite, se lo neghiamo, finisce per ingigantirsi e gonfiarsi di altri pensieri velenosi ed emozioni tossiche che potremmo, invece, assolutamente evitare.
Quando arrivano certi FATTI SPIACEVOLI, dobbiamo imparare a riconoscere i PENSIERI che ci facciamo sopra e accogliere le EMOZIONI che emergono di conseguenza.
Quando succedono certi eventi, le emozioni che proviamo sono assolutamente naturali e sane e dobbiamo imparare a legittimarle ovvero a considerarle messaggeri importanti rispetto a ciò che ci sta accadendo e ai BISOGNI che abbiamo.
Se riconosciamo l’emozione e il bisogno, possiamo adottare L’AZIONE più sana e utile per soddisfarlo e ristabilire un nostro equilibrio interno e con la realtà esterna.
Solo così possiamo vivere veramente bene un nuovo momento… E ogni nuovo momento… E ogni nuovo giorno del resto della nostra vita…
Molta parte della sofferenza, troppo spesso, è dovuta all’incapacità che abbiamo di maneggiare le emozioni… Che… Non riconosciute, non legittimate, non comprese, non espresse in modo adeguato, trovano ‘vie malate per farsi riconoscere’, sono diventate sintomi psicologici e somatici, creando problemi spesso anche nelle relazioni.
In psicoterapia, nella diversità di ogni percorso legato all’unicità della richiesta d’aiuto della persona, si lavora sempre e comunque, in modo esplicito o implicito, sull’apprendere, coltivare e potenziare la ‘confidenza col proprio mondo emotivo’ e la capacità di ‘padroneggiare’ le proprie emozioni al servizio di scelte consapevoli, responsabili, utili al nostro benessere psicologico, fisico e interpersonale.
Categoria: emozioni
La frustrazione e i suoi esiti
La FRUSTRAZIONE è l’esperienza emotiva che viviamo quando percepiamo una DIFFERENZA tra la realtà che vorremmo e quella che è. Ad esempio, andiamo al mare e piove, ci aspettiamo una promozione e non la riceviamo, chiediamo una carezza e veniamo ignorati, cerchiamo aiuto e non veniamo ascoltati, non riusciamo in un progetto, perdiamo un amico, il partner ci lascia, arriva una malattia. Le EMOZIONI possono essere rabbia, tristezza, sconforto, delusione, senso di ingiustizia, dolore emotivo, senso di colpa, senso di fallimento e ogni altra sfumatura emotiva in base alla situazione specifica e alle nostre tendenze tipiche di reagire.
Ciascuno di noi si confronta con frustrazioni quotidiane, sono IN UN CERTO GRADO INEVITABILI e possiamo considerarle nell’ordine naturale delle cose.
Le REAZIONI ALLA FRUSTRAZIONE possono essere molto diverse e avere esiti diversi in termini di soddisfazione o sofferenza.
Un primo modo di reagire è CERCARE DI RIDURRE LO SCARTO tra situazione desiderata e situazione effettiva. Se ci riusciamo, e in una certa misura, allora possiamo essere soddisfatti, appagati, sereni. Se non ci riusciamo, possiamo reagire ulteriormente in alcuni modi fondamentali: PROVARE e RIPROVARE fino a quando ci avviciniamo ai nostri scopi e ne siamo soddisfatti. Provare e riprovare fino a quando decidiamo di ACCETTARE CIÒ CHE NON RIUSCIAMO A CAMBIARE ed ottenere; in questo caso restiamo insoddisfatti, ma riusciamo a considerare la situazione ‘sopportabile’ e possiamo starci comunque ‘sufficientemente sereni’. Infine, continuiamo a provare e riprovare SENZA RIUSCIRE A FERMARCI NEI NOSTRI TENTATIVI che risultano SEMPRE VANI, non riuscendo a tradursi in soddisfazione dei nostri bisogni. In questo caso, viviamo lo scarto frustrante come ‘catastrofico’ o ‘insopportabile’ o comunque ‘inaccettabile’. In questo modo, prima o poi, compare la SOFFERENZA emotiva sotto forma di intense emozioni dolorose che accompagnano sintomi fisici e psicologici o difficoltà enormi nelle relazioni interpersonali.
La richiesta di un AIUTO terapeutico appare inevitabile…
Scelte e senso di colpa
A volte ci sentiamo in colpa perché facciamo scelte ‘non buone’ per noi. Ad esempio, ci occupiamo degli altri e non di noi o ci occupiamo di noi e non degli altri. Dici troppi no agli altri o dici troppi no a te stesso. Ti fai guidare dai tuoi desideri vitali o ti fai guidare dai desideri degli altri.
In realtà, da un certo punto di vista, non esistono scelte ‘non buone’. Esistono le scelte. Le scelte derivano da un conflitto tra parti di sé. Ogni scelta quindi nasce da un nostro bisogno. Una vorrebbe una cosa, una seconda parte ha un altro bisogno, una terza andrebbe in un’altra direzione e così via. Alla fine però la scelta è una. Mai perfetta.
Dobbiamo imparare ad affrontare le conseguenze delle scelte. Ovvero le emozioni che proviamo, le reazioni che provochiamo, i bisogni che scegliamo di curare e quelli che trascuriamo facendo quella scelta. E non è sempre facile o scontato comprendere da quale bisogno è stata orientata la nostra scelta.
Diventa allora importante comprendere, prima di tutto, che ci sono le tue scelte e le scelte che non dipendono da te ovvero se la responsabilità è dell’altro non può essere una tua colpa (anche se il senso di colpa è sempre tuo e sempre in agguato).
Diventa importante, allora, comprendere se siamo guidati dalla nostra ferita infantile che pretende tutto o dalla nostra parte adulta che, dolorosamente, attraversando ogni emozione, è capace di scegliere e accettare: se ho scelto questo, necessariamente ho dovuto mettere in secondo piano altro.
Questa è la descrizione razionale della questione, la dimensione emotiva è quella più importante.
Non è facile iniziare a fare scelte diverse da quelle che abbiamo sempre o spesso fatto.
Dobbiamo darci il permesso interiore (è solo interiore) che è fatto di due componenti fondamentali: comprendere il senso delle scelte solite e di quelle nuove; iniziare a praticare le scelte nuove, affrontando il carico emotivo delle conseguenze (paura in primis, ma anche tristezza e rabbia, forse vergogna e probabilmente senso di colpa).
Non è facile essere adulti. È il percorso di una vita…
Braccato…
Spesso ci sentiamo sfruttati dalle persone, manipolati, trattati ingiustamente, perseguitati quasi, con la sensazione di vivere in un mondo ostile e ingiusto.
Forse, sarebbe più giusto dire che siamo perseguitati dalle nostre aspettative verso gli altri, verso la realtà, verso le cose, verso noi stessi. In estrema sintesi, ci aspettiamo perché lo desideriamo un mondo diverso da quello che è.
E che c’è di male? Anzi… Il mondo si muove, si trasforma ed evolve grazie alla frustrazione dei nostri bisogni, grazie al desiderio di cambiare ciò che non ci appaga. Certo. Al tempo stesso, se vogliamo essere soddisfatti e sereni, in direzione dei nostri scopi e valori, in pace con noi stessi e col mondo, invece che in perenne conflitto, abbiamo bisogno anche dell’accettazione. Così è, anche se non mi piace! E se non mi piace faccio due fatiche dice il saggio…
Allora, è importante riconoscere quanto ti senti perseguitato e da cosa… Dal tuo orgoglio, dal tuo dovere, dal rancore, dal piacere, dalla paura, dal dolore, dai rimpianti, dalle missioni impossibili, dal passato, dal bisogno di approvazione, dal futuro, dal vuoto, dai rimorsi, dal tempo, dall’esigenza di perfezione, dall’insostenibilità dell’essere deludente, dalla frustrazione sempre difficile da fronteggiare, dal bisogno di controllo, dall’insicurezza, dalla tua stessa rabbia, dall’incertezza, dalla tua stessa rabbia che non riconosci, dalla tua ferita, dalla tua vanità, dalla tristezza che troppo spesso non ti permetti, dalla tua stessa rabbia che non esprimi, dal tiranno interiore sempre pronto a giudicare “perché tu dovresti…”, “perché tu non sei…”.
Da cos’altro ti senti perseguitato e quanto? Cosa puoi cambiare?
In cosa ti vuoi impegnare?
Cosa devi accettare?
Il prima possibile e non di più
Quando ti senti triste, accogli la tristezza come un messaggio importante per te, identifica ciò che hai perduto e facci qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio trovare conforto o incoraggiamento per affrontare la perdita, la mancanza, il momento difficile. Ben consapevole di ciò che puoi ottenere e di ciò che devi accettare anche se non ti piace.
Quando ti senti spaventato, accogli la paura come un messaggio importante per te, identifica il pericolo o la minaccia che avverti e fai qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio rassicurarti e contenere la minaccia, affrontare l’ignoto con coraggio e fiducia.
Quando ti senti arrabbiato, accogli la rabbia come un messaggio importante per te, identifica il danno o l’ingiustizia subiti o qualsiasi altra situazione sia origine della tua rabbia e facci qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio ristabilisci la situazione che vorresti o ripara il danno. Sempre consapevole che non sempre le cose sono o possono essere come noi vorremmo.
Lo stesso percorso vale per ogni emozione: accoglila con apertura e disponibilità, cercane i motivi, fai qualcosa di utile per trasformare la frustrazione in soddisfazione. Qualcosa sarà proprio come vorresti e qualcosa sarà distante dai tuoi desideri. Funziona così la vita.
Certamente, funzionano così le cose, ma l’aspetto più importante è come affronti ciò che ti capita, quali emozioni vivi e come reagisci alle tue stesse emozioni.
Sentire, pensare e agire. Il prima possibile e non di più. Rifletti il giusto e agisci per tentare di soddisfare i bisogni insoddisfatti. Questo è il segreto per affrontare i propri momenti difficili, invece che cominciare a rimuginare all’infinito su quanto accaduto, sulle emozioni vissute, sugli stati d’animo che ti arrivano, su come avresti dovuto agire o su come avrebbero dovuto agire gli altri, su quanto sei sbagliato o su quanto è sbagliata la vita. Pensieri su pensieri su pensieri che, invece che portarti soluzioni, ti amplificano i problemi.
In sintesi:
Accogli l’emozione, il valore che ti porta…
Rifletti quanto ti è utile, il prima possibile e non di più…
Agisci in modo efficace per risolvere problemi e soddisfare bisogni…
Goditi il risultato, anche se non perfettamente corrispondente a ciò che volevi…
Accetta con serenità e vai avanti, con apertura alle emozioni, riflessioni utili ed azioni efficaci, guidato dai tuoi valori che definiscono ciò che è importante per te…
Non ti resta, a questo punto, che leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Dieci minuti… Fallo… E lascia andare…
Oggi ti presento un esercizio veramente potente, se lo fai… Puoi farlo tutto insieme o in momenti differenti… Scegli come meglio credi… E senti…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose che TI FANNO ARRABBIARE, ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano rabbia, veramente, e quanta e cosa puoi effettivamente fare di utile… Con utile intendo anche buono e sano… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose che TI RENDONO TRISTE, ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano tristezza e quanta e cosa puoi effettivamente fare di utile… Con utile intendo anche buono e sano… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose che TI SPAVENTANO, ora nella tua vita, magari pensando ad eventi che immagini nel futuro e che hanno ora un’influenza su di te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che proprio oggi veramente ti suscitano paura, ansia e preoccupazione e quanto e cosa puoi effettivamente fare di utile… Di utile ripeto… Con utile intendo anche buono e sano… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare dalla tua mente…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose che TI FANNO SENTIRE IN COLPA ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano senso di colpa e quanto e cosa puoi effettivamente fare di utile… Con utile intendo anche buono e sano… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose PER CUI TI VERGOGNI O TI SENTI SBAGLIATO, ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano vergogna e senso di inadeguatezza o paura di fare una figuraccia e quanto e cosa puoi effettivamente fare di utile… Con utile intendo anche buono e sano… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose CHE TI PROCURANO GIOIA ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano gioia e quanta e cosa puoi effettivamente fare di utile e sano per goderne e condividere… E fallo… Godi e condividi…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose PER CUI SEI GRATO, ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano gratitudine e quanta e cosa puoi effettivamente fare di utile con questo sentimento di pienezza… E fallo… Apprezza ed espandi anche agli altri…
Prenditi 10 minuti… da solo… non disturbabile… pensa a tutte le cose che TI SUSCITANO UNA QUALCHE ALTRA EMOZIONE DIVERSA DALLE PRECEDENTI (angoscia, dolore, gelosia, invidia, disgusto, compassione, entusiasmo, gentilezza, ecc.), ora nella tua vita, pensando anche ad eventi del passato che magari hanno un’influenza ancora oggi per te… Scrivi di getto … Tutte tutte… Poi individua quelle che ancora oggi veramente ti suscitano questa emozione e quanta e cosa puoi effettivamente fare di utile… E fallo… Il resto puoi lasciarlo andare…
La traccia è ripetitiva…
Il movimento che può creare ti sbalordirà e ti farà crescere…
Scatena la catena
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ d’ansia. Quasi ogni giorno, almeno un po’. Ansia per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di paura. Quasi ogni giorno almeno un po’. Paura per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di rabbia. Quasi ogni giorno almeno un po’. Rabbia per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di tristezza. Quasi ogni giorno almeno un po’. Tristezza per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di senso di colpa. Quasi ogni giorno almeno un po’. Senso di colpa per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di vergogna. Quasi ogni giorno almeno un po’. Vergogna per…
Spero di non sbagliare nel credere che altrettanto certamente la tua giornata tipo contenga un bel po’ di gioia. Spero ogni giorno, anche un bel po’, un bel po’ tanto. Gioia per…
Insomma, provare emozioni è vivere. Ogni emozione è normale nel senso che ha un senso. È parte di ciò che ci accade e di cosa proviamo rispetto a ciò che ci accade. Non ti sarà stato difficile completare quei puntini per trovare esempi quotidiani di ansia, paura, rabbia, tristezza e ogni altra emozione, dolorosa o gioiosa.
Detto questo, cos’altro voglio dire?! Che il modo in cui noi trattiamo le nostre emozioni può essere fonte di sofferenza!!! In particolare le emozioni spiacevoli. Che intuitivamente vorremmo eliminare.
Quando vogliamo eliminare le nostre emozioni dolorose finiamo per attivare, però, strategie che risultano controproducenti. Cominciamo a combattere le nostre emozioni invece che lasciare che facciano il loro corso.
È comprensibile che noi vogliamo ridurre la nostra sofferenza, ma scegliamo strade sbagliate che finiscono per alimentarla. Cominciamo a rimuginare su ciò che sta accadendo fino a gonfiare preoccupazione e senso di incertezza. Cominciamo a ruminare sui motivi delle nostre emozioni e invece che comprenderne il senso finiamo per creare una catena di emozioni dolorose, sofferenza su sofferenza. Cominciamo a sviluppare ansia per la nostra ansia, paura della nostra paura e rabbia per la nostra rabbia. Ma anche rabbia per la nostra ansia, tristezza per la nostra rabbia, senso di colpa per ciò che proviamo e vergogna perché le cose dovrebbero essere diverse e “io dovrei essere diverso da quello che sono”, “cosa c’è di sbagliato in me?”
Insomma, se cominciamo a combattere contro le nostre emozioni cominciamo a combattere contro noi stessi. Chi vince vince, noi abbiamo comunque perso.
Le emozioni piacevoli, felici esprimono il nostro appagamento per bisogni soddisfatti. Invece, il corso naturale delle nostre emozioni di sofferenza prevede che ad ogni emozione si accompagni un bisogno insoddisfatto e un’azione utile per soddisfarlo. Questo è ciò che dobbiamo fare quindi, in modo controintuitivo:
1. riconoscere l’emozione quando arriva, darle un nome, sentirla nel corpo
2. accoglierla piuttosto che tentare di scacciarla, darle spazio, lasciarla essere, lasciarla passare
3. cercare la frustrazione che la accompagna ovvero identificare il bisogno insoddisfatto
4. riflettere il giusto
5. per attivare un’azione efficace alla soddisfazione
6. impegnandoci per cercare di ottenere ciò che vogliamo e imparando anche ad accettare ciò che non abbiamo il potere di modificare
7. impegnandoci a vivere una vita piena di senso e valore per noi, compiendo attività per noi importanti, vivendo il tempo con persone per noi importanti… Cercando esperienze per noi ricche e significative… Nonostante le emozioni dolorose che pure fanno parte della vita…
Da ultimo, ma non per importanza, mi permetto di suggerirti un’attività che potrebbe avere valore per te: leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Il pacco da Emozion
Le emozioni spiacevoli sono pacchi che ci vengono recapitati dalla vita anche se non li abbiamo ordinati. Sono messaggeri che ci portano notizie su qualcosa che ci è successo. Paura per un pericolo, ansia per qualcosa di importante che sta per avvenire, tristezza per qualcosa di doloroso già verificatosi, rabbia per un torto subito, senso di colpa se sentiamo di esserci comportati male, vergogna se crediamo di aver sbagliato. Sono solo alcuni esempi a cui tu potrai aggiungerne altri che ti riguardano nei tuoi ambiti di vita, nei tuoi ruoli e nelle tue relazioni.
Le informazioni emotive che ci arrivano ‘da Emozion’ dovrebbero aiutarci a comprendere la situazione ed agire al meglio per cercare di risolvere il problema. A volte siamo capaci di usare il pacco emotivo al meglio e ciò ci permette di soddisfare i nostri bisogni e ritrovare un nostro equilibrio. Ma purtroppo molto spesso rifiutiamo il pacco con tutte le informazioni che contiene perché crediamo contenga sostanze nocive o semplicemente perché non lo abbiamo ordinato e non ce lo aspettavamo.
Fuor di metafora, troppo spesso siamo propensi a rifiutare di accogliere le nostre emozioni e di farne buon uso ovvero di metterle a disposizione di azioni efficaci a soddisfare bisogni e risolvere problemi. E perché? Perché le emozioni hanno una brutta fama. Per quali motivi? Per ragioni culturali, sociali, familiari, individuali, molti di noi considerano le emozioni come nemiche piuttosto che come amiche e alleate nel nostro tentativo di essere felici.
Cerchiamo di evitare la paura, ma perdiamo il suo valore fondamentale per la sopravvivenza. Diventiamo impauriti dalla paura e con ciò ci precludiamo di rassicurarci su pericoli inesistenti, su situazioni affrontabili, perdendo la possibilità di distinguerli dai veri pericoli che incontriamo nella vita. Una persona che vive cercando di scacciare ogni paura finisce di fatto per non vivere.
Cerchiamo di evitare la tristezza perché abbiamo imparato a considerarla un’emozione da deboli o perché la confondiamo con la depressione e temiamo di sprofondare nell’abisso più doloroso.
Cerchiamo di evitare la rabbia perché abbiamo paura della nostra stessa rabbia, paura di perdere il controllo della rabbia o paura di perdere persone e relazioni se ci arrabbiamo.
E poi… Spesso proviamo vergogna per le emozioni che proviamo o senso di colpa se ci sentiamo arrabbiati o se proviamo ansia o se proviamo gioia ed entusiasmo. Infatti, oltre che per tante altre emozioni spiacevoli che non vogliamo accogliere, a volte abbiamo poca confidenza anche con quelle gradevoli, con la gioia, quasi ne avessimo paura o fosse comunque disdicevole provarle.
Purtroppo non conoscere bene le emozioni o non riconoscerle in noi o non accettarle finisce per diventare un processo che ci fa perdere contatto con le parti più sane e vitali di noi, letteralmente quelle che sono responsabili di farci sentire vivi. E infatti… Solitamente le emozioni non accolte, prima o poi si trasformano in sintomi e malesseri vari, fisici e psicologici e disturbano il nostro modo di stare con noi stessi e con gli altri.
Ogni percorso di crescita personale e cura di sé parte dal riprendere il contatto con le emozioni come parti fondamentali del nostro equilibrio psicofisico e interpersonale.
La cura prevede di imparare ad accogliere il pacco ‘di Emozion’…
E magari in quel pacco potresti trovare anche ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare su qualsiasi store on line oltre che nelle librerie.
Sta mano può essere…
Prendi la tua mano destra e col palmo aperto verso il cielo mettici sopra i tuoi pensieri… Pensieri produttivi e pensieri negativi…
Prendi la tua mano sinistra e col palmo aperto verso il cielo mettici sopra le tue emozioni … Emozioni piacevoli ed emozioni spiacevoli…
Continua a tenere le mani aperte…
Puoi restare aperto ai tuoi pensieri, non ti curare se positivi o meno, sono solo i tuoi pensieri…
Puoi restare aperto alle tue emozioni, non ti curare se belle o brutte, sono tue alleate nel dirti qualcosa di importante di te…
Se chiudi la mano destra stai combattendo con i tuoi pensieri negativi… O li vuoi tenere fuori, li rifiuti, non li fai entrare… O li trattieni dentro, ti ci aggrappi, continui ad alimentarli…
Se chiudi la mano sinistra stai combattendo con le tue emozioni spiacevoli… O vuoi tenerle fuori, vuoi anestetizzarti, non vuoi vivere la tua vita… O le stai trattenendo, te ne fai intossicare, reprimi la tua vitalità…
Usi al meglio le tue mani quando le tieni aperte… Una aperta sul cuore e l’altra aperta sulla pancia… Entrambe a prendersi cura di ciò che senti autenticamente e di ciò che vuoi profondamente… Entrambe, insieme ai piedi, per passare all’azione… Per agire in modo concreto ed effettivo a fare ciò che puoi fare e devi fare per impegnarti nella creazione della vita che vuoi…
Quello che non funziona e quello che può funzionare
Quando sei arrabbiato, cosa fai per affrontare la situazione da cui parte la tua rabbia?
Quando sei triste, cosa fai per affrontare la situazione da cui parte la tua tristezza?
Quando sei preoccupato, cosa fai per affrontare la situazione da cui parte la tua preoccupazione?
Quando ti senti in colpa, cosa fai per affrontare la situazione da cui parte il tuo senso di colpa?
Quando ti vergogni, cosa fai per affrontare la situazione da cui parte la tua vergogna?
Quando ti senti solo, in ansia, spento, demotivato, cosa fai per affrontare la situazione?
Ovviamente non tutte le situazioni sono uguali, ma certamente tu avrai strategie preferite o abituali per affrontare le situazioni difficili.
Ma soprattutto, quello che fai per affrontare situazioni, problemi ed emozioni connesse, funziona? Ti aiuta veramente a risolvere i problemi e a sentirti meglio?
Se la risposta è sì, allora puoi essere soddisfatto per aver trovato strategie utili ad affrontare i tuoi problemi, concreti ed emotivi… Continua pure…
Se la risposta è no, allora è importante cercare altre strade, altri modi per affrontare ciò che ti turba; smettere di adottare quelle strategie e iniziare a comportarti in altro modo.
In sommi capi, ti ho descritto quello che succede in terapia.
Allora, prima di venire in terapia, prova da solo.
Identifica un tuo problema: fatti, pensieri, emozioni e reazioni…
Identifica ciò che fai per affrontare questo problema…
Trova ciò che funziona e continua così…
Trova ciò che non funziona e inventati nuove soluzioni…
Inizia a praticarle e verifica che succede: cosa provi e pensi e quanto funzionano…
Ripeti il ciclo fino a quando sarai sufficientemente soddisfatto dei risultati ottenuti…