Riparare il riparabile

Traumi, dolori, ferite, angosce tendono a tornare e forse lo faranno per sempre. Noi possiamo imparare a governarli al meglio ovvero riconoscerli e disinnescare la sofferenza che generano. La sofferenza che noi generiamo col ‘mantenerli in vita’ oltre la loro tendenza a ripresentarsi.
Quello che si può fare in terapia è:
1. Riconoscere la sofferenza attuale: ansia, depressione, sintomi vari, problemi di relazione, ecc.
2. Comprendere cosa genera e mantiene questa sofferenza: le situazioni che viviamo, le emozioni che proviamo, i pensieri che facciamo, come ci comportiamo
3. Rivedere la nostra storia dolorosa connessa alla sofferenza attuale
4. Mettere in discussione se stessi e gli altri. Errori e colpe sono punti di partenza per modificare il modificabile
5. Attribuire nuovi significati a ciò che abbiamo vissuto
6. Trarre ora sollievo emotivo e riduzione del dolore da questa rivisitazione
7. Individuare ora nuove azioni e nuovi modi di reagire ed agire di fronte al passato doloroso che ritorna al presente

Il tutto sempre in contatto con le emozioni che proviamo: riconoscere, legittimare, ascoltare, prendersi cura delle emozioni che viviamo mentre guardiamo e riguardiamo la nostra storia. Cogliere i bisogni che emergono da quelle emozioni, perché ogni emozione dolorosa conduce ad un bisogno frustrato. Fare qualcosa di utile, sano e adattivo con quel bisogno. Per imparare a ridurre la frustrazione e/o a gestirla meglio che in precedenza.
Un esempio per illustrare.
1. Sono sempre impulsivo, reattivo, scatto con rabbia per ogni minima cosa, ciò mi fa stare sempre in tensione e spesso sentire in colpa.
2. Mio padre mi ha detto ‘ironicamente’ che ancora non ha capito cosa voglio fare nella vita… Mi sono sentito criticato, svalutato, non ascoltato, non compreso. Ho provato rabbia, ho pensato di non meritare battute del genere perché prima di tutto per me è difficile questa situazione di incertezza a 30 anni. Gli ho dato una rispostaccia aggressiva (…), credo di averlo offeso.
3. Mio padre è sempre stato così. So che mi vuole bene e vuole il mio bene, ma davanti a questo suo modo di fare ho sempre reagito stizzito e rabbioso.
4. Credo sarà utile comprendere meglio questa mia sensibilità e reattività e al tempo stesso iniziare a comunicare con mio padre in modo diverso, voglio imparare a dire cosa penso e cosa provo quando lui si comporta il quel modo. Voglio cercare di farmi ascoltare e comprendere rispetto alle situazioni che mi fanno soffrire.
5. Probabilmente se inizio a parlare io diversamente a mio padre, le sue risposte e reazioni mi aiuteranno a capire meglio il suo punto di vista e il nostro rapporto. Ciò mi permetterà, spero, di vivere certi scambi con lui in modo più sereno, anche accettando i suoi eventuali limiti nel comprendermi e i miei limiti nel governare queste situazioni in cui mi arrabbio e scatto…
6. Spero di stare meglio inquadrando il tutto in modo nuovo. Forse alcune frustrazioni andranno via, altre riuscirò a capirle e gestirle meglio.
7.  Potrò continuare così a lavorare sulla mia ferita dolorosa, sul modo in cui ho imparato a reagire in questo modo e come posso imparare a trovare modi più utili, sani e adattivi per fare i conti col dolore antico che tende a tornare.

La scelta quotidiana

Le cose non succedono se non le vuoi far succedere… Ovvero: il rapporto di coppia stabile e duraturo è una scelta quotidiana. E quindi…
Immagina che il tuo partner ti tradisca … Stai nel presente della situazione come fosse realtà…
Cosa provi?
Che spiegazioni ti dai e che motivazioni ipotizzi?
Cosa significa per la coppia?
Cosa significa per te?
Quale tuo scopo di vita senti minacciato, compromesso o assolutamente fallito?
Quali tuoi bisogni emergono ora?
Cosa fai per affrontare la situazione?
Come scegli di andare avanti?
Ora…
Immagina di tradire il tuo partner … Immagina che sia una realtà realmente accaduta…
Cosa provi?
Che spiegazioni ti dai e che motivazioni ipotizzi?
Cosa significa per la coppia?
Cosa significa per te?
Quale tuo scopo di vita senti minacciato, compromesso o assolutamente fallito?
Quali tuoi bisogni emergono ora?
Cosa fai per affrontare la situazione?
Come scegli di andare avanti?
E ancora…
Immagina di far leggere queste righe al tuo partner…
Anzi… smetti di immaginarlo e condividete le risposte a queste domande…
Le cose non succedono se non le vuoi far succedere… Il rapporto di coppia stabile e duraturo è una scelta quotidiana…
Come è una scelta quella di leggere i temi della coppia in ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.

Datti la possibilità

Soprattutto nelle relazioni più importanti dal punto di vista affettivo, spesso, ci troviamo ad accusare gli altri di aver fatto una serie di cose per cui ci lamentiamo, additandoli della nostra sofferenza. Con quale scopo muoviamo queste accuse? Per ottenere cosa? Cosa vorremmo cambiasse? Cosa effettivamente otteniamo come risultato di queste accuse, critiche o rimproveri?
Prendi ciascuna delle situazioni in cui accusi l’altra persona di essersi comportata in un certo modo che non ti è piaciuto e prova a dire (a te stesso prima di tutto): in questa situazione IO HO PERMESSO CHE… Poi magari inizia a dire all’altro: in questa situazione IO TI HO PERMESSO DI…
Si tratta sostanzialmente di passare DAL COLPEVOLIZZARE l’altro in modo inutile, sterile, dannoso e controproducente, ALL’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ in prima persona del proprio cambiamento nella relazione.
Prova e vedi l’effetto che fa…
Agisci in modo nuovo per capire cose nuove…
Inizia a cambiare tu per cambiare l’altro…
Quando inizi a porti tu in modo diverso dal solito, induci, direttamente e indirettamente, l’altro a cambiare, ad adattarsi, a tenere conto del tuo nuovo comportamento e della tua nuova posizione nella relazione…
È una questione di scelte! Vuoi continuare a scegliere di lamentarti o vuoi cominciare a cambiare effettivamente le situazioni frustranti che vivi?
Vuoi continuare a leggere questo post oppure è ora di iniziare a leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line?

Quando sei in disaccordo con qualcuno

Quando sei in disaccordo con qualcuno, piuttosto che restare incagliato nell’aspettativa vana che l’altro la pensi come te o restare nella protesta furiosa che l’altro si convinca che le tue ragioni sono le uniche ragionevoli o intrappolarti nel tentativo disfunzionale di cambiare il modo di pensare e agire dell’altro, impegnati a comprendere che: il tuo punto di vista è solo uno tra i possibili, il punto di vista dell’altro ha un senso che, seppure non vuoi rispettare, devi perlomeno conoscere, che ogni posizione nasce da specifici valori (ciò che è importante e primario per te potrebbe essere molto diverso da ciò che è importante per l’altro).
Con questa premessa, puoi renderti conto che il conflitto tra persone e la delusione nei rapporti interpersonali originano dall’essere guidati, in maniera più o meno consapevole, da valori differenti da cui discendono azioni differenti.
Con questa consapevolezza, puoi cominciare ad agire per cercare di cambiare qualcosa (solitamente qualcosa di te, un tuo modo di pensare e comportarti) e per imparare ad accettare con sufficiente serenità ciò che non hai il potere di modificare.
E buon viaggio con ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.

La chiave della comprensione

Certamente, ti sarà capitato almeno una volta nella vita o forse ti capita più volte al giorno di confrontarti con qualcuno che manifesta nei tuoi confronti un comportamento aggressivo, ostile, astioso, spinoso, rancoroso, chiuso, passivo-aggressivo e simili. Al lavoro, in coppia, coi figli, coi genitori, con gli amici e anche col fruttivendolo. Nei rapporti più vicini e anche in quelli più blandi insomma.
Certamente, non ti sarà difficile, in queste circostanze, capire che quella persona sta vivendo una rabbia che manifesta in quel modo verso di te, a volte in modo fisico, altre volte solo verbalmente, altre ancora con comportamenti velati che pure tu hai imparato a conoscere bene e smascherare.
In queste occasioni, per comprendere l’altra persona e/o per governare al meglio la situazione e la relazione, può essere utile riflettere a partire da alcune domande-chiave:
QUAL È LA FRUSTRAZIONE DELL’ALTRO?
QUAL È IL SUO DOLORE?
QUAL È IL SUO BISOGNO?
È UN VISSUTO CHE PARTE DA UNA PRETESA INFANTILE DEL ‘BAMBINO FERITO’ CHE SI PORTA DENTRO?
È UN VISSUTO DELL’ADULTO ADEGUATO RISPETTO ALLA SITUAZIONE?
COSA POSSO, COSA VOGLIO, COSA DEVO FARE IO DI UTILE?
Inizia ad usare questa chiave per comprendere e vedi l’effetto che produce in te e nella relazione.
Ciò che emergerà, ti sarà certamente d’aiuto per il tuo comportamento consapevole e responsabile al servizio della cura di te e della relazione. Anche Alice lo dice, in ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.

La crisi di coppia

Prima di entrare in crisi la coppia ha un suo equilibrio: funziona in certi modi come coppia, nella relazione, nei contesti sociali e nei diversi ambiti di vita, mentre i singoli partner hanno certe abitudini che praticano da soli o con altre persone fuori dalla coppia.
Questa organizzazione attuale, più o meno consapevole per i due partner, è l’esito della storia di coppia. Breve o lunga che sia, durante il percorso di vita, la coppia ha imparato a funzionare in base a certe regole, abitudini e strategie, alcune dette, altre solo implicite, che hanno portato una sufficiente o molto elevata soddisfazione per entrambi i partner e nei diversi ambiti della relazione (quotidianità spicciola, progettualità a lungo termine, organizzazione del lavoro, ruoli reciproci, sessualità, rapporti con le famiglie d’origine, rapporti con l’esterno, eventuali ruoli genitoriali, profondità dello scambio comunicativo, ecc.). Soprattutto, la coppia, nel tempo, ha imparato ad integrare nel proprio bilancio emotivo una certa quota di frustrazione dei bisogni e delusione reciproca. Il partner è un pacchetto completo: prendere o lasciare; si prende in toto finché ci va o si lascia quando la delusione e la frustrazione diventano insostenibili. O si continua a stare insieme, male ma insieme. Qualunque scenario di cambiamento potrebbe non accadere mai o potrebbe succedere oggi. Cosa scatena la crisi dell’equilibrio precedentemente raggiunto? Ovviamente ogni caso è a sé, ma continuando in questo modello generale di lettura del funzionamento della coppia, così come mi si presenta spesso nelle persone che vedo per lavoro, possiamo ipotizzare che ad un certo punto arrivi un evento, spesso una persona, ma non necessariamente, a turbare l’equilibrio precedente. I singoli e la coppia come entità cercano di reggere all’urto e magari riescono a mantenere o ripristinare l’equilibrio. Se questo non succede, arrivano i sintomi: un tradimento, un allontanamento, una crisi depressiva di uno o entrambi, un continuo litigare, un raffreddamento reciproco, perdita di progettualità comune, ecc.
I sintomi, nella coppia come per i singoli, sono l’invito a guardare con attenzione cosa stia succedendo, tentare di comprenderne il senso, mettere in discussione alcune granitiche verità o modalità di comportamento e relazione.
La coppia a questo punto è chiamata a confrontarsi con i movimenti in atto, ad attraversarli con tutto il carico emotivo che ciò comporta, a tentare di stabilire nuovi equilibri, tra cui anche la possibilità di un equilibrio nuovo basato sulla separazione…
La coppia cercherà di attivare le risorse disponibili, dentro e fuori la coppia stessa, per affrontare il momento. Se ciò non sarà sufficiente, sarà ipotizzabile una richiesta di terapia.
In ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line, sottolineo a più riprese l’importanza di affrontare i problemi nella relazione attraverso una comunicazione efficace, basata prima di tutto sulla consapevolezza di ciò che sta avvenendo ‘nel’ rapporto e ‘dentro’ ciascuno dei partner.

La strada maestra

QUANDO CRITICHI, cerca di accedere ai tuoi stati mentali… Quando, solitamente in un incontro o scontro concreto con una persona o anche semplicemente nelle tue ruminazioni mentali, ti ritrovi a criticare l’altro, rimproverarlo o giudicarlo, colpevolizzarlo o svalutarlo per quello che ha fatto o non ha fatto, chiediti: quale stato d’animo sto provando? Quale mio bisogno è frustrato? Quale mio desiderio è in gioco? Quali altri pensieri accompagnano le mie parole? Rispondere a queste domande è la strada maestra per risolvere i tuoi problemi con le persone (e con te stesso). Per capire come agire…
QUANDO VIENI CRITICATO, cerca di conoscere gli stati mentali dell’altra persona… Quando ricevi una critica, un giudizio, un rimprovero, una colpevolizzazione o una svalutazione, manifeste o più velate che siano, per quello che hai fatto o non hai fatto, chiediti: cosa motiva questo comportamento dell’altra persona? Quali emozioni, pensieri, bisogni e desideri? Cercare di comprendere gli stati mentali dell’altro è un’altra strada maestra per risolvere molti dei tuoi problemi interpersonali o quantomeno per comprenderli meglio e regolare in modo più consapevole il tuo comportamento.
Se proprio non ti bastano queste due strade, la terza ormai è nota: leggere ed applicare alla tua vita quotidiana ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.

32. Estate meravigliosa. Parola alle parole

Oggi per la tua estate meravigliosa ti suggerisco una pratica di auto-osservazione. Attenta e auto-disciplinata. Considerala un gioco, considerati un bambino esploratore curioso e gioioso.
NOTA L’EFFETTO CHE LE TUE PAROLE HANNO SUGLI ALTRI…
NOTA L’EFFETTO CHE LE PAROLE DEGLI ALTRI HANNO SU DI TE…
Per cercare il primo effetto, osserva le reazioni degli altri, ascolta cosa rispondono direttamente o indirettamente e, quando possibile, chiedi proprio cosa hanno pensato e provato a seguito di ciò che tu hai detto.
Per cercare il secondo effetto, nota cosa provi e cosa pensi, cosa pensi e cosa provi dopo aver sentito certe parole e discorsi da certe persone.
Le parole possono accarezzarci o prenderci a schiaffi… Possono invitarci al sublime o prenderci a morsi…
Le parole possono essere foglie al vento o nuvole passeggere di cui nemmeno ci accorgiamo…
Le parole possono essere sassi pesanti che cerchiamo inutilmente di masticare e che evidentemente non riusciamo proprio a digerire…
Le parole veicolano pensieri…
I pensieri entrano nel cuore… Generano emozioni… Possono nutrirlo come possono ferirlo…
I pensieri veicolano convinzioni e credenze su sé e sul mondo…
Le credenze costruiscono storie con cui diamo senso al mondo e mappe da cui ci facciamo guidare nelle relazioni e nelle decisioni…
Conoscere il potere che diamo a parole, pensieri ed emozioni è la via per prendere in mano la direzione della nostra vita…
La pratica che ti suggerisco può sembrare un po’ troppo complicata ed in effetti richiede il tuo impegno attento. Quotidiano, momento per momento… Ma i risultati che ne puoi trarre sono illuminanti per la tua consapevolezza e molto utili per la tua efficacia interpersonale.
Prendila come un gioco, estivo, leggero e anche per tutta la vita.
Se ordini ‘Alice nel paese delle miserie’, direttamente in libreria oppure on line, puoi cominciare col notare l’effetto che fa su di te (e sugli altri) la tua attenta lettura e applicazione degli spunti del libro riguardanti la comunicazione e le relazioni.

31. Estate meravigliosa. Trasforma la tua critica nell’espressione del tuo bisogno

Potrai certamente notare anche tu che molti nostri scambi nelle relazioni quotidiane sono pieni di critiche, rimproveri e giudizi che, non proprio amorevolmente, siamo abituati, chi più chi meno, a far circolare nelle nostre comunicazioni. In famiglia e al lavoro, con gli amici e anche con noi stessi…
Le critiche fanno bene se sono espresse in modo rispettoso e mirato a far crescere la persona a cui sono indirizzate…
Le critiche fanno male se sono espresse, più o meno consapevolmente, con aggressività, rabbia e disprezzo che, direttamente o indirettamente, esprimono la frustrazione di chi le sputa come veleno…
Quando c’è frustrazione c’è sempre un bisogno non ascoltato e non appagato…
Allora oggi, per la tua vita meravigliosa, ti suggerisco:
TRASFORMA LA TUA CRITICA NELL’ESPRESSIONE DEL TUO BISOGNO!
Invece di criticare, svalutare, attaccare, aggredire, colpevolizzare, disprezzare, rimproverare e via giudicando, cogli, nei tuoi pensieri, nelle tue emozioni e nelle tue espressioni, qual è il tuo bisogno frustrato e portalo in maniera esplicita all’altro, magari meglio se accompagnato da una richiesta specifica e concreta che puoi fare alla persona affinché possa agire per la soddisfazione del tuo bisogno.
Questo suggerimento non è garanzia di sicuro successo e soddisfazione del bisogno, ma certamente porta almeno tre risultati:
1. Riduci in modo significativo il veleno reciproco…
2. Comprendi meglio cosa vuoi veramente…
3. Capisci come procedere in maniera efficace in direzione della tua soddisfazione…
Se non ti basta allora puoi anche iniziare a leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, ordinandolo direttamente in libreria oppure on line.

La mano. Ricevere e stoppare

Dire no alle richieste degli altri che sentiamo eccessive per noi e chiedere agli altri per i nostri bisogni sono due facce note della stessa medaglia.
Sentiamo le richieste degli altri eccessive perché non ce la facciamo, siamo stanchi, siamo già pieni di doveri e compiti che ci siamo assunti. Del resto, a volte dobbiamo o dovremmo chiedere aiuto agli altri per soddisfare certi nostri bisogni semplicemente perché da soli non riusciamo o perché una mano dell’altro ci sarebbe di grande sostegno e conforto.
Spesso chiedere e dire no sono due attività molto difficili per noi; facili a dirsi meno a farsi perché nell’atto di immaginare di farlo incontriamo emozioni varie che ci disturbano, a cominciare da paure di rifiuto e sensi di colpa. Paura di offendere e di deludere. Paura di ferire ed essere feriti. E tu cosa provi e cosa pensi quando ti immagini di chiedere e/o di dire no?
Queste due attività sono vitali perché definiscono chi siamo, cosa vogliamo e il nostro spazio vitale che dobbiamo confinare bene, facendo entrare chi ci può far bene e tenendo fuori chi sentiamo per noi nocivo.
Imparare a dire sì e no, a chiedere oltre che fare da soli rappresenta un apprendimento che avremmo dovuto imparare da piccoli. Oggi probabilmente molti nostri problemi personali e interpersonali derivano da questa nostra difficoltà e incapacità. Fortunatamente, oggi è anche il primo giorno del resto della tua vita in cui, invece che recriminare su ciò che non è stato, puoi imparare a creare una vita la più vicina possibile ai tuoi desideri. A cominciare dalla lettura di ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro di crescita personale e psicoterapia che puoi ordinare direttamente in libreria o nelle librerie on line.