In un mondo che è sempre più oscuro, fonte di confusione e pieno di incertezze, poche sono le certezze, chiare ed evidenti:
1. Se vuoi migliorare il tuo benessere, oltre che ridurre la tua sofferenza, devi agire su te stesso, impegnarti in prima persona per attivare cambiamenti.
2. Dai tuoi cambiamenti si attiveranno conseguenze ed influenze verso l’esterno, verso gli altri e l’ambiente.
3. Le vie del cambiamento sono infinite.
Ovvero:
A. Smetti di inseguire la missione impossibile di cambiare gli altri o aspettare che cambino. Il cambiamento esterno puoi desiderarlo, devi chiedere e agire per attivarlo, puoi sperare di ottenere ciò che chiedi, devi saper accettare anche i rifiuti, le frustrazioni e le delusioni.
B. Quando cambi tu, certamente gli altri avranno a che fare con una persona diversa e ciò potrà avere un’influenza più o meno grande sul loro comportamento, a volte positiva per te, a volte meno desiderabile. Questo è…
C. Puoi cambiare i tuoi comportamenti e le tue abitudini, puoi cambiare i tuoi pensieri e il tuo modo di pensare, puoi cambiare le tue emozioni e il tuo modo di esprimerle e governarle, puoi agire sulle tue sensazioni somatiche per attivare stati di benessere, puoi imparare a comunicare in modo più efficace con gli altri, puoi imparare a governare i conflitti interpersonali, puoi governare il tuo tempo in modo più consapevole e in linea coi tuoi bisogni e desideri. Puoi coltivare la tua spiritualità al servizio della tua evoluzione personale e chissà quanti altri cambiamenti puoi fare, in ogni ambito, ruolo e relazione della tua vita. La tua fantasia e creatività non hanno limiti…
E puoi anche leggere e trarre ispirazione per i tuoi cambiamenti da ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Categoria: autostima
La tua autostima
Se la tua autostima è la tua autostima allora non può dipendere da ciò che fanno o dicono gli altri. Questo vuol dire che nessuno ha il potere di farti sentire inferiore se tu non glielo permetti. Nessuno ha il potere di farti sentire non amato se tu non glielo permetti. Nessuno ha il potere di farti sentire di non valere se tu non glielo permetti.
Quello che fa un’altra persona può avere certamente un effetto su di te, ad esempio se vieni tradito o lasciato o preso in giro o ingannato. Oppure se vieni manipolato, sfruttato, minacciato, ricattato. Questi comportamenti altrui ti creano certamente o molto probabilmente emozioni dolorose (tristezza, paura, rabbia, ecc.) legate a ciò che perdi e ai danni che subisci, dal punto di vista materiale e affettivo. E quasi inevitabile. Ma tu hai il potere di non aggiungere ‘dolore evitabile’. Puoi dare senso a ciò che ti è accaduto proteggendo la tua autostima. Ciò che fa l’altro può procurarti dolore, perdita e danno, ma i suoi comportamenti parlano dell’altro non parlano di te. Quello che fa l’altro parla dei suoi bisogni, dei suoi desideri, delle sue scelte (anche delle sue difficoltà e dei suoi limiti) che potranno procurarti effetti spiacevoli, ma non fino al punto di distruggere il senso del tuo essere amabile, pieno di valore e degno. A meno che tu non lo permetta. Certo l’altro avrebbe potuto fare altre scelte, forse avrebbe potuto cercare altre modalità e soluzioni, ma questo è! E tu con questo ti devi rapportare.
Probabilmente quando eri piccolo può essere successo qualcosa del genere. Quando siamo piccoli siamo effettivamente molto dipendenti dalle esperienze che viviamo con i grandi. Ovviamente se viviamo esperienze di abuso fisico ed emotivo, ma anche in situazioni più ‘normali’ che comunque instillano in noi idee su chi siamo, su quanto valiamo, su quanto siamo amabili, addirittura su quanto ‘meritiamo amore’; questo perché il bambino non sa che l’amore non va meritato ed è un diritto incondizionato, senza se e senza ma. Purtroppo, dunque, nella mente infantile si crea una ferita, in tutto il nostro corpo, in ogni nostra cellula nasce e cresce un ‘bambino ferito’ che crede di dover meritare amore e stima.
Da adulti possiamo e dobbiamo prenderci cura di quella ferita. Abbracciare quel bambino dentro di noi. Comprenderlo, curarlo, amarlo. Rassicurarlo che per quanto la vita si presenti a volte come ‘brutta, sporca e cattiva’, noi manteniamo il diritto e abbiamo la possibilità di creare una vita d’amore e che per noi vale la gioia di essere vissuta. A quel punto, la scelta passa a noi nonostante le scelte degli altri con cui ci dobbiamo confrontare … Ecco perché credo che ciascuno di noi abbia sempre un certo grado di potere per passare dalla miseria alla meraviglia e lo crede anche ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Quando le cose non vanno
Quando le cose non vanno come vorresti e ti senti frustrato e deluso, sono utili tre passaggi.
1. SII COMPASSIONEVOLE CON TE STESSO. Non significa farti pietà, compatirti o cercare compatimento dagli altri. Significa invece essere attento alla tua sofferenza, riconoscere, legittimare e rispettare ogni tua emozione dolorosa, senza giudicarti. Anzi, cercando di impegnarti a fare il possibile per alleviarla e superarla.
2. RICONOSCI LA TUA RABBIA COME RISORSA. La rabbia è una parte di te sempre o quasi sempre presente quando ti senti frustrato e deluso, anche se non tutti, per cultura ed educazione, siamo abituati a riconoscerla e tanto meno a maneggiarla. Rabbia non vuol dire essere violento, anche se spesso nell’immaginario comune arrabbiarsi coincide con esprimere la rabbia in modo eccessivo, scomposto, aggressivo. La rabbia, piuttosto, è un’emozione sana che nasce quando ci sentiamo frustrati nei nostri bisogni, delusi da qualcuno o da noi stessi, non rispettati o danneggiati o ingiustamente trattati. È quindi una risorsa, se riconosciuta come legittima, espressa in modo rispettoso di sé e dell’altro e utile a tentare di mettere a posto la situazione fonte della rabbia stessa.
3. Utilizza la cura dell’autocompassione e l’energia della rabbia al servizio di SCELTE UTILI per cercare di ottenere ciò che desideri e di cui hai bisogno. A volte otterrai proprio ciò che volevi. Altre volte dovrai accettare una parte di impotenza. È così… Puoi provare e riprovare, ma probabilmente non sempre tutte le cose andranno proprio a posto. Allora una scelta utile diventa imparare a dire (e interiorizzare) con serenità: “è andata così…”.
Questi tre passaggi, diversi ovviamente in base al contesto e alla persona, sono fondamentali per passare dalla miseria alla meraviglia, come è illustrato con numerosi esempi in ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Avrei voluto chiamare questo post Un mondo di juventini e l’importanza di essere romanisti
Purtroppo la società odierna, molto di più rispetto a qualche decennio fa, sembra legittimare solo alcune possibilità dell’umano esistere. Siamo tutti impregnati del DOVER VINCERE, in tutte le sue sfumature emotive e relazionali. Nessuno spazio mentale è concesso alla POSSIBILITÀ DI PERDERE, in tutte le sue accezioni.
Dobbiamo tutti essere iperperformanti in direzione dell’efficacia e dell’efficienza personali in ogni ambito e ruolo di vita. Non possiamo permetterci di non raggiungere obiettivi o soddisfare aspettative. Conseguentemente non possiamo sentire fragilità e dolore, tristezza e paura.
Chi deve assolutamente vincere e chi non può mai perdere diventano entrambi portatori di sofferenza.
Ogni piccolo scarto da aspettative ideali e grandiose diventa fonte di sofferenza. E quando non si adempiono alla perfezione le aspettative su come dover essere non è permessa alcuna espressione del dolore. Anzi nemmeno il suo riconoscimento a volte.
Nota quanto è presente questo funzionamento nella tua vita quotidiana… Al lavoro… Nella coppia… Come genitore… Come figlio… Come amico… In qualsiasi attività tu sia impegnato, magari anche in attività ricreative che vengono comunque invase da aspettative ideali di perfezione e successo e dall’impossibilità di viverle per come si presentano con la necessità di nascondere, a sé e agli altri, ogni segno di frustrazione e delusione, dolore e tristezza, paura e rabbia. Con annessa l’incapacità di assumersi serenamente la responsabilità delle proprie azioni accompagnata dalla tendenza ad incolpare qualcuno o qualcosa del proprio ‘impossibile fallimento’.
Successo e fallimento sono proprio le polarità in cui viene sistematicamente interpretata e vissuta la propria esperienza. Lasciando ben poco altro da valorizzare. O vinci o sei ultimo. O domini o null’altro ha valore.
Ogni nostro comportamento è guidato dalla motivazione competitiva che fino ad un certo punto è funzionale, utile per raggiungere i propri obiettivi, ma che, se portata all’eccesso, diventa disfunzionale: per la necessità assoluta di vincere (pena la perdita di stima e valore personale e la paura di essere meno interessanti per gli altri) e l’impossibilità di perdere (pena il rischio del rifiuto sociale, della vergogna e del disprezzo, anche auto-inflitto).
Siamo diventati maestri nel negare o nascondere le emozioni dolorose (tristezza, paura, vergogna e anche rabbia). Abbiamo imparato a non riconoscerle o non legittimarle, quasi fossero malattie o peccati o pecche da eliminare rispetto alla necessità di raggiungere il proprio ideale perfezionista. Le abbiamo associate a debolezza e vulnerabilità, quindi qualcosa da allontanare dalla mente, in una società inflazionata dai miti della felicità perfetta e del successo a tutti i costi. Un falso sé grandioso sgomita e non lascia spazio a un sé autentico, reale, umano, completo, integrato, fallibile, imperfetto. Non c’è spazio mentale per la mancanza, l’ambivalenza, la non perfezione.
In questo modo, cacciata dalla finestra, quella sofferenza, reale e autentica, butterà prima o poi giù la porta e si ripresenterà attraverso sintomi e malesseri più o meno gravi e dolorosi.
Molte persone che chiedono il mio aiuto professionale portano una sofferenza che nasce dall’impossibilità di perdere (o semplicemente arrivare secondi a volte) o dall’impossibilità di manifestare il proprio dolore da sconfitta e perdita.
La cura comincia dal riconoscimento, dall’accoglienza e dalla legittimazione di quel dolore. Quindi prosegue col riconoscimento dell’aspetto persecutorio delle aspettative ideali grandiose, figlie di questa società narcisistica, malata di apparenza che copre il vuoto di sostanza. Aspettative interiorizzate, fatte proprie, più o meno consapevolmente, attraverso cui diventiamo i peggiori nemici di noi stessi, alla ricerca del dover essere all’altezza senza mai riuscirci, sentendoci sempre “non abbastanza”.
Riconosciuto l’aspetto patologico di aspettative esterne ed interne, è importante comprendere a cosa serve funzionare in questo modo. È l’unico modo per sentirsi persone amabili e di valore? E l’unico modo per sentirsi parte di legami e di gruppi? È l’unico modo per avere accesso a risorse limitate (ricchezza materiale e affettiva)? È l’unico modo per essere appagati, sereni e felici?
Questa investigazione porta quindi a cercare e inventare un modo più adatto a sé per stare al mondo, con sé e con gli altri, per sentire autenticamente che si sta procedendo sulla strada di obiettivi e valori veramente importanti per sé. Imparando a godere della vittoria e concedendosi anche di vivere la sconfitta. Continuando a perseguire i propri obiettivi, anche ambiziosi, senza negare i sentimenti dolorosi della sconfitta. Imparando quindi a considerare diversi modi e forme della vittoria e dell’esperienza appagante…
La tua idea
Immagino tu insegua felicità e successo. Più o meno consapevolmente, la felicità e l’amore come il successo e la stima sono tuoi bisogni, spinte propulsive del tuo comportamento. Amore, felicità, appagamento, successo, stima, realizzazione. Potrei continuare ancora a lungo elencando sinonimi e affini dei due valori fondamentali a guida del nostro agire. Ma forse è più utile ora chiederti: quale idea di amore e successo persegui? Le tue idee o quelle di qualcun altro? O della ‘società’?
Comincia allora a chiarire.
Quali sono i tuoi valori e bisogni fondamentali che guidano il tuo agire … Amore… Apprezzamento… Autonomia… Appartenenza… Libertà… Rispetto… Condivisione… Solidarietà… Potere… Bellezza…
Bisogno è ciò che ti spinge dal basso…
Valore è ciò che è per te importante realizzare nella tua vita…
Cosa intendi esattamente quando, ad esempio, parli di amore o successo o qualche altro valore/bisogno…
Come traduci nel concreto questi bisogni e valori: quali esperienze devi vivere e quali azioni devi compiere per sentire appagati quei bisogni e realizzati quei valori.
Mi sento amato quando…
Sento di amare quando…
Mi sento stimato quando…
Provo autostima quando…
Mi sento autonomo quando…
Mi sento appartenere quando…
Mi sento nella condivisione quando…
Mi sento rispettato quando…
Mi sento… Quando…
Comincia a rispondere e vedi cosa emerge alla tua consapevolezza e che effetto può avere sul tuo comportamento, sulle tue emozioni, sulle tue scelte, sulle tue relazioni.
Se ti serve qualche indicazione in più, fatti aiutare dalla lettura di ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.
Cosa puoi ottenere da una psicoterapia
Che tu venga per affrontare i tuoi problemi che finora non sei riuscito a risolvere in altro modo oppure per ridurre fino ad eliminare la tua sofferenza (sintomi fisici, psichici e interpersonali) oppure per imparare a governare lo stress, le frustrazioni e le delusioni del quotidiano o anche per lasciarti finalmente alle spalle ferite antiche, traumi e dolori irrisolti, è importante che tu sappia che la psicoterapia non è un percorso per eliminare totalmente la sofferenza, realizzare ogni desiderio e scopo e raggiungere la perfetta felicità.
La psicoterapia è un’esperienza attraverso la quale impari ad affrontare le tue paure in direzione dei tuoi desideri.
La psicoterapia ti aiuta a definire con chiarezza cosa è importante per te (cosa ha valore per te) e a tradurlo in obiettivi chiari, concreti, specifici e raggiungibili.
La psicoterapia ti aiuta ad agire con consapevolezza e responsabilità, per quanto è in tuo potere, per raggiungere i tuoi obiettivi, aiutandoti anche a distinguere cosa puoi modificare e cosa non puoi cambiare.
Nel percorso terapeutico impari a tollerare la frustrazione, interiorizzare il senso del limite, accettare le perdite, superare i fallimenti, venire a patti con traumi e angosce.
La psicoterapia ti aiuta a rinunciare, in parte o completamente, a certi scopi irraggiungibili e a cercare nuove modalità e strategie per raggiungere scopi realistici.
La psicoterapia ti permette di conoscere meglio te stesso e attivare potenzialità e risorse personali in direzione del tuo benessere e della tua evoluzione personale.
Da ultimo, ma primariamente importante, la psicoterapia aiuta la persona a diventare il miglior esperto di se stesso e quindi ‘guaritore e guida di se stesso’, capace di:
– osservarsi ed ascoltarsi nelle proprie emozioni e nei bisogni;
– legittimare i personali desideri e scopi;
– comprendere il proprio modo di pensare e agire;
– agire in direzione del proprio benessere, rispettando sé, gli altri e la realtà e trovando la giusta integrazione tra cambiamento e accettazione.
Il Re e il giudice
Conosci la storia del Re e del suo giardino? Un giorno il Re mentre passeggiava nel suo giardino trovò tutte le sue piante appassite e morenti: il leccio abbattuto perché “non posso essere alto come l’abete”; l’abete sconfortato perché “non riesco a fare frutti”; la vite sconsolata “perché i miei fiori non sono belli come quelli della rosa”.
Quasi tutti nel giardino del Re si stavano lasciando travolgere dall’angoscia del destino beffardo che aveva assegnato a ciascuno di loro un ‘percorso fallimentare’, finché trovò un piccolo arbusto che, invece, rigoglioso si mostrava orgoglioso della sua bellezza e della sua unicità. Il Re cercò di capire il segreto della sua fiera felicità. “Quando mi hai piantato volevi un glicine, ma io non sono la pianta che tu vuoi, io sono la pianta che sono e, non potendo essere altro che ciò che sono, cerco di farlo al meglio“.
Spesso uso questa storiella con le persone che sono sopraffatte dal loro ‘giudice interiore’.
Il giudice interiore è quella serie di pensieri, parole e voci nella testa che ci riempiono di giudizi feroci per quello che non siamo, critiche spietate per i nostri compiti fatti male, rimproveri estremi per ciò che non abbiamo fatto, colpevolizzazioni distruttive per ciò che abbiamo fatto.
Queste voci nella testa gravano pesantemente sul nostro umore, determinano i nostri stati d’animo e le sensazioni dolorose e piene di tensione che percepiamo in diverse parti del corpo.
Il giudice interiore è il figlio di tutte le figure di autorità, a partire dai genitori, che ci hanno insegnato, direttamente e indirettamente, le regole per stare al mondo. E, come ogni autorità, ci fornisce regole utili e regole che ci stanno strette, che forse andavano bene un tempo, ma ora non più.
Il percorso di crescita personale e di individuazione (diventare individui autonomi, separati e differenziati dal nostro nucleo originario) prevede sempre un confronto col giudice interiore e con tutte le forme di giudizio che incontriamo nella nostra quotidianità, nella realtà o nella nostra immaginazione.
Smussare gli eccessi del giudice ed integrare una forma equilibrata di regole è ciò che caratterizza la ricerca e la costruzione di una propria identità sana e funzionale al nostro benessere e alla formazione di buone relazioni.
In ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line, un intero capitolo è dedicato alla conoscenza del ‘giudice’ e alla costruzione di un rapporto più equilibrato con le nostre paure del giudizio, esterno e interno.
La verità
La verità è che tu passi l’intera vita ad essere vittima di te stesso, del tuo ‘giudice interiore’, in particolare, che ti accusa da sempre e continuamente, con infamie e critiche eccessive, rimproveri e colpevolizzazioni.
“Non sei questo e non sei quello…”
“Dovresti essere così e non dovresti essere colà…”
Sei certamente vittima dei tuoi ‘pensieri automatici’, quasi sempre inconsapevoli, che ti fanno sentire incapace, inferiore, fallito, colpevole, brutto, sporco e cattivo e che ti intossicano di dolore e tristezza, senso di colpa e vergogna, rabbia e preoccupazione, ansia e depressione.
Ma tu lo sai quali sono le colpe di cui vieni accusato dal tuo giudice interiore? E quali le regole che avresti infranto? Quali sono le prove della tua colpa? E se le cose stessero diversamente da come ti vuole far credere il tuo tiranno interiore?
Ecco, forse devi andare un po’ meglio ad esplorare cosa succede al tuo interno e che condiziona tanto il tuo malessere e il tuo comportamento.
Puoi farlo, ad esempio, cominciando a leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line. Ci troverai numerosissimi esempi di come il giudice interno condiziona le nostre scelte e i nostri stati d’animo.
Ogni percorso di crescita personale (di ciascuno di noi) e anche ogni percorso terapeutico prevedono l’incontro col proprio giudice interno. Per ringraziarlo nella misura in cui ci aiuta a capire sanamente cosa è giusto e cosa è sbagliato per la nostra felicità integrata con quella altrui. E per lasciarselo alle spalle (o rimandarlo al paese da dove è venuto) nella misura in cui boicotta in modo severo, rigido e insensato ogni nostro tentativo di essere felici.
Autore e attore della tua esperienza di benessere
Oggi un esercizio di esplorazione… Per diventare autore ed attore del tuo benessere…
Definisci cosa sono per te benessere, autostima, serenità, felicità… 4 esperienze desiderate, 4 definizioni…
Per ciascuna di queste esperienze definisci quanto le senti soddisfatte o raggiunte o vissute su una scala da 1 (minimo) a 10 (massimo)…
Per ciascuna di queste esperienze individua le fonti da cui deriva…
Per ciascuna di queste esperienze definisci cosa stai facendo per sentirle, per viverle…
Per ciascuna di queste esperienze individua cos’altro vorresti fare…
Per ciascuna di queste esperienze individua cos’altro dovresti fare…
Per ciascuna di queste esperienze individua cos’altro farai oggi…
Per ciascuna di queste esperienze prendi una decisione, un’azione in direzione di una soddisfazione…
Un primo passo verso il tuo benessere…
Un primo passo verso la tua autostima…
Un primo passo verso la tua serenità…
Un primo passo verso la tua felicità…
Ovviamente, quando agisci per ottenere ciò che desideri, a volte va tutto molto bene, altre volte anche molto male; sarà comunque importante raccogliere le informazioni del tuo agire, rifletterci e organizzare l’azione successiva e così via verso un circolo virtuoso in direzione di ciò che desideri…
Se fai questo esercizio con cura (e per iscritto)… Stai sulla strada giusta verso la meraviglia… E ti basterà aggiungere solamente la lettura di ‘Alice nel paese delle miserie’, libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line…
20. Estate meravigliosa. Riconosci il tuo valore
“Sono venuto qui, maestro, perché mi sento così inutile che non ho voglia di fare nulla. Mi dicono che sono un inetto, che non faccio bene niente, che sono maldestro e un po’ tonto. Come posso migliorare? Che cosa posso fare perché mi apprezzino di più?”.
Il maestro gli rispose senza guardarlo: “Mi dispiace, ragazzo. Non ti posso aiutare perché prima ho un problema da risolvere. Dopo, magari…”. E dopo una pausa aggiunse: “Ma se tu mi aiutassi, magari potrei risolvere il mio problema più in fretta e dopo aiutare te”. “Con…piacere, maestro” disse il giovane esitante, sentendosi di nuovo sminuito visto che la soluzione del suo problema era stata rimandata per l’ennesima volta.
“Bene” continuò il maestro. Si tolse un anello che portava al mignolo della mano sinistra e, porgendolo al ragazzo, aggiunse: “Prendi il cavallo che c’è là fuori e va’ al mercato. Ho bisogno di vendere questo anello perché devo pagare un debito. Vorrei ricavarne una bella sommetta, per cui non accettare meno di una moneta d’oro. Va’ e ritorna con la moneta d’oro il più presto possibile.” Il giovane prese l’anello e partì.
Appena fu giunto al mercato iniziò a offrire l’anello ai mercanti, che lo guardavano con un certo interesse finché il giovane diceva il prezzo. Quando il giovane menzionava la moneta d’oro, alcuni si mettevano a ridere, altri giravano la faccia dall’altra parte e soltanto un vecchio gentile si prese la briga di spiegargli che una moneta d’oro era troppo preziosa in cambio di un anello.
Pur di aiutarlo, qualcuno gli offrì una moneta d’argento e un recipiente di rame, ma il giovane aveva istruzioni di non accettare meno di una moneta d’oro e rifiutò l’offerta. Dopo avere offerto il gioiello a tutte le persone che incrociava al mercato – e saranno state più di cento- rimontò a cavallo demoralizzato per il fallimento e intraprese la via del ritorno. Quanto avrebbe desiderato avere una moneta d’oro per regalarla al maestro e liberarlo dalle sue preoccupazioni! Così finalmente avrebbe ottenuto il suo consiglio e l’aiuto.
Entrò nella sua stanza. “Maestro” disse “mi dispiace. Non è possibile ricavare quello che chiedi. Magari sarei riuscito a ottenere due o tre monete d’argento, ma credo di non poter ingannare nessuno riguardo il vero valore dell’anello.”
“Quello che hai detto è molto importante, giovane amico” rispose il maestro sorridendo. “Prima dobbiamo conoscere il vero valore dell’anello. Rimonta a cavallo e vai dal gioielliere. Chi lo può sapere meglio di lui? Digli che vorresti vendere l’anello e chiedigli quanto ti darebbe. Ma non importa quello che ti offre: non glielo vendere. E ritorna qui con il mio anello.”
Il giovane riprese di nuovo a cavalcare. Il gioielliere esaminò l’anello alla luce della lanterna, lo guardò con la lente, lo soppesò e disse al ragazzo: “Dì al maestro, ragazzo, che se vuole vendere oggi stesso il suo anello, non posso dargli più di cinquantotto monete d’oro”. “Cinquantotto monete?” esclamò il giovane. “Sì” rispose il gioielliere. “Lo so che avendo più tempo a disposizione potremmo ricavare circa settanta monete d’oro, ma se ha urgenza di vendere…”
Il giovane si precipitò dal maestro tutto emozionato a raccontargli l’accaduto.
“Siediti” disse il maestro dopo averlo ascoltato. “Tu sei come questo anello: un gioiello unico e prezioso. E come tale puoi essere valutato soltanto da un vero esperto. Perché pretendi che chiunque sia in grado di scoprire il tuo vero valore?”
E così dicendo si infilò di nuovo l’anello al mignolo della mano sinistra.
Per la tua vita meravigliosa, oltre alla lettura di ‘Alice nel paese delle miserie’ (libro che puoi ordinare in libreria oppure on line), oggi ti suggerisco:
COSTRUISCI LA TUA AUTOSTIMA A PARTIRE DA TE STESSO.
Ti hanno detto da una vita che non sei capace e non hai valore… (e un bambino ferito continua a vivere dentro di te oggi)…
Hai cominciato a credere che ciò fosse vero… E ancora oggi ti fai guidare da quelle storie, credenze e convinzioni che affossano il tuo umore e il tuo valore…
Sei abituato nella quotidianità a svalutare te stesso… e agisci continuamente guidato dall’idea di non valere niente…
Inizia proprio ora a riconoscere il tuo valore, il tuo essere unico, con le tue caratteristiche individuali e le tue risorse (impara a riconoscerle) che fanno di te una persona preziosa e piena di valore…
Inizia ad agire nella direzione dei tuoi desideri… incontrando anche limiti e vivendo anche tante frustrazioni, ma mai perdendo il senso del tuo valore…