Match interiore

Hai anche tu QUALCOSA CHE NON RIESCI A NON FARE? Magari vorresti non farlo, ma non riesci a non farlo.
Non mi riferisco alle tentazioni, quelle che “non dovresti” e, invece, finisci per “caderci”. Mi riferisco, in particolare, alle cose che dentro te ti dici che devi fare! Per forza! Devi farle!!! Altrimenti? Altrimenti c’è un qualche tipo di paura che senti, che immagini proveresti se ti permettessi di non fare quella cosa. Esempi. Devi per forza fare i piatti la sera. Devi assolutamente sottolineare ogni volta che leggi un libro. Devi assolutamente chiamare il tuo amico ogni giorno. Devi assolutamente essere presente alla festa aziendale. Devi assolutamente essere il primo. Devi assolutamente occuparti dei bisogni degli altri. Devi assolutamente controllare ogni cosa. Devi fare ogni cosa in modo perfetto.
Poi ci sono PENSIERI CHE NON RIESCI A NON FARE. Pensare al futuro e pensare al passato, superando il limite di quanto ti può essere utile farlo.
Pensare al futuro può essere utile, ma non può diventare un rimuginare sterile per risolvere ogni incertezza oppure pensare al futuro per programmare in modo ossessivo cosa farai tra 16 anni, 4 mesi e un giorno. L’illusione è quella di avere il controllo totale.
Pensare al passato può essere utile per apprendere dall’esperienza, ma spesso rischia di diventare ruminazione rabbiosa sugli errori altrui o ruminazione depressiva sui propri errori e difetti. Ancora una volta è importante superare l’illusione del controllo: il passato può essere un grande maestro, ma non può trasformarsi in una gabbia in cui chiudiamo noi stessi.
Anche pensare agli altri può trasformarsi da attività utile per buone relazioni, sia personali che professionali, ad attività dannosa caratterizzata da ansie, rancori, delusioni, ecc.
Ma allora, PERCHÉ LO FAI? PERCHÉ NON RIESCI A NON FARLO?
Quando si tratta di cose che devi assolutamente fare nonostante la realtà ti dia anche altre possibilità, probabilmente, sei preda del GIUDICE INTERIORE. Sotto il suo SGUARDO MINACCIOSO CHE INCUTE PAURA. Si attiva un vero è proprio MATCH INTERIORE tra il tuo giudice interiore (una parte di te) e un’altra parte di te che ha altri desideri e bisogni ma non riesce a liberarsi dal rimprovero e dalla colpa, dal giudizio e dalla critica.
Più in dettaglio: quel è la minaccia di quello sguardo giudicante? Se ti comporti così… Allora…
Per cosa devi giustificarti di fronte al giudice severo? Per cosa devi rendergli conto? Giustificarti rispetto a quale difetto o errore, presunto o reale? Per sentirti libero da quale dovere? Per giustificare quali bisogni e desideri?
L’aspetto fondamentale è proprio lo scontro tra il giudice che impone regole, imperativi, divieti e altre parti di sé che portano bisogni e desideri che non rientrano nelle costrizioni imposte dal giudice interno.
Devi… Vorrei…
Non devi… Mi piacerebbe…
È assolutamente necessario che… Preferirei che…
Se vince sempre il giudice interiore, prima o poi, in una forma o nell’altra, arriva la malattia, la sofferenza, fisica, psicologica, nelle relazioni.
Per vincere questo match interiore ovvero per promuovere salute e benessere fisico, emotivo e nelle relazioni, è fondamentale dare energia e spazio a quelle parti di sé che portano quei bisogni e desideri autentici, più vicini a ciò che è realmente importante e vitalizzante per la persona. Per te.
Il dialogo interno deve orientarsi su darsi il PERMESSO di fare NUOVE SCELTE, rispetto a quelle imposte dal giudice interiore. Rispettare e seguire le ‘regole’ buone per sé (nel rispetto degli altri, ma senza compiacere gli altri) e anche ‘saper trasgredire’ quelle eccessive che sono solo fonte di dolore, senso di colpa, vergogna.
A quel punto non resta che tradurre il match interno in EFFETTIVI NUOVI COMPORTAMENTI, iniziare a fare ciò solitamente abbiamo paura di fare, cominciando da piccole, ma decisive azioni che spostano le cose, che attivano cambiamenti desiderati, affrontando gli annessi e connessi delle proprie scelte nuove ovvero predisponendosi ad affrontare le reazioni degli altri e le proprie reazioni emotive (paure, sensi di colpa, ecc.). In questo modo parte il cambiamento verso la Vita che Veramente Vogliamo…

È successo qualcosa?

Ho deciso di RIPRENDERE a camminare…
E tu che hai deciso?
Ho deciso di riprendere a…
Decisione meravigliosa!
E che è successo?
Non è successo niente…
Non è successo niente?
Devi guardare bene …
Cosa è successo nei fatti della tua vita…
Cosa è successo nella tua mente…
Cosa è successo nel tuo cuore…
Cosa è successo nei tuoi desideri…
Cosa è successo nella tua immaginazione…
Quale paura hai affrontato?
Quale blocco hai superato?
A quale forma di coraggio hai attinto per fare questa scelta?
Ho deciso, anche, di SMETTERE di lasciarmi trasportare dal fare ciò che devo e ciò che è dovuto rispetto a ciò che mi piace… e a ciò che mi devo…
E tu che hai deciso?
Ho deciso di smettere di …
Che splendida decisione!
E che è successo?
Non è successo niente…
Non è successo niente?
Devi guardare bene …
Cosa è successo nei fatti della tua vita…
Cosa è successo nella tua mente…
Cosa è successo nel tuo cuore…
Cosa è successo nei tuoi desideri…
Cosa è successo nella tua immaginazione…
Quale paura hai affrontato?
Quale blocco hai superato?
A quale forma di coraggio hai attinto per fare questa scelta?

Due liste

Oggi post breve, partendo direttamente con un esercizio. Semplice da capire, impegnativo da portare avanti.
Prendi un quaderno di mille pagine, potrebbero bastare… Scrivi due liste: lista delle COSE DA FARE e lista della PERSONA CHE VOGLIO ESSERE.
Pensando ai tuoi IMPEGNI della giornata, inizia a scrivere la prima lista e più in generale scrivi le cose che devi fare e quelle desideri fare, non solo oggi, ma come proponimento per il futuro, vicino e lontano: questa settimana, questo mese, quest’anno, i prossimi tre anni, i prossimi cinque o anche di più.
Pensando alla PERSONA CHE VUOI ESSERE, scrivi le caratteristiche che desideri incarnare, le azioni che devi fare e ti impegni a fare, quotidianamente, per essere proprio quella persona o comunque per avvicinarti a quell’idea di persona. E le azioni che effettivamente fai…
Cerca di comprendere, attraverso le due liste, quali OBIETTIVI vuoi raggiungere e quali VALORI vuoi mettere a guida della tua vita. Gli obiettivi sono traguardi da raggiungere, i valori indicano la direzione della vita che vuoi. Probabilmente incontrerai alcune difficoltà che saranno le tue migliori alleate per comprendere e andare avanti.
Non ti resta che metterti all’opera…
Buona vita…

Perdere è parte del giocare

Perdere è parte del giocare. Se ti permetti di perdere allora stai proprio giocando.
Vincere è parte del giocare. Se hai l’obbligo di vincere allora probabilmente ti stai perdendo il giocare.
I bisogni di essere amato e stimato ce li portiamo “dalla culla alla tomba”. Ma nel tempo diventano così vincolanti, sopra ogni cosa, che per cercare di sentirci amati e stimati, a tutti i costi, ci allontaniamo da noi stessi, dai nostri bisogni autentici, dai nostri desideri più vitali, dalla vita che veramente vogliamo. Nel cercare riconoscimenti dall’esterno perdiamo il contatto col nostro centro.
La società ci impone risultati. Così funziona e ha un senso e un valore. A volte o troppo spesso diventa un dis-valore, qualcosa di negativo, distruttivo, alienante. Anche il riposo è diventato un risultato da conseguire, anche il tempo libero è una conquista per cui lottare. Prova a pensare, a sentire: quali aree o momenti di vita sono per te ‘liberi dai risultati’? Io ho iniziato a cercare…
Considerando i risultati sinonimo di obiettivi e questi figli dei valori, probabilmente dobbiamo comprendere quali sono i nostri valori. E accettare che nulla è fuori da un risultato da cercare in quanto ogni nostra scelta, in modo più o meno consapevole, cerca di realizzare un valore. Ogni nostro comportamento è guidato da qualcosa di importante che cerchiamo di realizzare, di vivere. Allora la domanda diventa: quali valori stai cercando di mettere al timone delle tue scelte? Inizia a cercare la tua risposta. Quella risposta è la direzione interna che ti permetterà di fare scelte sempre più consapevoli (di cosa è veramente importante per te) e responsabili ovvero scelte in cui puoi sentirti padrone delle cose che accadono perché sei tu che le fai accadere, nella consapevolezza dei limiti della realtà e del comportamento degli altri che non puoi controllare, consapevolezza fondamentale che non sei completamente impotente né sei onnipotente.

Riparare il riparabile

Traumi, dolori, ferite, angosce tendono a tornare e forse lo faranno per sempre. Noi possiamo imparare a governarli al meglio ovvero riconoscerli e disinnescare la sofferenza che generano. La sofferenza che noi generiamo col ‘mantenerli in vita’ oltre la loro tendenza a ripresentarsi.
Quello che si può fare in terapia è:
1. Riconoscere la sofferenza attuale: ansia, depressione, sintomi vari, problemi di relazione, ecc.
2. Comprendere cosa genera e mantiene questa sofferenza: le situazioni che viviamo, le emozioni che proviamo, i pensieri che facciamo, come ci comportiamo
3. Rivedere la nostra storia dolorosa connessa alla sofferenza attuale
4. Mettere in discussione se stessi e gli altri. Errori e colpe sono punti di partenza per modificare il modificabile
5. Attribuire nuovi significati a ciò che abbiamo vissuto
6. Trarre ora sollievo emotivo e riduzione del dolore da questa rivisitazione
7. Individuare ora nuove azioni e nuovi modi di reagire ed agire di fronte al passato doloroso che ritorna al presente

Il tutto sempre in contatto con le emozioni che proviamo: riconoscere, legittimare, ascoltare, prendersi cura delle emozioni che viviamo mentre guardiamo e riguardiamo la nostra storia. Cogliere i bisogni che emergono da quelle emozioni, perché ogni emozione dolorosa conduce ad un bisogno frustrato. Fare qualcosa di utile, sano e adattivo con quel bisogno. Per imparare a ridurre la frustrazione e/o a gestirla meglio che in precedenza.
Un esempio per illustrare.
1. Sono sempre impulsivo, reattivo, scatto con rabbia per ogni minima cosa, ciò mi fa stare sempre in tensione e spesso sentire in colpa.
2. Mio padre mi ha detto ‘ironicamente’ che ancora non ha capito cosa voglio fare nella vita… Mi sono sentito criticato, svalutato, non ascoltato, non compreso. Ho provato rabbia, ho pensato di non meritare battute del genere perché prima di tutto per me è difficile questa situazione di incertezza a 30 anni. Gli ho dato una rispostaccia aggressiva (…), credo di averlo offeso.
3. Mio padre è sempre stato così. So che mi vuole bene e vuole il mio bene, ma davanti a questo suo modo di fare ho sempre reagito stizzito e rabbioso.
4. Credo sarà utile comprendere meglio questa mia sensibilità e reattività e al tempo stesso iniziare a comunicare con mio padre in modo diverso, voglio imparare a dire cosa penso e cosa provo quando lui si comporta il quel modo. Voglio cercare di farmi ascoltare e comprendere rispetto alle situazioni che mi fanno soffrire.
5. Probabilmente se inizio a parlare io diversamente a mio padre, le sue risposte e reazioni mi aiuteranno a capire meglio il suo punto di vista e il nostro rapporto. Ciò mi permetterà, spero, di vivere certi scambi con lui in modo più sereno, anche accettando i suoi eventuali limiti nel comprendermi e i miei limiti nel governare queste situazioni in cui mi arrabbio e scatto…
6. Spero di stare meglio inquadrando il tutto in modo nuovo. Forse alcune frustrazioni andranno via, altre riuscirò a capirle e gestirle meglio.
7.  Potrò continuare così a lavorare sulla mia ferita dolorosa, sul modo in cui ho imparato a reagire in questo modo e come posso imparare a trovare modi più utili, sani e adattivi per fare i conti col dolore antico che tende a tornare.

Attori interiori

Per comprendere il nostro comportamento possiamo usare la metafora teatrale.
Dentro di noi esistono tanti attori, attori interiori, ciascuno recita la sua parte. Ogni parte richiama l’opposto. Il forte richiama il debole, il santo evoca il peccatore, il ribelle sfida l’adattato, il controllore fa pensare al disregolato e via così.
La malattia nasce dallo sbilanciamento, quando alcune parti di sé dominano e altre sono negate, rinnegate o addirittura non riconosciute, mai portate alla consapevolezza e alla guida del proprio agire.
La salute, il benessere emotivo, la realizzazione di sé e una soddisfacente vita interpersonale affettiva emergono quando le parti sono in equilibrio, integrate nella propria personalità e nel guidare le nostre scelte e le nostre azioni.
Ma chi sono questi attori? Quelli che riesci ad osservare nel tuo comportamento… Quelli a cui trovi un nome, magari facendoti aiutare dalla tua fantasia o da ‘personaggi noti’ per esprimere che tipo sono… Ecco qualche esempio tra i potenzialmente infiniti attori della tua vita: Paperino, Strega, Guerriero, Esploratore, Perfettino, Brontolone, Rintanato, Spaventevole, Rocky, Tempestina, Santo, Giullare, Tristarello, Principessa, Protettore, Godereccio, Bisognoso, Compiacello, Fra Testardo, Gattone, Cavallo pazzo, Severona, Stravagante, Rigidona, Senza famiglia, Don burrasca, Fantozzi, Mastrodanni, Ingenuotto, Carnevale, Cicalone, Mandrake, Finto forte, Saggio, Sua maestà, L’amicone, Er bacchetta, Mantide, Er fiodena, Camionista, Criticone, l’Accentratrice, Mi sacrifico dunque sono, Vanitoso, Pasticcione, Controllore… Come vedi non c’è limite dentro di te. Potenzialmente puoi essere una molteplicità. Realmente, alcuni attori sono sempre a recitare, altri non lavorano da tempo. Inoltre, apparentemente alcuni esprimono qualità positive, altri sembrano sfigati; in realtà, ogni aspetto di sé, portato all’eccesso, se predomina sempre sugli altri, diventa disfunzionale.
E tu come descriveresti alcuni tuoi modi tipici di comportarti ovvero i tuoi attori interiori? Può essere un gioco simpatico, magari fatto con altri, quello di creare un tuo ritratto composto da tutte le sfaccettature di te che riesci ad individuare… Osservando con attenzione gli altri puoi scoprire in loro ciò che tu solitamente tieni all’oscuro della tua consapevolezza e del tuo comportamento…
Il limite è solo quello della tua creatività, ma è fondamentale che tu sappia individuare questi attori interiori per come si manifestano nel comportamento reale, nelle cose che fai, nel modo in cui interagisci con gli altri, nelle tue attività quotidiane, nelle tue esperienze concrete… Insomma la fantasia che parte dalla realtà del tuo modo di stare al mondo, di essere, pensare e agire…
Il percorso di crescita personale come il percorso di cura del proprio malessere non richiede di eliminare alcune parti di noi, sarebbe un assassinio doloroso perché ogni parte ha una sua storia, un senso e un valore. Ogni percorso si basa sull’accettazione di ogni parte di sé e su un uso più consapevole di ogni parte considerata una risorsa. Ogni percorso richiede l’appropriazione di sé equilibrata ovvero riconoscere queste parti di te e trovare un’integrazione tra loro che si manifesti in comportamenti concreti utili a realizzare i tuoi scopi di vita e renderti soddisfatto con te stesso e con gli altri…
Allora inizia a conoscere il tuo teatro interiore per metterlo a disposizione della tua felicità.
Individua i tuoi attori… Comincia a farli esprimere, a muovere, a parlare…
Per ciascuno di essi chiediti: con quali comportamenti si manifesta? Qual è il suo scopo? Quali risultati ottiene? Quanto mi è utile a soddisfare i miei bisogni? Rispondere a queste poche domande, per ciascuno dei tuoi attori o almeno per quelli che senti più attivi dentro di te, apre il sipario verso tue scelte più consapevoli e responsabili in direzione della vita che vuoi…

Alla ricerca dei propri valori

La vita è breve! La vita è breve? La vita è quella che ci è concesso vivere.
La vita ha comunque un tempo limitato rispetto a quello che vorremmo, addirittura da sempre cerchiamo l’immortalità, ma ancora non l’abbiamo trovata. Almeno quella materiale. Allora la domanda è: stiamo perdendo tempo? Perdendo tempo rispetto a cosa? La risposta è nella consapevolezza dei valori che guidano la nostra vita, le nostre scelte progettuali, le nostre decisioni strategiche, le nostre azioni quotidiane nei diversi ambiti di vita: famiglia, lavoro, amicizie, tempo ricreativo, spiritualità, ecc.
Conosci i tuoi valori? I valori sono le cose importanti per te, quelle per cui ti alzi la mattina e la giornata prende un senso, un significato e una direzione.
I valori sono le motivazioni che ti spingono ad agire.
I valori sono quei bisogni, desideri e scopi per cui “vale la pena” vivere. Vale la pena in direzione della gioia, dell’appagamento, del sentimento di successo per aver vissuto esperienze in cui sentiamo realizzati i nostri valori. Realizzati, diventati realtà.
Allora: quali sono i tuoi valori? Cosa ti fa alzare la mattina? Le cose che fai ‘per dovere’ da cosa sono motivate veramente? Cosa fai per piacere e con piacere? Cosa alimenta il tuo impegno, la tua fatica e la costanza nelle cose che fai? In che modo ti prendi cura di te? La cura di te è un tuo valore importante? E la cura degli altri?
Le domande possono essere ancora più numerose e cercano risposte sentite con la pancia prima che pensate con la testa. Che sgorgano dal sentimento prima che cercate con la logica.
Il lavoro alla ricerca dei propri valori è impegnativo quanto entusiasmante, può essere fatto ogniqualvolta troviamo una risposta che nasce dall’esperienza quotidiana che ci illumina sul perché facciamo quello che facciamo. E può essere fatto anche mettendosi a tavolino, focalizzati sul proprio interno, sulla testa, sul cuore, sulla pancia. Per comprendere cosa veramente per noi ha valore…
Oltre ogni risposta scontata… Buon lavoro… Buona ricerca… Non perdere tempo…

Il permesso

Quante missioni impossibili stai portando avanti nella tua vita? Prova a rintracciarle…
Dicesi ‘missione impossibile’, il tentativo di raggiungere qualche scopo/obiettivo, inconsapevoli della nostra impotenza rispetto ad esso, ignari della nostra mancanza di controllo. Ripeto: prova a rintracciare in quali missioni impossibili ti sei cacciato…
Nota con attenzione i diversi ambiti della tua vita (famiglia, lavoro, amici, cura del fisico, tempo ricreativo, ecc.) per notare se stai inseguendo traguardi di fatto fuori dalla tua portata, almeno in questo momento…
Stai cercando di essere perfetto in ogni cosa che fai?
Stai cercando di mantenere il controllo assoluto su tutto e tutti?
Stai cercando di cambiare gli altri?
Stai aspettando e sperando che cambino da soli per diventare come ti piacerebbero?
Stai cercando di eliminare completamente ansia e stress dalla tua vita?
Stai aspettando che l’altro non faccia richieste invece che iniziare a dire qualche no?
Stai aspettando che gli altri capiscano cosa vuoi invece che iniziare a chiedere?
Quale missione impossibile stai inseguendo al lavoro? E col tuo partner? E coi tuoi figli? E come figlio coi tuoi genitori? E con te stesso?
Avrai capito, le missioni impossibili, oltre che fonte di stress, procurano dosi massicce di frustrazione, delusione, autosvalutazione, senso di fallimento, rabbia, preoccupazione, ecc.
Per prendersi cura del corteo delle ‘emozioni dolorose da missione impossibile’, è importante darsi un permesso fondamentale. Il permesso di essere ‘normale’. Il permesso di inseguire le mete ambiziose che si desiderano, ma ben consapevoli di quando queste si trasformano in mete impossibili. Questo richiede due passaggi:
1. Imparare a conoscere il limite tra possibile e impossibile, diverso da situazione a situazione.
2. Imparare ad accettare quel limite, senza sentirsi deprivati del proprio valore e dell’amore delle persone per noi importanti.
Per arrivare a questo obiettivo, può essere sufficiente la lettura di questo post e un po’ di buona consapevolezza di sé oppure la lettura di ‘Alice nel paese delle miserie’ (il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line) o ancora può rivelarsi necessario un percorso di crescita personale o una vera e propria psicoterapia.
Datti il permesso…

Scioglilingua

Oggi ti presento uno scioglilingua sugli opposti. Stare vs fare. Fare vs vivere. Vivere vs correre. Correre vs andare al proprio passo.
La vita frenetica inizia col pensiero continuo alla lista, anche solo mentale, delle cose da fare da qui in avanti (“ora faccio questo, poi devo fare quest’altro, quindi farò quello e quell’altro”). Un tipico pensiero, più o meno consapevole, che accompagna questo tipo di vita è “sto perdendo tempo con questa cosa (qui)… Devo occuparmi di quella cosa (lì)”. Qui vs lì. Salvo poi quando arriviamo lì… Pensare alla successiva cosa da fare… Insomma sempre lì, mai qui, ora.
È importante certamente l’agenda e la pianificazione, così come a volte è importante correre e fare cose rapidamente, anzi è fondamentale, ma anche accompagnate dalla capacità di stare in ogni esperienza nel qui e ora. Altrimenti arriveremo all’ultimo lì … senza mai aver vissuto qui.
Ciascuno di noi può imparare l’abilità di stare nel qui e ora…
A ciascuno di noi la scelta…
Le mille pratiche meditative esistenti al mondo sono basate sul principio e sulla capacità di stare nel qui e ora. Pur nella diversità, ogni pratica prevede tre passaggi fondamentali.
1. Scegliere un FOCUS cui prestare attenzione consapevole, ad esempio il respiro o le sensazioni provenienti da una mano o da altre parti del corpo.
2. RICONOSCERE LA MENTE CHE VAGA, cioè notare la propria attenzione che tende a spostarsi dal focus ed essere catturata da pensieri, immagini, ricordi ed ogni altro prodotto della mente che può essere rimuginato.
3. TORNARE GENTILMENTE AL FOCUS, SENZA GIUDICARSI. Noti la distrazione e sposti di nuovo l’attenzione al focus. È normale che la mente vaghi, è il suo mestiere, si è evoluta in milioni di anni per risolvere problemi col pensare. Solo che a volte, troppo spesso purtroppo, non solo non aiuta a risolvere problemi, ma la sua iperattività rimuginativa finisce per alimentare e mantenere i problemi.
La pratica meditativa basata su questi tre passaggi e sul principio del qui e ora aiuta a recuperare le funzioni adeguate della mente e ha una serie di altri benefici sul benessere psicofisico quali: potenziamento del sistema immunitario, regolazione del metabolismo, miglioramento della capacità di concentrazione, riduzione dell’ansia, miglioramento nelle proprie capacità comunicative, regolazione dell’umore e delle emozioni, aiuto nel prendere decisioni, miglioramento dei rapporti interpersonali. Tanto per fare qualche esempio…
A ciascuno di noi la scelta di imparare a stare nel qui e ora… Imparando a lasciare andare la nostra tossica vita frenetica…

Il prima possibile e non di più

Quando ti senti triste, accogli la tristezza come un messaggio importante per te, identifica ciò che hai perduto e facci qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio trovare conforto o incoraggiamento per affrontare la perdita, la mancanza, il momento difficile. Ben consapevole di ciò che puoi ottenere e di ciò che devi accettare anche se non ti piace.
Quando ti senti spaventato, accogli la paura come un messaggio importante per te, identifica il pericolo o la minaccia che avverti e fai qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio rassicurarti e contenere la minaccia, affrontare l’ignoto con coraggio e fiducia.
Quando ti senti arrabbiato, accogli la rabbia come un messaggio importante per te, identifica il danno o l’ingiustizia subiti o qualsiasi altra situazione sia origine della tua rabbia e facci qualcosa di utile, il prima possibile. Trova il tuo bisogno e cerca di soddisfarlo, ad esempio ristabilisci la situazione che vorresti o ripara il danno. Sempre consapevole che non sempre le cose sono o possono essere come noi vorremmo.
Lo stesso percorso vale per ogni emozione: accoglila con apertura e disponibilità, cercane i motivi, fai qualcosa di utile per trasformare la frustrazione in soddisfazione. Qualcosa sarà proprio come vorresti e qualcosa sarà distante dai tuoi desideri. Funziona così la vita.
Certamente, funzionano così le cose, ma l’aspetto più importante è come affronti ciò che ti capita, quali emozioni vivi e come reagisci alle tue stesse emozioni.
Sentire, pensare e agire. Il prima possibile e non di più. Rifletti il giusto e agisci per tentare di soddisfare i bisogni insoddisfatti. Questo è il segreto per affrontare i propri momenti difficili, invece che cominciare a rimuginare all’infinito su quanto accaduto, sulle emozioni vissute, sugli stati d’animo che ti arrivano, su come avresti dovuto agire o su come avrebbero dovuto agire gli altri, su quanto sei sbagliato o su quanto è sbagliata la vita. Pensieri su pensieri su pensieri che, invece che portarti soluzioni, ti amplificano i problemi.
In sintesi:
Accogli l’emozione, il valore che ti porta…
Rifletti quanto ti è utile, il prima possibile e non di più…
Agisci in modo efficace per risolvere problemi e  soddisfare bisogni…
Goditi il risultato, anche se non perfettamente corrispondente a ciò che volevi…
Accetta con serenità e vai avanti, con apertura alle emozioni, riflessioni utili ed azioni efficaci, guidato dai tuoi valori che definiscono ciò che è importante per te…
Non ti resta, a questo punto, che leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.