Molte persone considerano le EMOZIONI come le PEGGIORI NEMICHE, le emozioni dolorose e anche quelle gioiose. Le prime vissute spesso come solamente disturbanti, le seconde perché “sono sempre più rare”, “quando arrivano durano poco”. In realtà, moltissime persone hanno difficoltà a maneggiare le emozioni. Anche quelle positive che si lasciano sfuggire: incapacità di gratitudine, incapacità a godersi i risultati raggiunti, difficoltà a trovare gioia nelle piccole grandi cose; solo per fare qualche esempio.
Per motivi che appartengono ad aspetti sociali, culturali, familiari e personali di varia natura abbiamo scarsa confidenza con il mondo delle emozioni. Per dirla semplicemente su una questione complessa: manchiamo un po’ tutti di una sana educazione emotiva. Questo, tra l’altro, porta molte persone a viversi una ‘impotenza passiva’ di fronte al proprio mondo emotivo, più o meno oscuro a se stessi, piuttosto che favorire un più sano e utile atteggiamento di ‘attiva responsabilità’ di fronte alle proprie emozioni che, anche fuori dalla consapevolezza personale, svolgono comunque un ruolo fondamentale nella nostra esperienza quotidiana e nella regolazione del nostro comportamento.
Vediamo più da vicino. Soprattutto il funzionamento delle cosiddette emozioni negative che tanto colorano le nostre giornate.
Le EMOZIONI DOLOROSE ci segnalano i nostri bisogni insoddisfatti e ci spingono all’azione. Dovrebbero, idealmente. Realmente, purtroppo, non sempre è così. Troppo spesso va in un altro modo.
La PAURA ci tiene fermi al palo, preferiamo il noto stagnante all’ignoto spaventante.
La PREOCCUPAZIONE ci porta a rimuginare invece che ad agire.
La VERGOGNA ci blocca rispetto all’esprimere parti vitali e desideranti di noi stessi, sarebbe un’onta insostenibile sentirsi giudicati per chi siamo e per cosa facciamo.
La TRISTEZZA ci porta ad allagarci delle nostre stesse lacrime, e non ci fa cercare il conforto utile e amorevole per superare il momento doloroso.
Il SENSO DI COLPA ANTICIPATO ci fa tentennare dal fare ciò che vorremmo fare; il timore è di far male ad altri, se dessimo seguito ai nostri desideri.
Il SENSO DI COLPA PER QUALCOSA DI GIÀ FATTO ci fa ruminare in modo dannoso, invece che tentare di comprendere e ‘riparare’.
La nostra legittima RABBIA si veste di paura di distruggere le nostre relazioni e di restare soli e finiamo per distruggere solo noi stessi tenendola tutta dentro. Oppure la esprimiamo in modo eccessivo, violento.
L’INVIDIA ci lascia nel rancore invece di farci accendere il motore per migliorare noi stessi.
Il RIMORSO è come uno sputo che ci diamo addosso e poi un altro e un altro ancora e dimentichiamo che probabilmente ciò che abbiamo fatto ci sembrava giusto allora.
Il RIMPIANTO ci lascia a ruminare sul tempo passato e ci trattiene dal fare ciò che ora sarebbe per noi utile fare.
La NOSTALGIA ci ancora con dolore al passato e ci impedisce di vivere con pienezza il presente.
Il DOLORE, purtroppo inevitabile di fronte a certe delusioni e perdite, se lo neghiamo, finisce per ingigantirsi e gonfiarsi di altri pensieri velenosi ed emozioni tossiche che potremmo, invece, assolutamente evitare.
Quando arrivano certi FATTI SPIACEVOLI, dobbiamo imparare a riconoscere i PENSIERI che ci facciamo sopra e accogliere le EMOZIONI che emergono di conseguenza.
Quando succedono certi eventi, le emozioni che proviamo sono assolutamente naturali e sane e dobbiamo imparare a legittimarle ovvero a considerarle messaggeri importanti rispetto a ciò che ci sta accadendo e ai BISOGNI che abbiamo.
Se riconosciamo l’emozione e il bisogno, possiamo adottare L’AZIONE più sana e utile per soddisfarlo e ristabilire un nostro equilibrio interno e con la realtà esterna.
Solo così possiamo vivere veramente bene un nuovo momento… E ogni nuovo momento… E ogni nuovo giorno del resto della nostra vita…
Molta parte della sofferenza, troppo spesso, è dovuta all’incapacità che abbiamo di maneggiare le emozioni… Che… Non riconosciute, non legittimate, non comprese, non espresse in modo adeguato, trovano ‘vie malate per farsi riconoscere’, sono diventate sintomi psicologici e somatici, creando problemi spesso anche nelle relazioni.
In psicoterapia, nella diversità di ogni percorso legato all’unicità della richiesta d’aiuto della persona, si lavora sempre e comunque, in modo esplicito o implicito, sull’apprendere, coltivare e potenziare la ‘confidenza col proprio mondo emotivo’ e la capacità di ‘padroneggiare’ le proprie emozioni al servizio di scelte consapevoli, responsabili, utili al nostro benessere psicologico, fisico e interpersonale.
Confidenza emotiva
