Spesso ci sentiamo sfruttati dalle persone, manipolati, trattati ingiustamente, perseguitati quasi, con la sensazione di vivere in un mondo ostile e ingiusto.
Forse, sarebbe più giusto dire che siamo perseguitati dalle nostre aspettative verso gli altri, verso la realtà, verso le cose, verso noi stessi. In estrema sintesi, ci aspettiamo perché lo desideriamo un mondo diverso da quello che è.
E che c’è di male? Anzi… Il mondo si muove, si trasforma ed evolve grazie alla frustrazione dei nostri bisogni, grazie al desiderio di cambiare ciò che non ci appaga. Certo. Al tempo stesso, se vogliamo essere soddisfatti e sereni, in direzione dei nostri scopi e valori, in pace con noi stessi e col mondo, invece che in perenne conflitto, abbiamo bisogno anche dell’accettazione. Così è, anche se non mi piace! E se non mi piace faccio due fatiche dice il saggio…
Allora, è importante riconoscere quanto ti senti perseguitato e da cosa… Dal tuo orgoglio, dal tuo dovere, dal rancore, dal piacere, dalla paura, dal dolore, dai rimpianti, dalle missioni impossibili, dal passato, dal bisogno di approvazione, dal futuro, dal vuoto, dai rimorsi, dal tempo, dall’esigenza di perfezione, dall’insostenibilità dell’essere deludente, dalla frustrazione sempre difficile da fronteggiare, dal bisogno di controllo, dall’insicurezza, dalla tua stessa rabbia, dall’incertezza, dalla tua stessa rabbia che non riconosci, dalla tua ferita, dalla tua vanità, dalla tristezza che troppo spesso non ti permetti, dalla tua stessa rabbia che non esprimi, dal tiranno interiore sempre pronto a giudicare “perché tu dovresti…”, “perché tu non sei…”.
Da cos’altro ti senti perseguitato e quanto? Cosa puoi cambiare?
In cosa ti vuoi impegnare?
Cosa devi accettare?
Braccato…
