Scatena la catena

Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ d’ansia. Quasi ogni giorno, almeno un po’. Ansia per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di paura. Quasi ogni giorno almeno un po’. Paura per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di rabbia. Quasi ogni giorno almeno un po’. Rabbia per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di tristezza. Quasi ogni giorno almeno un po’. Tristezza per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di senso di colpa. Quasi ogni giorno almeno un po’. Senso di colpa per…
Certamente la tua giornata tipo contiene un po’ di vergogna. Quasi ogni giorno almeno un po’. Vergogna per…
Spero di non sbagliare nel credere che altrettanto certamente la tua giornata tipo contenga un bel po’ di gioia. Spero ogni giorno, anche un bel po’, un bel po’ tanto. Gioia per…
Insomma, provare emozioni è vivere. Ogni emozione è normale nel senso che ha un senso. È parte di ciò che ci accade e di cosa proviamo rispetto a ciò che ci accade. Non ti sarà stato difficile completare quei puntini per trovare esempi quotidiani di ansia, paura, rabbia, tristezza e ogni altra emozione, dolorosa o gioiosa.
Detto questo, cos’altro voglio dire?! Che il modo in cui noi trattiamo le nostre emozioni può essere fonte di sofferenza!!! In particolare le emozioni spiacevoli. Che intuitivamente vorremmo eliminare.
Quando vogliamo eliminare le nostre emozioni dolorose finiamo per attivare, però, strategie che risultano controproducenti. Cominciamo a combattere le nostre emozioni invece che lasciare che facciano il loro corso.
È comprensibile che noi vogliamo ridurre la nostra sofferenza, ma scegliamo strade sbagliate che finiscono per alimentarla. Cominciamo a rimuginare su ciò che sta accadendo fino a gonfiare preoccupazione e senso di incertezza. Cominciamo a ruminare sui motivi delle nostre emozioni e invece che comprenderne il senso finiamo per creare una catena di emozioni dolorose, sofferenza su sofferenza. Cominciamo a sviluppare ansia per la nostra ansia, paura della nostra paura e rabbia per la nostra rabbia. Ma anche rabbia per la nostra ansia, tristezza per la nostra rabbia, senso di colpa per ciò che proviamo e vergogna perché le cose dovrebbero essere diverse e “io dovrei essere diverso da quello che sono”, “cosa c’è di sbagliato in me?”
Insomma, se cominciamo a combattere contro le  nostre emozioni cominciamo a combattere contro noi stessi. Chi vince vince, noi abbiamo comunque perso.
Le emozioni piacevoli, felici esprimono il nostro appagamento per bisogni soddisfatti. Invece, il corso naturale delle nostre emozioni di sofferenza prevede che ad ogni emozione si accompagni un bisogno insoddisfatto e un’azione utile per soddisfarlo. Questo è ciò che dobbiamo fare quindi, in modo controintuitivo:
1. riconoscere l’emozione quando arriva, darle un nome, sentirla nel corpo
2. accoglierla piuttosto che tentare di scacciarla, darle spazio, lasciarla essere, lasciarla passare
3. cercare la frustrazione che la accompagna ovvero identificare il bisogno insoddisfatto
4. riflettere il giusto
5. per attivare un’azione efficace alla soddisfazione
6. impegnandoci per cercare di ottenere ciò che vogliamo e imparando anche ad accettare ciò che non abbiamo il potere di modificare
7. impegnandoci a vivere una vita piena di senso e valore per noi, compiendo attività per noi importanti, vivendo il tempo con persone per noi importanti… Cercando esperienze per noi ricche e significative… Nonostante le emozioni dolorose che pure fanno parte della vita…
Da ultimo, ma non per importanza, mi permetto di suggerirti un’attività che potrebbe avere valore per te: leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line.

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