E seppure fosse!?

Il tuo cambiamento in direzione del tuo benessere può riguardare l’apprendimento di: nuovi comportamenti e abitudini, nuovi modi di pensare, una diversa regolazione delle tue emozioni, nuovi modi di esprimerti nelle tue relazioni, ecc.
A volte, è utile imparare a trattare i propri pensieri in modo diverso, ad esempio, riducendo il rimuginare continuo sul futuro o il ruminare eccessivo sul passato. Sono modi di pensare sostanzialmente sterili, a volte palesemente dannosi, che sarebbe meglio sostituire il prima possibile con riflessioni adeguate e utili a favorire azioni diverse da mettere in pratica per verificare nella realtà i risultati che si ottengono. Come, ad esempio, invece di rimuginare sei mesi su cosa potrebbe rispondere quella ragazza se le chiedessi di uscire, forse potresti usare un po’ meno tempo per decidere di chiederglielo, rischiando il rischiabile. Oppure: quanto ancora vuoi rimuginare prima di parlare chiaramente su ciò che non va in ufficio? O ancora: quanto tempo vuoi continuare a ruminare su rimorsi e rimpianti prima di accettare il senso della scelte che hai fatto, imparare dall’accaduto e guardare avanti?
Oltre al lavoro su questi pensieri ripetitivi, uno tra gli itinerari possibili e tra i più frequenti del cambiamento terapeutico è quello di modificare il contenuto di alcuni pensieri. Ad esempio, abbandonare la credenza che il mondo fa schifo a favore di una credenza in un mondo pieno di possibilità. Oppure cominciare a credere che seppure il mondo fa schifo, si possono sempre trovare modi per vivere esperienze di gioia e piacere.
Ci sono, però, alcune credenze che ci procurano sofferenza e che sembrano immodificabili. Sono quelle credenze, non sempre facilmente accessibili alla consapevolezza, che riguardano la nostra persona, ad esempio: io sono incapace, io sono debole, io sono cattivo, io sono sgradevole, io sono insicuro, io sono brutto, io sono stupido. Quando diventiamo consapevoli di queste credenze su noi stessi e di quanto influenzano il nostro comportamento e i nostri stati d’animo, possiamo provare a modificarle, magari cercando di comprenderne le origini e il senso. Quando abbiamo imparato a pensare ciò di noi stessi, chi ce lo ha insegnato e perché, a cosa ci è servito, ecc. Ma a volte, di fronte a quelle che si mostrano credenze scritte nella roccia, inconfutabili e inespugnabili, la strategia migliore non è tanto o primariamente cercare di cambiarle, quanto piuttosto accettarle come parti di noi, prenderci cura del dolore che ci procurano, ma anche essere consapevoli che abbiamo comunque la possibilità di fare scelte felici nonostante crediamo quello che crediamo di noi stessi. E questo è un potente cambiamento di prospettiva su se stessi e sul mondo che apre possibilità veramente nuove di azione e soddisfazione senza restare incagliati e farci frenare da ciò in cui crediamo da sempre. Questo, ad esempio, è il percorso preferito da ‘Alice nel paese delle miserie’ (il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line) per non farsi ingabbiare dalle miserie e dirigersi verso le meraviglie.

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