Chiunque ami lo sport, di squadra in particolare, chiunque lo abbia praticato, almeno un po’, conosce la differenza tra stare dentro e stare in panchina, ovunque essa sia, su un campo verde o a bordo piscina, su un parquet o chissà in quale altro posto.
Quando sei dentro… Capisci profondamente l’unità mentecorpo che ci caratterizza in quanto esseri umani. Sei acqua dentro ad un bollitore acceso. Sei patata immersa nell’olio che frigge. Sei foglia al vento e roccia inespugnabile. Sei metronomo che detta il tempo del mondo e filtro che mette ordine al senso della vita.
Dalla panchina invece… La devi sentire attraverso gli altri. E te la devi immaginare fino a quando l’altro che entra sei tu e toccherà anche a te vibrare come un violino in un’orchestra. O chissà aspettare una prossima occasione: questa è mancata, tra frustrazione e delusione e anche incitamento ai compagni come il boss della curva.
Probabilmente un po’ tutti siamo stati titolari, pedine importanti per il gioco di squadra e per raggiungere gli obiettivi del gruppo. Mi ricordo una volta il mister, giocavamo coi più forti del campionato, ci indicò diversi obiettivi sequenziali; primo obiettivo: non prendere gol per i primi dodici minuti. Raggiunto. Secondo obiettivo: arrivare indenni al riposo. Raggiunto. E poi così fino alla partita. Una delle più memorabili mai giocate.
E molto probabilmente ci è anche capitato che qualcuno abbia scelto di lasciarci in panchina. Fuori forma. Pochi allenamenti. Gli altri più pronti. O semplicemente e sostanzialmente più capaci. Anche questo esiste nella vita. Nella vita dello sport. E nello sport della vita. Magari in attesa di dare il nostro contributo alla causa collettiva e vivere anche il nostro sogno individuale, personale, profondamente intimo e anche condiviso con entusiasmo.
Ma soprattutto, fuor di metafora, noi siamo, nella nostra vita, il coach e il giocatore, il maestro e l’allievo, chi dirige e chi esegue. Scegliamo comunque. Scegliamo. Scegliamo. Scegliamo. Comunque.
Pensa ad uno o più ambiti della tua vita. Famiglia. Amici. Scuola. Lavoro. Relazioni. Tempo libero. Oggi. O nella tua storia di vita.
Titolare? Quando. Dove. Come e perché. Panchinaro? Quando. Dove. Come. Perché.
Quale consapevolezza?
Quale insegnamento?
Quali scelte da ora in avanti?
È il tuo lavoro di crescita personale, trasformazione e cura di te. È il tuo lavoro. La tua consapevolezza. La tua responsabilità. Le tue scelte. Al limite, giunti a questo punto, io ti posso solo suggerire una scelta: leggere ‘Alice nel paese delle miserie’, il mio libro che puoi ordinare direttamente in libreria oppure on line. Il resto spetta a te…
Titolare e panchinaro
