Attento al rumore

“Ho riconosciuto la felicità dal rumore che ha fatto andando via” (Marcel Proust). Potrebbe sembrare un invito semplice semplice a notare le ricchezze che appartengono alla nostra esperienza, ad apprezzare ciò che nutre quotidianamente le nostre giornate, ad essere grati per ciò che riempie di valore la nostra vita. Potrebbe sembrare un invito piuttosto retorico, qualunquista e populista a notare che, mentre giochi a pallone o stai facendo un’altra attività qualsiasi per te gioiosa, potresti accasciarti al suolo e restarci secco. Magari per un malore o semplicemente perché ti hanno sparato o pestato a morte. Per non parlare del pensiero rivolto a tutti i bambini in tutte le parti del mondo che non hanno nemmeno un bicchiere d’acqua al giorno. Mi riferisco, tanto per fare qualche esempio, a chi è affetto da gravi malattie o a chi vive segregato in condizioni di profonda limitazione di libertà. Ma anche a chi arriva nel mio studio a chiedere aiuto perché all’improvviso è stato invaso da attacchi di panico che lo hanno spaventato a morte o perché insidiosamente l’umore nero si sta impossessando di lui. O perché sente di star perdendo il controllo dei propri pensieri e dei propri comportamenti. O perché molte sue relazioni sono piene di delusione.
Potrei continuare ancora un po’ a far girare quella frase iniziale dentro di me per vedere cos’altro mi salterebbe in mente. Magari lo stai facendo anche tu… Pensando che la felicità già appartiene alla tua vita, anche se accompagnata da dolori, paure e stress più o meno grandi che pure riempiono la tua vita.
Ecco emergere allora l’immagine famigerata del mezzo pieno e mezzo vuoto…
Probabilmente un’immagine più realistica e utile per ciascuno di noi è quella di un cesto di frutta dove alcuni frutti sono belli e gustosi mentre altri sono andati a male. Esistono entrambi. Con entrambi devi farci qualcosa. Anche perché il rischio è che tutti vadano a male… O che purtroppo tu non abbia la possibilità di farci niente…
Questo è il compito quotidiano che siamo chiamati a fare, anche se molti di noi cercano di riempire quel cesto ma non riescono mai a mangiare un frutto. Oppure lo mangiamo senza gustarlo o senza apprezzarlo. Oppure non mangiamo nessun frutto perché ce ne sono altri rovinati. Oppure… Completa a spiacimento…
Ti suggerisco allora una manovra di auto-aiuto basata su un atteggiamento di piena consapevolezza non giudicante.
Per una settimana, a fine giornata, annota gli eventi che hai vissuto. Quelli che emergono alla tua attenzione. Semplicemente annotali…
Dopo una settimana riprendi il tuo elenco e annota le emozioni che provavi al momento dell’evento e quelle che provi ora che lo stai ‘rileggendo’… E annota anche le tue considerazioni del momento… I tuoi pensieri… Usa la consapevolezza che emerge per ricominciare una nuova settimana in cui a fine giornata scrivi un elenco dei fatti accaduti… E a fine settimana completi il compito…
Ci vuole un piccolo grande impegno e un po’ di pazienza per nutrire la speranza…E attento al rumore…

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