Non ci vuole niente a sentirsi sbagliati, falliti, inadeguati, colpevoli, incazzati, a volte con tutti e per tutto. Con il corteo di emozioni, più o meno intense, di dolore, rabbia, angoscia, tristezza che accompagna i fatti frustranti. E la ferocia dell’autocritica: “non ho fatto ciò che dovevo fare”, “ho fatto ciò che non dovevo fare”, “non sono come devo essere”. E il giudizio severo verso gli altri che “non sono come dovrebbero essere”.
È più difficile sentirsi sereni per ciò che abbiamo realizzato, tranquilli anche se molte cose non sono come vorremmo, comprensivi con noi stessi anche se qualche errore ce lo possiamo rimproverare, a posto con gli altri che pure non sempre si sono comportati bene nei nostri confronti.
Come te lo spieghi?
Nostra signora, la PRETESA. La vecchia sempre verde signora. Anticamente nata dentro di noi eppure sempre ancora presente, giovane e viva più che mai. Viva e pronta ad uccidere chi le passa accanto…
La pretesa si insinua insidiosa in ogni nostro pensiero. La pretesa conosce solo un’espressione: “DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE E NECESSARIAMENTE IN QUESTO MODO”.
Fatti un giro, nei meandri della tua mente, e nota quanta pretesa è presente nei tuoi pensieri, nei tuoi ragionamenti, nei tuoi discorsi, in molti scambi con gli altri. Ogni volta che la incontri prova a sostituirla con qualcos’altro. L’espressione di un DOVERE con l’espressione di una PREFERENZA.
“DEVE ESSERE PER FORZA COSÌ”
con
“MI PIACEREBBE”.
E nota l’effetto che fa. Se ci riesci e cosa succede in te quando ci riesci, cosa cambia…