E che avrò detto mai!?

Spesso succede qualcosa e reagiamo in modo aggressivo. Se non fisicamente, almeno psicologicamente, ad esempio esprimiamo critiche feroci, giudizi severi, rimproveri sprezzanti a chi ci ha detto o fatto qualcosa.
A volte, è chiaro l’accaduto e anche come lo abbiamo vissuto: qualcuno ci ha offeso o insultato o danneggiato o per prima criticato ingiustamente o svalutato o minacciato o deluso o qualcos’altro che può rendere alquanto comprensibile il senso della nostra reazione di contrattacco e di difesa, di autoprotezione fisica e psicologica. Ci vogliamo far rispettare e non accettiamo che qualcuno ci tratti in quel modo.
In altri casi, la questione è un po’ più misteriosa, enigmatica. Né noi né l’altro sappiamo spiegarci in maniera chiara cosa è successo, cosa ha determinato la nostra reazione che sembra spropositata. Siamo impazziti? Abbiamo perso il controllo? Siamo permalosi fino alla sospettosità paranoica?
“E che ti ho detto cotica!?” si dice dalle mie parti… Probabilmente in altri luoghi esistono altri modi e linguaggi, ciascuna persona ne può trovare uno almeno, per esprimere sconcerto, a volte sdegnoso, a volte paura e rabbia, di fronte alla reazione eccessiva e di primo acchito incomprensibile.
In questi casi, è utile interrogare il nostro mondo interiore. Cosa mi ha attivato quello che l’altra persona ha detto o fatto? Cosa ho provato, quali emozioni e sentimenti? Cosa ho pensato? Quali bisogni ho sentito frustrati? Quali scopi ho immaginato compromessi? Qual è stata la ‘minaccia’ che ho vissuto?
Queste domande e simili, trova le tue, possono veramente illuminare ciò che all’inizio era completamente oscuro e soprattutto possono aiutare la persona a governare meglio quella frustrazione all’interno della relazione. Ad esempio, imparando a dire come si è sentita, cosa avrebbe desiderato, come avrebbe voluto essere trattata…

3 pensieri riguardo “E che avrò detto mai!?”

  1. È importante far tesoro delle osservazioni, degli “appunti” che ci fanno gli altri, giusto o sbagliati che siano, perché ci aiutano a porci delle domande, come giustamente ci inviti a fare tu, che diversamente non faremmo in modo autonomo.
    Ci spronano all’autocritica. Ci invitano a rivedere la nostra posizione… Solo così possiamo ” crescere” positivamente, consapevoli che la perfezione non appartiene al genere umano e pertanto ben vengano di tanto in tanto questi “scontri”. 😉

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