Spesso il nostro comportamento è guidato da convinzioni limitanti e auto-sabotanti che ci creano problemi personali e interpersonali. Ad esempio: non valgo niente, non merito di essere amato, sono colpevole, è meglio non fidarsi di nessuno, prima o poi tutti ti tradiscono, sono difettoso, devo lavorare sodo per sentirmi a posto, sono fragile, devo andare di fretta, chi fa da sé fa per tre, nessuno ti aiuta, non sono capace, gli altri ti schiacciano se tu non schiacci loro.
Quasi sempre queste convinzioni sono inconsapevoli ed è possibile dedurne l’esistenza e il funzionamento solo a posteriori ovvero notando l’effetto che hanno sul comportamento e sull’esperienza vissuta dalla persona, anche sulle sensazioni corporee e sulla postura che “esprime” ciò che crede vero sulla vita, su se stesso, sugli altri, sul mondo. Ad esempio, se sei guidato dalla convinzione “devo essere perfetto in tutto ciò che faccio”, probabilmente otterrai risultati anche eccellenti in diversi ambiti di vita, ma di cui difficilmente resterai soddisfatto e il tuo corpo sarà continuamente in tensione. Se segui inconsapevolmente l’idea che “nessuno mi aiuta”, difficilmente ti concederai di chiedere aiuto, magari sarai molto bravo ed autonomo in molti aspetti, ma ti sentirai probabilmente anche spesso solo oltre che esausto e con una postura afflosciata.
Spesso queste convinzioni, e l’esito stressante che hanno, portano la persona a stare male, a sviluppare sintomi somatici, emotivi e comportamentali.
A volte queste persone arrivano in terapia. A volte.
Tre sono le strade su cui si può lavorare.
1. Riconoscere e legittimare il valore di sopravvivenza che queste convinzioni hanno avuto nei contesti originari in cui sono sorte e hanno cominciato a guidare il comportamento. Ad esempio, lavorare sodo mi faceva ottenere la stima di papà…
2. Riconoscere che queste convinzioni credute assolutamente vere sono solo idee, pensieri, rappresentazioni della realtà e che altre convinzioni sono possibili e altrettanto credibili come vere e utilizzabili a guida del comportamento. Ad esempio, se è vero che è meglio non fidarsi… Potrebbe essere altrettanto vero che di alcune persone ci si può fidare… A questo punto ogni nuova convinzione può essere testata nella realtà, messa alla prova, “verificata se veramente vera”.
3. Ammesso e non concesso che le vecchie convinzioni di una vita siano ancora e proprio vere, comunque la persona può sempre cercare e verificare altre convinzioni che le possono essere utili per realizzare certi bisogni, desideri e obiettivi. Ad esempio, è vero che lavorare duramente è un valore da seguire ed è anche vero (potrebbe essere vero) che a volte è fondamentale fermarsi, rilassarsi e concedersi lo svago…
Sei pronto a provare le tue vecchie e nuove convinzioni?
Alla prova
