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Anche se tu fossi cresciuto nella Casa del Mulino Bianco (espressione di perfezione che non esiste, di famiglia che non esiste nella realtà, di genitori ideali, quindi non reali), avresti comunque dovuto fare i conti con un certo grado di frustrazione. E questo sarebbe stato sano, buono, giusto, utile insegnamento per stare al mondo. Ovvero anche se hai avuto genitori che ti hanno amato, apprezzato e sostenuto nei tuoi sforzi per capire come funziona il mondo e per imparare a viverci, hai dovuto comunque confrontarti con esperienze, dentro e fuori la famiglia, non perfettamente positive e con un certo grado di bisogni non soddisfatti. E questo è normale, la norma, la regola comune. Anche se qualcuno fa parte delle eccezioni ovvero ha dovuto imparare a cavarsela fronteggiando un livello piuttosto elevato di frustrazioni, bisogni non ascoltati, amore non ricevuto, critiche feroci, mancanza di sostegno e vicinanza. “È andata così” dice il saggio… Ma non solo…
Ciò che ti ha permesso di cavartela, le risorse e gli strumenti che hai appreso per crescere e andare avanti, oggi sono a tua disposizione. Solo che a volte restano risorse, altre volte diventano limiti. Mi spiego con qualche esempio.

Se hai avuto genitori molto esigenti nei tuoi confronti, potresti aver imparato ad eccellere, a sforzarti sempre di più, a non accontentarti mai. E queste modalità fino ad un certo punto ti aiutano ad ottenere risultati importanti, in uno o più ambiti di vita, ma a volte rischiano anche di aumentare, in modo progressivamente insostenibile, lo stress, la fatica, il malessere fisico ed emotivo, la rinuncia al relax e al piacere, ecc..

Se hai avuto genitori fortemente impegnati sul lavoro (magari per non farti mancare niente) e che ti hanno fatto mancare la loro presenza, probabilmente sei diventato molto capace di cavartela da solo, ma questa risorsa potrebbe anche portarti all’esaurimento psicofisico e all’incapacità di riconoscere i tuoi bisogni e chiedere aiuto quando serve…

Se hai avuto genitori spaventati dei tuoi desideri o critici verso le tue preferenze e i tuoi interessi, potresti aver imparato a compiacere i tuoi genitori per non deluderli, a mettere in soffitta le tue inclinazioni naturali, a diventare un bravo bambino prima e un bravo adulto poi che dove lo metti sta… Ma pagando quale prezzo? 

Se i tuoi genitori avevano paura del successo perché temevano l’eventuale successiva caduta dall’alto, probabilmente hai imparato ad essere umile, ma anche poco ambizioso; capace di goderti le piccole cose, ma anche incapace di sognare…

Se i tuoi genitori erano spesso malati e bisognosi o ti chiedevano di aiutarli e sostenerli, probabilmente oggi sei esperto di soccorso e accudimento, ma non riesci a fare altro, ti prendi cura di tutti, non sai dire no e non sai chiedere (o accettare) che qualcuno si prenda cura di te…

Sostanzialmente ogni risorsa può diventare limite se portata all’eccesso. Il lavoro di crescita personale e di cura di sé prevede di imparare a riconoscere quando avviene questo e di trovare modalità più flessibili, rispetto a quelle anticamente apprese, per pensare, agire e stare nelle relazioni.
Non si tratta di abbandonare ciò che ci caratterizza da una vita, ma di ampliare la nostra cassetta degli attrezzi per affrontare la vita. A volte potremo ancora utilizzare vecchi attrezzi e altre volte avremo a disposizione anche nuovi utili strumenti per soddisfare i nostri bisogni, raggiungere i nostri obiettivi, creare relazioni soddisfacenti, sentirci realizzati. Hai qualche esempio personale?

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