Una mezza vita

Prima o poi la vita ci pone di fronte quote più o meno massicce di dolore e paura. La vita ci spaventa. La vita ci ferisce. È così la vita. Se guardi alla tua, a quella di persone a te care e vicine o a quella di altre persone che conosci, ogni vita presenta forme svariate e misure diverse di esperienze dolorose e minacciose.
Ciò che è minacciato o compromesso in modo serio o addirittura danneggiato sono i nostri bisogni e scopi importanti, la vita stessa a volte e in modo estremo, ma anche il nostro bisogno di sentirci protetti, amati, stimati. Questo è vero soprattutto quando siamo piccoli, ma resta sostanzialmente vero anche quando cresciamo…
Per fronteggiare paura e dolore, minaccia e danno, fisici ed emotivi, adottiamo sostanzialmente tre tipi di strategie, più o meno consapevolmente e in svariate manifestazioni o modalità.
Cerchiamo di EVITARE il contatto con paura e dolore. Ad esempio, restiamo a casa, non frequentiamo persone e luoghi, riduciamo al minimo le esperienze interpersonali, non ci poniamo nessun obiettivo.
Cerchiamo di CONTROLLARE, prevedere e prevenire ciò che ci minaccia e che potrebbe procurarci danno e dolore. Ad esempio, cerchiamo di essere perfetti in ogni cosa che facciamo, controlliamo ogni nostra manifestazione spontanea, seguiamo regole rigide anche quando non funzionano, controlliamo il nostro corpo in modo ossessivo.
Cerchiamo di IMMUNIZZARCI dalla paura e dal dolore, di non sentirli, di sentirli il meno possibile. Ad esempio, beviamo un po’ troppo, siamo sempre di corsa, non ci concediamo pause per sentire e riflettere, sviluppiamo dipendenze.
Queste tre grandi strategie hanno un loro senso (protettivo) e valore (di sopravvivenza fisica e psicologica), ma se protratte troppo a lungo e in modo rigido, oltre a proteggerci dal contatto doloroso, ci impediscono di fatto di vivere una vita piena e soddisfacente, che resta solo piena di limiti e frustrazioni. Infatti, quando queste strategie non sono più efficaci ad evitare paura e dolore oppure ci fanno pagare un prezzo troppo elevato in termini di vita “non vissuta”, troppo limitata, mai gratificante, compaiono i sintomi: la nostra vita diventa piena di ansia, depressione e altri malesseri fisici e psicologici, un intero corteo di manifestazioni di sofferenza emotiva e fisica, ma anche interpersonale e di riduzione di efficacia lavorativa o in altri ambiti di vita. I sintomi segnalano che il sistema protettivo non funziona più o non funziona come prima o non funziona in modo efficace. Dolore e paura, tenuti fuori dalla finestra, hanno buttato giù la porta, invadendo la nostra casa, ospiti assolutamente non invitati e quanto mai indesiderati.
È arrivato, allora, il momento per fermarsi seriamente, ascoltarsi, guardarsi, sentirsi, mettere in discussione le nostre modalità “rigide” con cui affrontiamo la vita… Che hanno funzionato per una vita, ma che ora non funzionano più…
La psicoterapia può essere uno strumento per attivare questo processo. Un percorso. Un viaggio. Per ripartire da oggi, primo giorno del resto della nostra vita…

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