Quante volte hai detto “io sono così di carattere” o “questo è il mio carattere” o “io sono fatto così”?
Se ora ti chiedessi dimmi tre “caratteristiche” del tuo carattere, diresti: io sono… E sono… E sono anche…
Il carattere è l’insieme dei tuoi modi di essere, pensare e agire. Ad esempio: impulsivo, generoso, razionale, preciso, confusionario, competitivo, volubile, affidabile, spigoloso, accondiscendente, burrascoso. O anche un pezzo di pane, per il quieto vivere, una roccia, solare, tenebroso, una testa calda, un pezzo di ghiaccio.
Il carattere è l’insieme delle strategie che hai trovato per sopravvivere nelle condizioni in cui sei cresciuto. Ad esempio, hai imparato fin da piccolo e sei diventato esperto in mediare i conflitti, compiacere gli altri, non disturbare, fare tutto da solo, accudire gli altri, startene in disparte, competere in modo sfrenato, essere al centro dell’attenzione, dipendere dal sostegno altrui.
Il carattere è spesso quello che ti crea problemi perché è diventato un modo rigido di pensare, agire e reagire della serie “Io sono fatto così e non ci posso fare niente…”. Ad esempio, io sono impulsivo… Remissivo… Introverso… Io sono fumino… Io sono accomodante… Io sono vendicativo… Io sono generoso… Io trattengo e poi esplodo… Io tendo a somatizzare ansia e stress… Io mi chiudo per sempre con chi mi ha deluso… Io tendo a rimuginare sopra le cose… Io sono per il quieto vivere… Io sono uno che ha bisogno che le cose siano fatte alla perfezione… Io non sopporto i ritardatari…
Dunque, siamo abituati a concepire il carattere di una persona come un’etichetta identificativa, una serie di strategie e competenze interpersonali e un insieme di modi di fare che fino ad un certo punto rappresentano una qualità e una risorsa e, “superato un confine”, diventano limiti e fonte di stress e sofferenza per sé e per gli altri con cui abbiamo a che fare.
Le persone che arrivano a chiedere un aiuto psicologico riportano sintomi psicofisici (ansia, panico, depressione, ossessioni, dipendenze) e problemi nelle relazioni (al lavoro e in famiglia). Quasi sempre si arriva a lavorare anche sul carattere e sul modo di stare al mondo e con gli altri. “Chi sei” o “chi ti credi di essere” o ” come ti vedono gli altri” spesso determina cosa ti fa stare bene e cosa ti fa soffrire. La cura deve tenere conto, quasi sempre, di come il quadro dei sintomi di cui soffre l’individuo sta dentro la cornice della sua personalità.
Il carattere. Il quadro e la cornice

Molto interessante, in effetti mi rivedo in buona parte dei casi citati. Grazie per l’intervento.
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