Molte persone arrivano in terapia con l’idea di cambiare gli altri per ridurre la propria sofferenza. Cambiare le altre persone, cambiare il mondo, cambiare l’esterno da sé. Spesso queste persone tendono a colpevolizzare gli altri per difendersi da un’autocolpevolizzazione (che sarebbe) vissuta con estrema angoscia e dolore insopportabile.
Fatte salve le situazioni di palese abuso, violenza e sopraffazione da parte di un adulto verso un bambino o un adolescente, così come altre relazioni palesemente sbilanciate in termini di dominio/sottomissione, il resto dei casi richiede una rivisitazione del vissuto di colpa/responsabilità.
È proprio difficile, un po’ per tutti noi, credere che quello che siamo oggi, quello che pensiamo, che viviamo, che facciamo sia l’esito della nostra capacità di adattamento alle condizioni di vita che abbiamo incontrato e che ancora oggi incontriamo. Credere insomma di essere responsabili delle proprie scelte. E, soprattutto, che la responsabilità sia diversa dalla colpa.
Molte persone, in modo più o meno esplicito e profondo, credono qualcosa del tipo: “meglio pensare che sia colpa degli altri e sentirsi vittime dei loro comportamenti sbagliati piuttosto che sentirsi colpevoli, inadeguati, sbagliati, non amabili, indegni”. “Meglio credersi vittime di colpe altrui che responsabili di propri errori, mancanze, difetti”. “Meglio credersi vittime di aggressione ingiusta e ingannevole che colpevoli di essere deboli, inferiori, incapaci”.
Ogni persona presenta malesseri individuali e una storia personale unica e anche molto diversa da quella di chiunque altro. Nella diversità di ogni percorso, la terapia deve aiutare la persona ad uscire da questa rappresentazione della realtà vittima/colpevole. Per lo meno a diventarne consapevole e rivisitarla con maggiore chiarezza. Per recuperare il senso e il valore della propria traiettoria evolutiva che l’ha portata ad essere oggi il frutto delle scelte antiche. Per sentirsi oggi nel pieno potere di essere responsabili del proprio modo di pensare, sentire e agire, fuori da ogni considerazione di colpa, facendo perno sul fatto che ciascuno di noi sta combattendo la propria battaglia per la felicità come persona degna e amabile… incondizionatamente…
Fuori dalla colpa, dentro la responsabilità
