Quando ti dici “sono stupido” (incapace, fallito, fragile, sfortunato, ecc.) stai parlando molto di più della tua mente (dialogo interno) che di te e del tuo comportamento.
Quando pensi che gli altri siano “cattivi” (sbagliati, ingiusti, non comprensivi, ecc.) stai parlando dei giudizi della tua mente prima o piuttosto che delle persone a cui ti riferisci.
Quando qualcuno ti dice sei “antipatico” (o qualche altro appellativo simpatico) sta esprimendo la sua idea su di te ma non sta descrivendo la realtà della persona che sei.
Insomma, hai capito. Una cosa sono i pensieri (interpretazioni, giudizi, critiche, etichette, ecc.) un’altra cosa sono le persone e il loro comportamento (te in primis). Una cosa sono le idee sulla realtà, un’altra cosa è la realtà. Sembra filosofia astratta, in realtà è il valore molto concreto della capacità (o difficoltà) a “differenziare”. Quindi? 4 passi strategici.
1. Prendi il pensiero e mettilo a distanza ovvero consideralo come tale ovvero trasforma “io sono incapace” in “io sto avendo il pensiero io sono incapace” e ancora “io noto che sto avendo il pensiero io sono incapace”. E nota l’effetto della distanza di sicurezza…
2. Prendi il pensiero (idea, giudizio, interpretazione) e valutalo, mettilo in discussione, a confronto con la realtà. Può essere “vero” oppure no o forse solo un po’…
3. Prendi la realtà e cerca di agire per modificarla nella direzione del tuo bisogno o desiderio. Ad esempio, correggi i tuoi errori, impegnati a migliorare dove sei carente, affronta i problemi e le incomprensioni con l’altra persona, chiedi ciò che vuoi, impara ad accogliere anche un no.
4. Impegnati con azioni concrete a creare il valore che vuoi mettere nella tua vita, a costruire concretamente cosa per te è importante.
Certo non sarà un percorso in discesa… Ma è il tuo percorso utile.
Distanza di sicurezza. La differenza che fa la differenza
