Intuitivo e controintuitivo. Due strategie al servizio del cambiamento

Non sempre quello che fai e che ti sembra giusto e utile lo è effettivamente. Quello che fai, lo fai per allontanare la sofferenza o per avvicinarti alla gioia?
Purtroppo siamo più facilmente motivati dell’evitamento del dolore a breve termine che dalla ricerca del valore a lungo termine. In condizioni di sofferenza e minaccia, funzioniamo ancora con la parte antica del nostro cervello che ci aiuta prima di tutto a salvare la pelle nell’immediato, poi si vedrà. In realtà questo è vero e utile se parliamo di minaccia alla nostra sopravvivenza fisica, all’incolumità di base. Ma la maggior parte della nostra sofferenza quotidiana non mette in ballo la sopravvivenza fisica, ma il benessere psicologico e interpersonale. In questo caso, quando cioè parliamo di stress, dolore e senso di minaccia nelle relazioni quotidiane, diventa meno immediata l’urgenza di salvare la vita e più utile la necessità di salvaguardare la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni. Ecco perché di fronte a queste situazioni quotidiane nei nostri diversi ambiti di vita, personale e interpersonale, è fondamentale chiarire cosa può essere effettivamente efficace per aumentare la nostra soddisfazione, gioia, felicità, realizzazione.
Di fronte all’emergere di pensieri negativi, emozioni penose, sensazioni disturbanti e ricordi dolorosi, tu solitamente tendi ad adottare strategie per eliminare o almeno ridurre la sofferenza, strategie di evitamento, distrazione, fuga, repressione, stordimento, lotta contro questi aspetti stressanti e dolorosi della tua esperienza. Ad esempio, ti ritiri in casa, usi sostanze, fai abbuffate, rimugini in continuazione, ti rimbambisci sui social o con i dispositivi elettronici, diventi aggressivo, ti ritiri in te stesso e ti chiudi agli altri, ecc.
Queste strategie, anche quelle chiaramente disfunzionali, possono all’inizio avere un senso, ma spesso non portano ad un risultato efficace, non portano all’obiettivo di ridurre effettivamente ed efficacemente la sofferenza che prima o poi tende a tornare; cacciata dalla finestra, butta giù la porta, per tornare a trovarti, anche se non invitata. Peraltro lasciandoti esaurito da un punto di vista emotivo e fisico per tutte le energie che hai dovuto impiegare per tentare, inefficacemente, di fuggire o lottare con questa sofferenza.
Qual è la soluzione alternativa realmente efficace?
Due passaggi (che puoi iniziare a fare da solo o che potrebbero richiedere un percorso psicoterapeutico):
1. Fai un’attenta selezione delle strategie realmente efficaci ed efficienti per fronteggiare la sofferenza ovvero impara a riconoscere cosa ti porta risultati effettivi a medio e lungo termine (consolidati e stabili nel tempo) a fronte degli enormi costi che paghi in termini di impiego di risorse emotive, fisiche, relazionali, rinunce, privazioni e difficoltà nei rapporti interpersonali.
2. Sposta la tua attenzione. Inizia ad agire non tanto per allontanarti dal dolore, ma primariamente per avvicinarti al valore. Impegnati attraverso azioni concrete che ti portano in direzione di ciò che può veramente fare la differenza nella tua vita.

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