Nel percorso psicoterapeutico, come più in generale nel percorso di vita, un po’ tutti ci troviamo davanti alcuni compiti da svolgere. Prima o poi, in un modo o nell’altro, con maggiore o minore consapevolezza.
1. Distingui il comportamento dallo stato mentale. Quello che fai ha delle conseguenze concrete, reali, un impatto su te, sugli altri, sull’ambiente in cui vivi. Ad esempio, offendere qualcuno a parolacce o dargli due ceffoni perché sei arrabbiato con lui probabilmente provocherà una certa reazione nell’altro che potrà reagire in modo più o meno impulsivo o riflessivo. Del resto, puoi essere arrabbiato con questa persona, averne tutti i motivi legittimi, senza per questo “dover esprimere” necessariamente questa rabbia e i pensieri che l’accompagnano con brutte parole e schiaffoni. Tra lo stato mentale (sensazioni, emozioni, pensieri) e il comportamento manifesto, c’è tutto il tuo potere di riflessione, elaborazione e scelta. Ad esempio, partendo da una semplice domanda: quale mio bisogno soddisfa quello che ho fatto? A cosa mi servirebbe fare ciò che mi sta passando per la testa? A quale scopo esprimermi in questo modo? Domande e riflessioni utili in direzione di una scelta consapevole e responsabile.
2. Impara a dare senso piuttosto che dare colpe. Forse è lo sport nazionale più diffuso anche del calcio. Forse anche a livello internazionale … È universale, della natura umana: colpevolizzare, giudicare, criticare, rimproverare e compagnia brutta. È importante distinguere quando è utile (di solito se dura poco) e quando è deleterio, per chi critica e per chi è criticato. Fatti aiutare dal primo punto: a cosa ti serve indugiare nel rimprovero spietato? Ti aiuta veramente a risolvere problemi e conflitti? Ti lascia effettivamente soddisfatto? È umano, viene naturale, ma dopo un po’ forse è meglio se ti impegni a comprendere, a cercare il significato di quello che è accaduto (o potrebbe accadere) e che ti porterebbe a colpevolizzare. Quando ti impegni a cercare il senso delle situazioni, puoi meglio comprendere i tuoi bisogni e quelli delle altre persone coinvolte, le tue frustrazioni e quelle degli altri, puoi meglio capire ciò che potrebbe aiutarti ad agire in modo veramente efficace.
3. Accetta i tuoi limiti e potenzia le tue risorse. Banale quanto fondamentale. Ciascuno di noi vive tracciando una strada personalissima tra ciò che vorrebbe e ciò che è in suo potere realizzare. Tra ciò che potrebbe e ciò che di fatto realizza. È fondamentale conoscere le proprie potenzialità per esprimerle e metterle al servizio delle proprie creazioni. Altrettanto importante è conoscere e rispettare i propri limiti, per sfidarli continuamente e anche per imparare ad accettarli. A volte si tratta anche di riconoscere le qualità e le competenze della propria parte “sana” quando ci sentiamo invasi dalla sofferenza della parte “malata”.
4. Ridimensiona il tuo ideale mentre impari a vivere sufficientemente felice nel reale. Ambisci e combatti… E impara anche a fermarti al momento giusto. Giusto per te. A volte può essere un processo molto doloroso, solo che un po’ tutti, prima o poi, in un ambito o in diverse aree della propria vita, dobbiamo imparare ad “elaborare il lutto” di chi avremmo voluto essere e non siamo, di chi eravamo e non siamo più.
Ecco 4 punti fondamentali in ogni percorso evolutivo, attraversati in psicoterapia come più in generale guardando alla propria storia di vita. 4 punti di svolta… Per vivere “sufficientemente” felici. Dove sufficientemente sta per adeguato alla realtà e in linea con i consapevoli valori personali.