Non ti accontentare delle risposte che hai già. Cerca le domande. Accendi la tua curiosità. La curiosità accende la tua mente. E una mente attiva ti fa uscire da ciò che hai sempre creduto, da ciò che hai sempre fatto. Da ciò che hai sempre ottenuto e che ora ti sta stretto. Dai tuoi automatismi sclerotizzati. Dalle abitudini dannose. Da un unico modo di vedere, percepire, pensare, agire. Che certamente un tempo avevano un senso, uno scopo e un valore per te, ma ora non ti sono più utili o sufficienti per farti fare scelte efficaci a soddisfare i tuoi bisogni e realizzare i tuoi obiettivi in direzione della vita che vuoi.
Questi sono alcuni presupposti su cui si basa il lavoro terapeutico e più in generale un percorso di evoluzione e crescita personale.
Una parte di sofferenza si basa su una realtà rispetto alla quale siamo “effettivamente” impotenti e non possiamo fare altro che accettarla. Ma un’altra parte di sofferenza si fonda anche su una realtà rispetto alla quale “crediamo” di essere impotenti. Su queste credenze dobbiamo mettere testa (riflessione), mani e piedi (azione). Per modificare quelle convinzioni e quelle azioni che continuano ad alimentare la sofferenza. Per abbandonare quei modi di pensare e agire che, sviluppati in un certo periodo della nostra vita, avevano un senso, ma che oggi non sono più utili rispetto alla persona che siamo diventati. Per introdurre nuovi modi di pensare e comportarci più allineati rispetto alla persona che vogliamo diventare.
Eccoti allora tre domande fondamentali per la tua consapevolezza di come funzioni e per la tua responsabilità di pensare e agire in modo diverso da ciò che hai pensato e fatto finora.
“Cosa sto CERCANDO, facendo quello che faccio e pensando quello che penso?”
“Cosa sto EVITANDO, facendo quello che faccio e pensando quello che penso?”
“Cosa MI ASPETTO da me, dagli altri, che accada nella realtà?”
Infine… Trova la tua domanda … Rifletti su ciò che può scardinare la rigidità dei tuoi modi di pensare e agire che continuano a generare la tua sofferenza e le tue relazioni insoddisfacenti…
Ecco perché lo psicologo fa sempre tante domande
