Il “bambino ferito” è una metafora per significare come ci portiamo appresso i dolori e i traumi dell’infanzia. Ma non è solo una metafora perché la ferita esiste veramente, nel corpo e nella mente, sotto forma di dolori fisici che ci portiamo “addosso impressi nel corpo” e dolori psicologici che tendiamo a “rivivere” in diverse situazioni della vita attuale.
La ferita esprime una verità. Ma non una verità vera, semplicemente una verità in cui crediamo. Perché così abbiamo imparato a credere da bambini. Quello che è accaduto quando eravamo piccoli lo abbiamo interpretato con la nostra “rudimentale mente infantile” che ci ha portato a sviluppare idee, credenze, convinzioni, rappresentazioni della realtà che in qualche modo ne sono un’espressione distorta o perlomeno limitata o parziale. Comunque, questa mappa della realtà, in buona parte inconsapevole, ha cominciato a guidarci da allora e fino ad oggi quando ancora continuiamo a credere, ad esempio:
- di essere colpevoli della separazione dei nostri genitori
- di non aver aiutato mamma abbastanza a tirarsi su dalla sua depressione
- se papà mi ha sempre picchiato è perché io sono cattivo
- c’è qualcosa in me che non va
- solo se ti fai vedere forte le persone ti rispettano
- prima o poi gli altri scopriranno che non valgo veramente come persona
- la felicità dei miei genitori dipende da me
- solo accontentando gli altri puoi trovarti bene
- nella vita i maschi hanno un posto e le femmine hanno un altro posto, così sono sempre state le cose e non ci si può fare niente
- sono troppo debole per essere stimato dagli altri
- solo io posso “salvare” mamma
- per essere apprezzato devi mascherare quello che provi
- prima o poi fallirò come tutti i maschi di famiglia
- alla fine resterò solo e abbandonato a me stesso
- se mi comporto bene mi vorranno bene
- merito di essere trattato in modo speciale
- merito di essere escluso e allontanato dagli altri
- da solo non ce la farò mai
- solo chi è perfetto, impeccabile e senza macchia merita di andare avanti
- non ho la stoffa per avere successo
- nessuno mi vorrebbe bene se dicessi veramente quello che penso
- nella vita prima o poi le persone ti fregano
- la solitudine è l’unica compagna della mia vita
Questi sono solo alcuni esempi delle “infinite possibili credenze” che possono far parte della vita delle persone per come sono cresciute e per quello che hanno imparato a credere vero e a convincersi nel corso degli anni. Anche tu avrai sicuramente le tue convinzioni su te stesso, sugli altri, sulle relazioni, sulla vita, sul mondo, ecc.. Idee, convinzioni e rappresentazioni della realtà, di cui puoi essere più o meno consapevole, ma che sicuramente guidano, dall’interno, il tuo modo di pensare, sentire, agire, incontrare gli altri, vivere la vita.
Fino a quando questa guida interiore è funzionale ed efficace e ti permette di soddisfare i tuoi bisogni, di realizzare i tuoi sogni e di vivere la vita felice che vuoi, come tu la intendi, allora puoi anche evitare di diventarne consapevole. Quando questo mondo interno ti crea più problemi di quanti te ne risolva ovvero ti guida verso esperienze di frustrazione, stress, dolore, angoscia che non riesci a superare, allora è bene fare una visitina a questa ferita interiore, cominciando ad esplorare la tua sofferenza, il tuo stile di vita, il tuo modo di pensare, il tuo modo di stare con gli altri, il tuo modo di gestire le emozioni, ecc..
Ti suggerisco allora una breve traccia o mappa per orientarti in questo territorio finora abbastanza sconosciuto. È un esercizio che puoi fare da solo o aiutato da qualcuno o eventualmente in psicoterapia:
- individua cosa ti fa soffrire e provare emozioni di dolore, rabbia, paura, tristezza, senso di colpa, vergogna, invidia, gelosia, esclusione e/o qualsiasi altra emozione per te negativa
- individua come tu stai agendo e reagendo a questa situazione
- individua quali sono le convinzioni che accompagnano quello che senti e quello che fai (gli esempi sopra riportati ti possono aiutare a cogliere le tue convinzioni profonde, anche se sono solo alcune possibilità che possono o meno riguardare il tuo vissuto). Fatti guidare dal ragionamento e anche dall’intuito. Le convinzioni che troverai puoi sempre cambiarle, modificarle e sostituirle con altre che nel corso della tua esplorazione potranno emergere come “più vere per te”.
- di fronte ad ogni convinzione trovata chiediti se effettivamente è “proprio vera” o se semplicemente è qualcosa che da tanto tempo “hai imparato a credere vera per te”.
- cerca di rintracciare comunque quando è nata questa convinzione, quando ricordi di aver creduto per la prima volta a questa verità, cosa o chi te l’ha insegnata, da quali esperienze deriva
- individua “un’altra credenza possibile” che se fosse vera potrebbe aiutarti ad affrontare meglio la situazione iniziale fonte di sofferenza. Può essere una credenza che per te è vera e che potrebbe guidare il tuo pensiero e il tuo comportamento in modo più sano e utile
- quando cominci a credere ad un’altra possibile rappresentazione della “realtà attuale” e anche di “come sono andate le cose in passato”, puoi cominciare a sentirti diversamente, a pensare diversamente e ad agire in modo più benevolo con te stesso oltre che più efficace rispetto alla soddisfazione dei tuoi bisogni
- inizia dunque a testare nella realtà queste nuove convinzioni, comincia ad agire come se la nuova verità in cui credi fosse proprio vera… E vedi cosa succede, come reagiscono gli altri, come reagisci tu…
Per concludere (ma anche “per ricominciare”) possiamo “rivisitare” gli esempi forniti in precedenza, come nuove possibilità “vere se cominci a crederci”:
- un bambino non può essere colpevole della separazione dei genitori
- un bambino non deve prendersi cura della sofferenza della mamma
- un padre che picchia un figlio non riesce a trovare altri modi per educarlo
- posso aver sbagliato o avere i miei limiti, come tutti, ma non sono sbagliato come persona
- posso sentirmi rispettato anche se non sono sempre e comunque forte
- sono una persona amabile e di valore che, come tutti, può più o meno piacere agli altri, può essere simpatico ad alcuni e non ad altri
- nessuno è responsabile diretto della felicità di altri, tanto meno un bambino può farsi carico della felicità dei propri genitori
- puoi avere buone relazioni anche se hai un tuo modo di pensare e agire che non sempre è in linea con le idee e col volere altrui
- nella vita i maschi hanno un posto e le femmine hanno un altro posto, questo può essere “bello”, ma se crea problemi nei rapporti interpersonali può essere cambiato
- posso essere stimato dagli altri, anche quando sono debole
- nessuno salva nessuno, tantomeno un bambino può sentirsi “caricato del peso indebito” di “salvare” un genitore
- puoi essere autentico e spontaneo nell’espressione dei tuoi pensieri e sentimenti ed essere apprezzato anche da chi ha una visione diversa dalla tua
- nessun destino è scritto sulla pietra: il mio successo o fallimento dipende da tanti fattori, in primis dalla mia capacità di farmi carico del mio successo e del mio fallimento
- potrò sempre trovare qualcuno con cui stabilire una relazione soddisfacente; potrò anche essere solo eppure vivere tranquillo
- le persone possono volermi bene anche se a volte le deludo
- io sono unico, irripetibile e di valore, come tutti gli altri
- posso creare e mantenere relazioni soddisfacenti
- in certi casi posso farcela da solo, in altri posso chiedere aiuto
- il valore come persona è indipendente dal “successo” e il successo è diverso da persona a persona
- posso ottenere risultati soddisfacenti negli ambiti di vita che mi interessano
- posso esprimermi autenticamente ed essere amato
- nella vita incontri persone che ti fregano e persone affidabili e oneste
- accanto a momenti di gioia e condivisione vivo e ho vissuto anche momenti di grande solitudine.
Se cominci a credere a queste possibilità ovvero se cominci a farti guidare da certe credenze invece che da altre, anche il tuo comportamento e le tue relazioni potranno cambiare in una direzione più positiva, fonte di benessere e realizzazione personale.