Solitamente ciascuno di noi affronta due tipi di problemi. Problemi col mondo esterno e problemi del mondo interno.
Il primo tipo di problemi riguarda i rapporti concreti con le persone. Un capo tiranno, un collega manipolatore, un collaboratore antipatico, un cliente mai soddisfatto, un fornitore poco affidabile. Una crisi di coppia, conflitti su scelte strategiche per il futuro, difficoltà nell’intimità sessuale, tradimenti, disillusioni, distanza e freddezza, ecc.. Figli malati o poco educati o troppo timidi, con difficoltà scolastiche e senza amici, ecc.. Conflitti coi genitori, genitori anziani o malati, problemi coi fratelli, ecc. Gli esempi potrebbero continuare ancora a lungo e riguardare diversi ambiti di vita, anche nelle amicizie, piuttosto che nella gestione delle finanze o per questioni di salute. Comunque sia, si tratta di problemi su cui abbiamo un certo grado di potere e incidenza nella misura in cui una parte di questi problemi coinvolgono altre persone o altri fattori da noi in parte controllabili o solo scarsamente influenzabili. Noi possiamo in queste circostanze agire per cambiare alcune cose, ma non altre: possiamo comunicare i nostri bisogni e fare delle richieste, ma la risposta alle nostre richieste dipende dagli altri; possiamo modificare un certo nostro stile di vita e comportamento e possiamo ottenere risultati da noi sperati, ma solo in parte determinati dalle nostre azioni. E via così.
Il secondo tipo di problemi, invece, ci vede con un grado maggiore di potere in quanto mentre le persone del mondo reale agiscono da una loro personale prospettiva soggettiva più o meno vicina alle nostre esigenze, i personaggi del mondo interiore sono tutti “cosa nostra”, sono a casa nostra dove noi siamo padroni. Lo stesso inconscio, spesso ospite indesiderato con le sue pretese, è in parte da noi governabile nel momento in cui lo conosciamo attraverso gli esiti delle sue spinte e pressioni.
Il mondo interiore, scenario specifico del lavoro psicologico e di cambiamento personale, è abitato da personaggi, voci, immagini e figure che sono l’esito della nostra storia di vita, eco e specchio delle persone che abbiamo incontrato realmente, che ci hanno influenzato e che oggi “ci portiamo dentro”; abitato da esperienze traumatiche realmente vissute e che si sono “incarnate nel nostro corpo” a formare una memoria muscolare corporea, sensoriale che ancora oggi “ci influenza da dentro”.
La persona che arriva a chiedere aiuto, anche quando riferisce problemi del primo tipo, apparentemente solo ed esclusivamente di tipo pratico e concreto legato a persone reali frustranti e deludenti, fonte di rabbia, paura, tristezza, umiliazione, disprezzo, vergogna, colpa e altre emozioni negative, in realtà sta dicendo anche qualcosa di importante su come funziona il suo mondo interiore nella gestione dei problemi reali.
In psicoterapia, la persona impara ad interagire con questi personaggi “stressanti, frustranti, traumatici” del mondo interiore in modo diverso da come ha sempre fatto. Ad esempio, di fronte ad un “giudice interiore sprezzante” invece di soccombere impara a rispondere a tono, fino a farsi rispettare e sentirsi giustamente soddisfatto dei propri risultati invece che continuamente in difetto; oppure impara semplicemente a non ascoltarlo, ad ignorarlo, proseguendo per la strada tracciata dai propri desideri, valori e progetti. Altri esempi: di fronte ad una “sensazione interna di trascuratezza” invece che considerarla il proprio destino ineluttabile di individuo senza qualità e valore, la persona impara a chiedere per i propri bisogni fino a sentirsi più amata, amabile, protetta e curata; di fronte ad una “figura interiore colpevolizzante” la persona impara a prendersi le giuste responsabilità, senza accollarsi rimproveri e colpe che non le appartengono; di fronte ad un personaggio interno sofferente e lamentoso, la persona, invece di correre in soccorso come ha fatto per una vita, impara a fornire la giusta comprensione e il giusto aiuto, senza immolarsi nell’autosacrificio senza limiti della modalità “a disposizione”.
Attraverso un nuovo dialogo interno, sperimentato e appreso concretamente in seduta “con tutto il proprio corpo”, la persona migliora la propria autostima, regola in modi più equilibrati le sue emozioni, diventa capace di decisioni più sane e giuste per sé, acquisisce una capacità, mai avuta in precedenza, di scelta consapevole, autonoma e responsabile.
Da ultimo, ma non per importanza, quando la persona ha “spostato certi equilibri nel mondo interno” ha acquisito anche maggiore potere ed efficacia nella gestione dei problemi col mondo esterno.
Il potere sul mondo
