Se non ti batti non conosci veramente te stesso dice Brad Pitt in Fight Club. Film scomodo. Ti invita ad alzarti dalla tua vita comoda. O perlomeno ti invita a renderti conto della vita che fai. Delle scelte che fai. Vita probabilmente piena di comfort e sicurezze, prevedibilità e certezze, controllo di te stesso e degli altri, che se non hai ancora, sicuramente stai cercando, oggetti posseduti che in realtà posseggono te… Una vita piena di “maschere e adattamento ad una realtà” che è necessario, ma che è una realtà basata su “verità limitate e parziali”. Quelle all’interno delle quali necessariamente ciascuno di noi vive la sua vita. Prova, ad esempio, a pensare a vari ambiti della tua vita quotidiana, famiglia, lavoro, amici, attività ricreative, momenti di solitudine. E… Renditi conto delle scelte che fai… delle maschere che indossi, che, più o meno consapevolmente, scegli di indossare. Riconoscile per la funzione che svolgono, a cosa ti servono… Probabilmente sono una facciata presentabile che cela (o rivela, ad uno sguardo attento) le tue paure e debolezze.
Sai perché tendi a nascondere le tue fragilità, i tuoi difetti, le tue carenze? Che succederebbe se ti esponessi libero e nudo?
E allora, un po’ tutti, abbiamo scelto di coprirci dietro abitudini e automatismi, ciascuno ha i suoi, che ci servono ad ingannare noi stessi e manipolare gli altri (e tutti siamo a nostra volta manipolati), a seguire le solite strade note, i soliti pensieri, le solite modalità di comunicare e interagire che di fatto ci allontanano dagli altri come da noi stessi.
La psicoterapia, come la vita, è sempre un coraggioso viaggio eroico che necessita di umiltà per imparare a guardare le tue “verità parziali”; un percorso per aiutarti a vivere in una realtà condivisa che resta sempre e comunque solo “una delle infinite possibili”.
L’eroico viaggio trasformativo richiede il confronto col Drago. Con la paura, col dolore. Con la possibilità di morire. Con l’Ombra, con tutto ciò che è perturbante, inquietante, proibito, sconveniente, che scuote il nostro fragile, precario equilibrio di persone adattate ad una realtà che ci allontana di fatto da noi stessi, dalle nostre parti più autentiche.
L’adattamento è necessario, per sopravvivere in mezzo a quella che altrimenti sarebbe solo una giungla di bestie che mangiano uomini e uomini che sarebbero solo bestie. Ma qual è il prezzo che paghiamo per questo adattamento? Dobbiamo scoprirlo e mai dimenticarlo. È appunto allontanarsi un po’ dalla nostra natura. E, quando questo allontanamento è eccessivo, compare la malattia fisica, psichica o un disagio espresso nella forma di violenza, perdita di ogni orientamento e riferimento. Di ogni regola. Anzi, dove l’unica regola è che non esistono regole.
L’evoluzione personale si fonda sulla consapevolezza che il modo in cui viviamo è solo una delle forme possibili, scelta inconsapevolmente quando eravamo piccoli e continuamente rinforzata, consolidata attraverso le esperienze successive di vita che non l’hanno mai, di fatto, messa in discussione. Almeno fino a quando decidiamo che va bene così…
Oggi, comunque, è il primo giorno del resto della nostra vita ed effettivamente abbiamo molteplici possibilità di nuove scelte. Tutte comunque rivolte verso una necessaria integrazione di parti di noi finora dissociate o represse. Del maschile e del femminile interni, a ciascuno di noi. Della forza e della tenerezza, ciascuno le intenda a suo modo. Scelte e sfide che richiedono coraggio nonostante la paura, umiltà per capire che siamo tutti uguali di fronte alla morte, nonostante la nostra irriducibile diversità. Disponibilità a rischiare perdite per ottenere conquiste.
La domanda guida è sempre la stessa, da sempre nella storia dell’umanità e del “conosci te stesso”: chi sei veramente?
Chi sei veramente oltre il tuo adattamento ad una realtà condivisa!
Chi sei veramente sotto la maschera che indossi!
Chi sei veramente mentre reciti un antico copione!
Chi sei veramente oltre quello che sei sempre stato!
Ciascuno di noi ha le proprie personalissime risposte…