La terapia è dentro e fuori la stanza del terapeuta.
La relazione terapeutica fornisce la possibilità di UNO SGUARDO INTERIORE privilegiato, UNO SPAZIO di accoglienza, attenzione, riflessione e azione per incontrare l’umanità della persona, comprendere la sofferenza del paziente, progettare un piano di intervento, curare le aree problematiche, ridurre i sintomi, rivisitare modi di pensare e agire, costruire relazioni più gratificanti, potenziare le parti sane e le risorse, recuperare vecchie e sviluppare nuove potenzialità. Non solo per una vita alleggerita dal dolore, dall’ansia, dall’angoscia e dallo stress. Ma anche per una vita maggiormente autentica, libera, consapevole e responsabile.
Perché la vita del paziente è FUORI dalla seduta terapeutica. La vita del paziente è la vita di una persona.
Il lavoro di cura, guarigione e cambiamento inizia nel dialogo terapeutico e nella condivisione di strategie terapeutiche finalizzate al raggiungimento di obiettivi trasformativi stabiliti in modo condiviso. Ma prosegue, si realizza e si conclude nel contesto della realtà quotidiana della vita della persona.
Come spesso dico ai pazienti, la fetta più grande del loro lavoro terapeutico è dalla fine della seduta all’inizio della successiva. Quello che hanno capito e imparato, nel farsi dell’elaborazione terapeutica e nell’impegno congiunto a realizzare il piano di trattamento stabilito di comune accordo, i pazienti devono trasportarlo nella realtà concreta, nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni, a casa e al lavoro, con gli amici e in solitudine.
Il confronto con la realtà offre una possibilità fondamentale per verificare quanto compreso e appreso, per mettere alla prova quanto sperimentato in seduta, per testare nuove convinzioni, per applicare nel concreto strategie e abilità acquisite. A questo riguardo spesso uso coi pazienti l’espressione metaforica del POCKET THERAPIST ovvero la possibilità di “portarsi dietro” il terapeuta, la “funzione” della terapia, gli apprendimenti e le strategie, quanto hanno compreso e appreso su come funziona la mente, i rapporti interpersonali, le scelte consapevoli e le azioni responsabili. In particolare, è opportuno prestare attenzione ad alcuni punti essenziali da ricordare e “applicare”:
– Individuare cosa provi in una data situazione, quale EMOZIONE o stato d’animo stai vivendo rispetto a quello che sta accadendo
– Cosa stai facendo, quali AZIONI, quali parole, con chi stai interagendo
– Quali PENSIERI, idee e convinzioni guidano il tuo comportamento
– Cosa vorresti in quella specifica situazione, quali BISOGNI e desideri emergono e soprattutto quali CONFLITTI tra diversi tuoi bisogni e desideri
– Che SCELTA stai facendo e quale altra scelta potresti fare, consapevole che non esistono scelte perfette e che c’è sempre un prezzo da pagare
– Quali FRUSTRAZIONI e DELUSIONI stai vivendo, in che modo la realtà è diversa da come vorresti, e COSA CI PUOI FARE …
– Come puoi continuare ad impegnarti per CAMBIARE ALCUNE COSE e cosa devi, più o meno dolorosamente, ACCETTARE
– Come PUOI CREARE la tua VITA PIENA di cose felici e soddisfacenti, nonostante tutto ciò che non è come vorresti che fosse.
Questo è solo un elenco, essenziale, ma non esaustivo, di quello che si impara nel lavoro su stessi e che può essere utile “applicare nella propria vita quotidiana”.
DA UN CERTO MOMENTO IN POI E PER SEMPRE. Un apprendimento è per sempre…
Questo elenco può essere ulteriormente specificato in relazione alla storia di vita unica della singola persona, alle personali problematiche e anche alle risorse individuali che ciascuno possiede. Resta comune l’idea e la pratica effettiva di portare gli “apprendimenti terapeutici” fuori dalla stanza del colloquio per farne “guida concreta” per pensare, agire, comunicare, scegliere in modo consapevole e responsabile.