Conosci la storia del martello?! Quando sei “convinto” che GLI ALTRI CE L’ABBIANO CON TE finisci per “sentire” ostilità dappertutto e ti ritrovi ad essere osteggiato dalle persone o perlomeno a risultare antipatico. Come quella persona che si sente e SI CONSIDERA INCAPACE e finisce per ottenere risultati pessimi che confermano questa idea di sé. O come chi SI CREDE DEBOLE e non riesce a portare a termine nessun compito senza appoggiarsi a qualcuno o dipendere dal sostegno pratico ed emotivo di un’altra persona, fino a rinforzare questa idea di sé vulnerabile e bisognoso.
Quello che PENSIAMO di noi stessi (convinzioni, immagini o rappresentazioni di sé, spesso inconsapevoli) orienta quello che FACCIAMO. Quello che facciamo influenza le RISPOSTE degli altri. Al tempo stesso, come si comporta un’altra persona influenza come noi REAGIAMO ovvero quali emozioni proviamo, quali pensieri ci girano in testa e quali azioni mettiamo in atto.
Tutto questo si può sintetizzare in: QUELLO CHE PENSIAMO, IN MODO PIÙ O MENO CONSAPEVOLE… È SOLO QUELLO CHE PENSIAMO… E NON CORRISPONDE NECESSARIAMENTE E INEVITABILMENTE ALLA REALTÀ DEI FATTI.
In terapia, la persona impara a distinguere il VISSUTO (ciò che pensa e sente) dai FATTI. Impara a comprendere che sugli stessi fatti altre persone possono avere vissuti, idee, convinzioni ed emozioni differenti. Impara ad acquisire una DIVERSA PROSPETTIVA sui fatti, più flessibile e utile ai propri scopi di vita e alla gestione delle relazioni interpersonali. Esempi: l’idea di essere sempre sotto giudizio in quanto incapaci è solo un’idea… L’idea di essere sempre meritevoli di essere rifiutati è solo un’idea… L’idea di essere sempre sfortunati è solo un’idea… L’idea di essere sempre e da tutti trattati male è solo un’idea… L’idea di non farcela ad affrontare una certa situazione è solo un’idea… L’idea di essere speciali e privilegiati è solo un’idea… L’idea di essere sempre sbagliati o colpevoli è solo un’idea… E via così…
E se non fosse solo un’idea?
In terapia, la persona impara a “testare” le sue idee. A “verificare” quanto crede e quanto potrebbe credere diversamente. Per poter imparare a “costruire significati” più utili nelle sue relazioni. Dopo aver individuato le convinzioni più disadattive e fonte di problemi e dopo aver messo in conto la possibilità che alcune idee, proprio quelle più disfunzionali, siano lontane dai fatti, la persona inizia a SPERIMENTARE CONCRETAMENTE nuove azioni per mettere alla prova “REALMENTE”, all’interno delle sue relazioni significative, ciò di cui è convinto… La prova dei fatti fornirà utili informazioni per CONFERMARE certe idee e soprattutto per FALSIFICARE altre convinzioni. A quel punto, nuovi, più sani ed utili pensieri saranno la base per azioni più efficaci e relazioni più serene… Conosci la “vera” storia di Babbo Natale?
La sofferenza alla prova dei fatti
