Quando lavoro con le persone sulla comunicazione efficace propongo loro un esercizio “dentro/fuori” che poi diventa uno strumento di riflessione e azione, per applicarlo nei contesti quotidiani, in particolare nelle relazioni più significative, nella coppia, coi figli, al lavoro, con gli amici, ecc… Si tratta di un esercizio o, meglio ancora, di un atteggiamento da praticare con costanza per renderlo una buona abitudine relazionale che favorisce l’empatia cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro, permettendo di attivare una prospettiva alternativa nelle situazioni conflittuali.
Solitamente quando siamo “DENTRO” ad un litigio o in una discussione, più o meno animati e importanti per noi e per il nostro interlocutore, è piuttosto difficile “USCIRE FUORI” dal modo in cui stiamo vivendo e gestendo quella situazione (quello che stiamo sentendo, quello che pensiamo e quello che stiamo facendo) per portare avanti le nostre tesi, i nostri bisogni, le nostre ragioni, i nostri valori e punti di vista. Spesso gli individui entrano in un vicolo cieco perché entrambi hanno difficoltà a “decentrarsi” dalla loro posizione che sembra l’unica giusta o quella giusta al 99% virgola 99. Quello che succede è che le persone si ritrovano spesso artefici di “un’escalation simmetrica” che conduce entrambi a soffiare sul fuoco della frustrazione e della delusione reciproca. Un tiro alla fune, un braccio di ferro, un alzare il tiro delle critiche e delle pretese reciproche, consapevoli o inconsapevoli.
In queste circostanze diventa fondamentale rendersi conto della distinzione tra una posizione autocentrata ed una posizione eterocentrata. Entrambi legittime, entrambi da usare e valorizzare per affrontare il conflitto ed eventualmente disinnescare la bomba.
La posizione ETEROCENTRATA esprime un principio comunicativo piuttosto diffuso anche a livello di senso comune: mettiti nei panni dell’altro, cammina nelle sue scarpe, vedi la situazione come la percepisce il tuo interlocutore, immagina ciò che lui pensa, sente e vuole dalla sua posizione. Questa capacità di “decentrarsi” può aiutare a rendersi conto che esiste almeno un’altra possibilità di leggere ed interpretare ciò che sta accadendo.
La posizione AUTOCENTRATA, invece, è la posizione che occupi tu, il tuo punto di vista che è importante per te valorizzare, almeno dentro di te ed eventualmente condividerlo: ciò che pensi e ciò che senti, come interpreti e valuti la situazione.
Saper fare la spola, dentro-fuori, tra l’una e l’altra posizione, VALORIZZANDO ENTRAMBE per comprendere ciò che sta avvenendo e per governarlo in modo sufficientemente soddisfacente per entrambi, è una delle abilità relazionali e comunicative più potenti per uscire dal conflitto e risolverlo, per disinnescare il potenziale esplosivo e distruttivo, per fare un passo indietro chiedendo all’altro di fare altrettanto, per mettersi veramente in discussione, per rendersi veramente conto di quanto è importante il motivo del contendere e soprattutto la relazione in atto.