Il bambino vive nella sicurezza, nella prevedibilità, nella protezione, nell’amore. Ad un certo punto alcune esperienze “rompono” questa situazione. Succede qualcosa di “strano”, qualcosa che è strana per il bambino perché diversa dal solito e a cui lui da solo non riesce a dare un senso e nessuno lo aiuta a dare significato a ciò che sta accadendo. Resta per lui solo la sensazione di qualcosa di strano, che “spezza” la prevedibilità e l’armonia precedente. Ad esempio, la madre, solitamente attenta e premurosa, ad un certo punto diventa chiusa, ritirata, insensibile ai movimenti e alle richieste del figlio; il padre all’improvviso cambia comportamento e diventa violento; entrambi i genitori smettono di seguire con attenzione il figlio e cominciano a lasciarlo spesso solo ad affrontare le sfide del quotidiano, anche quelle che da solo un bambino non può affrontare; i genitori trascurano le esigenze emotive del bambino e non lo aiutano a capire cosa sta succedendo oppure lo rimproverano e umiliano ogni volta che esprime un bisogno, una fragilità, un’emozione, una richiesta.
Rispetto ai bisogni vitali primari di amore e protezione, sicurezza e prevedibilità, queste esperienze rappresentano una “frustrazione troppo grande”, “insostenibile per il bambino”, che resta ferito, danneggiato, sconvolto, traumatizzato. Incamera dolore e paura. Queste emozioni si accompagnano a pensieri negativi su di sé e sul mondo: “io sono cattivo”, “io sono orribile”, “io non merito di essere amato”, “io sono sbagliato”, “io non sono importante”, “io sono vulnerabile”, “io non ce la faccio”, “io sono una delusione”, “io sono impotente”, “io sono incapace”, “io non ho il controllo”. “Il mondo è pericoloso”, “non ti puoi fidare di nessuno”, “prima o poi la fregatura arriva”, “l’amore e la sicurezza non durano a lungo”, “le cose non hanno senso”, ecc..
Da quel momento in poi, queste emozioni negative vissute e i pensieri negativi associati diventano il “bagaglio” che la persona porterà sempre con sé nelle esperienze future e nelle relazioni adulte. Questa “impalcatura” interiore così composta si pone come “fondamenta” della sua personalità, il suo personale “filtro” interpretativo della realtà, il “setaccio” attraverso cui la persona vivrà la vita, il mondo, le relazioni. In maniera inconsapevole, guidata da questi “schemi interni” precocemente interiorizzati e nel tempo consolidati da ripetute esperienze simili di trascuratezza, abbandono, deprivazione emotiva, mancata sintonizzazione genitoriale, la persona tenderà a ricercare, pur non volendo razionalmente, quegli stessi stati emotivi e le esperienze interpersonali che in origine hanno creato angoscia, paura, dolore e danno. In maniera solo apparentemente paradossale, la persona “si ritroverà” a vivere, perché inconsciamente attratta, esperienze che assomigliano a quelle originali, cercherà persone che sono simili alle persone che in origine l’hanno fatta soffrire. La persona è inconsciamente diretta verso la ricerca di quelle situazioni iniziali fonte di sofferenza, nel tentativo, mai riuscito se avviene fuori dalla consapevolezza, di trovare la soluzione al problema.
La psicoterapia è uno strumento per diventare consapevole di questi schemi ripetitivi, per poterli “riconoscere” precocemente in azione, per “disinnescarli” ai primi segnali. In particolare, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) si focalizza sulla “rielaborazione dei ricordi dolorosi incapsulati” da allora nella “memoria traumatica” che ancora oggi è fonte di comportamenti disfunzionali e relazioni distruttive che ripetono lo schema. La rielaborazione dei ricordi permette la “cura” e la “liberazione” dalle emozioni dolorose, lo “scioglimento” delle sensazioni corporee associate di tensione, dolore, ecc. e la “rivisitazione” delle idee negative su sé e sul mondo installate in origine in base a quelle esperienze relazionali traumatiche. La persona passa da convinzioni su di sé di inadeguatezza, vulnerabilità e impotenza al polo opposto in cui si vive capace, degna, amabile, forte, sicura, piena di risorse e possibilità per creare il proprio futuro in modo nuovo, creativo, flessibile, diverso dal passato che è sempre stato.