Oltre gli automatismi. La terapia EMDR per curare i traumi

Quando siamo piccoli, in base alle esperienze vissute, ci facciamo un’idea del mondo e di noi stessi, un’idea degli altri, di come funzionano le cose e i rapporti interpersonali. Sia che abbiamo vissuto esperienze drammatiche e traumatiche sia che apparteniamo ad una famiglia sufficientemente serena e tranquilla, la nostra esperienza delle origini ha “installato” in noi credenze e convinzioni che nel tempo si sono radicate e consolidate fino a creare una rete di informazioni o una “memoria storica” dentro il nostro cervello che “guida l’esperienza attuale in modo quasi completamente automatico”. Le situazioni e le persone che attualmente ci troviamo ad incontrare sono da noi vissute in base a quegli schemi formatisi nell’infanzia che “DAL PASSATO” continuano ad agire “AL PRESENTE” condizionando il modo in cui pensiamo, agiamo e reagiamo emotivamente.

Questi modi automatici di reagire sono in una certa misura “utili” perché ci permettono di vivere il mondo in modo prevedibile e controllabile, ci consentono di gestire situazioni nuove in base alla conoscenza e all’esperienza pregresse di come vanno le cose, di come governare certi rapporti, di come affrontare certe situazioni.

In altri casi, la previsione che ci fornisce lo schema è “controproducente”: soprattutto in quei casi in cui lo schema si è originato da esperienze molto intense dal punto di vista emotivo, fortemente stressanti e perfino “traumatiche” cioè che hanno sovrastato la nostra capacità di farvi fronte, lasciandoci in balia di angosce e pensieri da noi non elaborabili, da paure e dolori a cui non siamo riusciti a dare senso e conforto.

La psicoterapia aiuta la persona a potenziare il valore e l’utilità degli schemi e a DISINNESCARE LA RIPETIZIONE AUTOMATICA DISFUNZIONALE. In particolare, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un modello terapeutico che permette di lavorare sui ricordi traumatici. Sia sui cosiddetti Traumi con la T maiuscola che sui traumi con la t minuscola.

T: Lutti, Malattie gravi, Disastri naturali (terremoto, tsunami), Attentati terroristici, Eventi scioccanti (crollo ponte di Genova), Abuso sessuale infantile, Stupro, Violenza episodica estrema, Incidente grave, Guerra, ecc.

t: Attaccamento infantile problematico, Sviluppo distorto, Relazioni interpersonali traumatiche, infantili e adulte, ecc.

“SINGOLI TRAUMI”, dall’impatto emotivo devastante, vissuti in età infantile o anche adulta ed “ESPERIENZE RELAZIONALI TRAUMATICHE” con ripetute occasioni di “abuso fisico ed emozionale” (mancato accudimento, trascuratezza, violenza, sopraffazione, negligenza, abbandono, rifiuto, ecc.) vanno a costruire nella mente della persona una “MEMORIA TRAUMATICA” pronta a riattivarsi in ogni occasione che scatena quell’inferno originario, vissuto e interiorizzato.

Questa memoria traumatica contiene immagini, pensieri, credenze, convinzioni, emozioni, sensazioni che sono rimaste in qualche modo “congelate” al momento del “fatto originario” o dell’esperienza relazionale traumatica ripetuta.

Il ricordo “non elaborato” è stato immagazzinato nel cervello con le stesse emozioni, sensazioni fisiche e convinzioni vissute in origine e condiziona “dal passato” quello che accade “nel presente”, portando la persona a reagire “automaticamente” o “inconsapevolmente” alle situazioni attuali “qui e ora” come ha imparato a reagire “lì e allora”.

Ad esempio, la situazione “traumatica” vissuta a 5 anni quando sono entrati i ladri in casa (paura, dolore, angoscia, terrore, sensazione di impotenza e di vulnerabilità, congelamento fisico, immagini di pericolo e di morte, convinzioni di non farcela, di non cavarsela, ecc.) può rappresentare “oggi” l’origine della tua sensibilità alle situazioni anche solo lontanamente fonte di pericolo e di minaccia.

Altro esempio: se “da bambina” hai avuto genitori poco attenti a quello che ti succedeva o poco propensi ad intervenire in tuo aiuto, soprattutto quando provavi spavento, dolore e tristezza, genitori che ti hanno “lasciata sola” senza rassicurarti e confortarti, probabilmente “da adulta” vivrai le relazioni interpersonali e affettive attraverso quell’antica sensibilità interiorizzata da bambina; potrai, ad esempio, aver “deciso allora” che è meglio non legarsi a nessuno oppure che è meglio legarsi stretti e avvinghiarsi a riccio oppure credere che tanto siamo soli e rimarremo sempre soli … Queste ed altre credenze, più o meno consapevoli, condizionano il modo in cui vivi le tue relazioni attuali, quando vanno bene e quando vanno male.

Ancora: se sei stato vittima di un terremoto che ti ha lasciato scioccato, che ti ha portato via persone care e sicurezze materiali, lasciato in preda ad un cosiddetto “stress post-traumatico”, probabilmente dentro di te si sarà installata una sensibilità a “rivivere” il trauma in molteplici situazioni della vita quotidiana anche solo lievemente stressanti.

La psicoterapia aiuta la persona a “DISINNESCARE L’AUTOMATISMO” tra memoria traumatica e funzionamento attuale, fino a portarla a costruirsi “un senso di sé positivo”:

  • adeguato, capace, degno di amore e stima
  • sicuro, capace di prendersi cura di sé, di rassicurarsi di fronte alle paure, di lenire i dolori e confortarsi
  • forte, capace di affrontare il mondo, di prevedere e governare gli eventi della vita quotidiana

 

Per saperne di più sulla psicoterapia basata sull’EMDR puoi consultarmi o consultare intanto alcuni libri fruibili anche ai non addetti ai lavori:

  • Lasciare il passato nel passato. Francine Shapiro (ideatrice della metodologia)
  • Traumi psicologici, ferite dell’anima. Isabel Fernandez
  • EMDR Revolution. Tal Croitoru

2 pensieri riguardo “Oltre gli automatismi. La terapia EMDR per curare i traumi”

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