Probabilmente “stress” è una delle parole più usate nel linguaggio quotidiano. Spesso usata a sproposito o abusata, usata in modo improduttivo. È importante, allora, fare un uso utile del concetto di stress. Essere “effettivamente consapevoli” del proprio stress per affrontarlo, superarlo, governarlo.
Per iniziare… nota “COSA RENDE LA TUA VITA STRESSANTE” … in che SENSO … in che MODO… in che MISURA ti senti stressato … ascoltati… pensaci … e magari scrivi le risposte così potrai lavorarci in modo utile.
Guardiamo qualche situazione …
Stai in crisi sul posto di LAVORO, hai problemi coi collaboratori o col capo, vorresti più soldi o più tempo, vorresti essere messo in condizione di lavorare meglio, vorresti avvicinarti a casa o allontanarti visto che lavori in famiglia…
Stai in crisi col PARTNER, non c’è più quell’intesa di una volta, emergono forti divergenze di valori e su come affrontare i problemi del quotidiano. O anche: ti senti solo e vorresti un partner…
Il tuo stress riguarda i rapporti con la tua FAMIGLIA d’origine (o con quella del partner). Cosa è successo, con chi, perché …
Hai rotto con qualche AMICO e la cosa ti addolora e ti fa arrabbiare…
Non riesci a “trovare il TEMPO” per il tuo svago…
Hai paura di tutto, stai sempre in ANSIA, la tua vita è organizzata intorno all’evitamento di persone, luoghi e situazioni …
Sei spento e demotivato, NON TROVI IL SENSO di quello che fai, non fai niente che per te abbia veramente senso e valore, non trovi un senso e una direzione nei tuoi progetti di vita, non trovi la via della tua realizzazione personale e professionale …
Insomma… sei stressato al lavoro, sei stressato nel tuo ruolo di genitore… ti stressano i tuoi genitori … non trovi tempo per te né per i tuoi amici … e anche il fruttivendolo di recente ti ha dato qualche mela bacata … banane e cetrioli non proprio dei migliori …
Lo stress è la risposta dell’organismo che si adatta alle richieste della realtà. L’adattamento dell’individuo alla pressione delle richieste riguarda i pensieri che sviluppiamo, le emozioni e le sensazioni che proviamo, il corpo e le sue reazioni fisiologiche, i comportamenti che adottiamo per far fronte alle richieste nei vari ambiti di vita.
Il presupposto di partenza è che esiste “fisiologicamente” una quota di frustrazione (scarto tra situazione e desiderio), di delusione (le persone che incontriamo nella vita non sempre sono proprio come le desideriamo), di conflitti con gli altri e di conflitti interni tra nostri bisogni e desideri, a volte inconciliabili; frustrazioni, delusioni e conflitti con cui dobbiamo “fare i conti”. Quando queste quote fisiologiche diventano per noi “eccessive” entriamo nell’esaurimento (psicologico e fisico) dello stress…
L’espressione generica e ampia “sono stressato” o “sto sotto stress” o simili può acquisire dunque una chiarezza più precisa nel momento in cui siamo consapevoli dei costituenti del nostro stress. Altrimenti il rischio è che “se tutto è stress niente è stress” e non capiamo su che cosa possiamo intervenire per migliorare la situazione.
Appare dunque fondamentale rispondere (meglio per iscritto) ad alcune domande chiarificatrici:
- COSA PROVO, quali emozioni e stati d’animo vivo in ogni SPECIFICA CIRCOSTANZA STRESSANTE? Sento rabbia? Sono preoccupato? Sono dispiaciuto? Mi sento in colpa o in difetto? Non mi sento all’altezza? Sono confuso? Mi sento sotto pressione? Sono carico e sto per scoppiare? Mi sento trattato ingiustamente? Non mi sento rispettato né considerato nelle mie esigenze? Far emergere uno o più di questi stati emotivi permette di conoscere meglio di cosa è fatto il nostro momento critico.
- Perché? COSA PENSO che mi porta a vivere la situazione come stressante con tutto il corteo di emozioni negative? Ho delle aspettative deluse? Ho fallito alcuni miei obiettivi? Non riesco a portare a termine quanto mi sono prefissato? Ogni frustrazione resta un’insoddisfazione? Molte esperienze si sono rivelate pesanti delusioni? Non riesco a risolvere problemi? La mia vita è molto distante da come la vorrei? Le persone che riempiono la mia vita mi stanno svuotando? Chi mi sta vicino lo sento lontano? Vorrei ma non posso?
- COSA VOGLIO? Cosa vorrei? Di cosa ho bisogno? Come mi piacerebbe cambiare la situazione? Quale situazione desidero costruire a partire da quella attuale insoddisfacente e avvilente?
- COSA POSSO FARE? Cosa devo fare? Di quali risorse, abilità, strumenti ho bisogno? Sono già a mia disposizione? Quali risorse posso cominciare ad usare e quali devo sviluppare? Quali abilità già posseggo e quali devo imparare? Quali strumenti posso utilizzare e quali devo recuperare?
- Quali AZIONI CONCRETE E SPECIFICHE devo attuare? Cosa devo fare necessariamente “io in prima persona”? Chi mi può aiutare? Cosa posso chiedere e a chi? “Chi” deve fare “cosa”?
- QUANDO? Quando lo farò? Quando devo farlo? Quali passi devo fare immediatamente e quali devo programmare a breve, medio e lungo termine?
Queste domande rappresentano una traccia orientativa che in alcuni casi può essere già fonte di soluzioni e attivazioni concrete, mentre in altre situazioni può far emergere nuovi modi di concepire lo stress e considerare i problemi; l’importante è partire per comprendere ed agire. Quello che accadrà in progress fornirà informazioni utili per procedere in avanti…
1 commento su “Di cosa è fatto il tuo stress”