Se il tuo scopo è controllare tutto allora ogni imprevisto sarà per te una frustrazione, più o meno grande, e avrai difficoltà a sostenere emotivamente ciò che è successo, ti sentirai sempre minacciato dalla vita e con la sensazione che c’è sempre qualcosa che non va.
Se il tuo scopo è essere sicuro in ogni circostanza della tua vita allora “quasi sicuramente”, spesso e malvolentieri, vivrai emozioni negative (ansia, angoscia, dolore, rabbia, ecc.) perché la sicurezza assoluta e totale su molte cose (tutte?) è una missione impossibile e l’incertezza spesso regola il mondo.
Se il tuo scopo è vivere una vita perfetta allora avrai difficoltà a godere di quello che ti appartiene, alla tua vita e alla persona che sei, perché la vita non è perfetta e tu nemmeno.
Se il tuo scopo è essere senza macchia in ogni tempo e luogo della tua vita allora facilmente incapperai in momenti di sconforto al cospetto dei tuoi chiaroscuri, quelli che ti appartengono come persona e quelli che incontri negli altri e nella quotidianità.
Se poni paletti troppo rigidi a come dovrebbero essere le cose e le persone, te compreso, probabilmente stai ponendo le fondamenta della tua infelicità.
Se non ti concedi alcuna flessibilità rispetto a quello che succede quotidianamente e ogni cosa fuori posto è per te fonte di angoscia, rabbia e dolore probabilmente stai costruendo la casa della tua infelicità.
Se conduci una vita completamente organizzata nei minimi dettagli allo scopo di evitare piccoli e grandi pericoli che vedi dappertutto, se il tuo comportamento è sempre mirato a proteggerti da minacce e catastrofi che cogli o prevedi nella tua vita quotidiana, se le tue azioni sono guidate dalla paura piuttosto che dalla curiosità, allora stai vivendo dentro una gabbia piena di limiti e impedimenti autoimposti che alimentano una vita infelice.
Se il tuo scopo è avere sempre ragione e avere potere sugli altri perché hai paura di essere sopraffatto dall’altro che temi voglia fregarti o possa manipolarti allora perdi il senso e il valore del vero potere, quello dell’incontro con l’altro basato sul cuore, sulla comprensione reciproca, sullo scambio reciproco di emozioni, e rischi di perdere la bussola dell’unico potere veramente a tua disposizione quello di agire con consapevolezza e responsabilità.
Se il tuo scopo è “vivere sempre nel quieto vivere” perché hai paura di entrare in conflitto, di perdere l’altra persona, di essere giudicato, rifiutato e abbandonato allora stai perdendo il contatto con te stesso, con la tua autenticità, con chi sei e con cosa vuoi veramente e corri seriamente il rischio di essere morto anche se apparentemente vivo.
La terapia può aiutare a diventare consapevoli di questi meccanismi rigidi e di questi scopi distorti dalla paura. Può aiutare a trovare le chiavi della gabbia e ad uscire gradualmente per vivere una vita maggiormente basata sul desiderio e sulla spinta del bambino curioso che siamo stati e che troppo presto abbiamo rinchiuso dentro i limiti della paura.