Ciascuno di noi sta al mondo “dentro la storia che ha vissuto” e che da una vita si racconta e racconta agli altri. Il bambino impara a stare al mondo in base alla storia che ha vissuto. Il bambino ha imparato a stare al mondo in base alle storie che ha ascoltato a casa (e fuori casa) fin dalla più tenera età e che lo hanno aiutato a dare senso e prevedibilità al mondo. Le storie che ha ascoltato dalle persone più importanti della sua vita (genitori, nonni, insegnanti, educatori vari) e anche da persone più “marginali” lo hanno aiutato a comprendere come funzionano le persone e i rapporti interpersonali, in base agli scambi di pensieri ed emozioni che lo hanno aiutato a conoscere se stesso all’interno delle prime fondamentali relazioni di attaccamento. Storie “vere” e storie inventate, storie reali e storie fantastiche.
Ciascuno di noi continua a vivere dentro la storia che ha vissuto, che gli hanno raccontato e che da una vita continua a raccontarsi.
Fin da piccolo questa “storia interiorizzata” ha offerto al bambino un senso di identità, un filtro per capire chi era, cosa voleva, cosa era importante per lui. Le varie storie che ha ascoltato gli hanno fornito un intreccio, più o meno armonico, di credenze e convinzioni su sé, sugli altri, sul funzionamento del mondo, sul senso della vita. Su cosa è “buono” e cosa è “cattivo”. Su cosa è “giusto” e cosa è “sbagliato”. Su cosa è “lecito” e cosa è “proibito”.
Crescendo queste storie si sono consolidate al suo interno e da adulto continuano a guidare il suo comportamento sotto forma di credenze, convinzioni, valori, giudizi. Hanno contribuito a creare un modo di pensare e di essere. Hanno creato un “recinto” fatto di limiti e possibilità che la persona crede vero per se stesso.
In terapia, la persona impara a conoscere questo recinto, impara a rintracciare il motivo e il senso profondo della storia di vita che lo vede protagonista. E può imparare a riscrivere questa storia, vivendola con maggiore consapevolezza, senso di responsabilità e potere. Impara a ridefinire i confini di cosa può e non può fare, di cosa deve e non deve fare, questa volta basandosi su un ascolto più attento e consapevole dei suoi bisogni, desideri e valori autentici, lasciandosi alle spalle la necessità di rispondere e corrispondere ai voleri degli “altri” (i loro bisogni, i loro desideri e i loro valori) per sentirsi approvato, amato e stimato.