Un mondo di rabbia col caffè alla mattina…
Prima o poi mi ritrovo a dire alle persone con cui lavoro “buongiorno, caffè, frustrazione… delusione…”.
È una descrizione della vita. Dalla realtà deludente e frustrante si generano i più svariati stati emotivi di rabbia, tristezza, angoscia, solitudine, scoraggiamento…
Spesso le persone mi portano la loro sofferenza legata a conflitti interpersonali, incomprensioni, distanza e freddezza o continue insoddisfazioni nei diversi rapporti della loro vita, in famiglia, nella coppia, al lavoro, anche con gli amici, perfino col fruttivendolo. Elementi comuni di queste sofferenze e insoddisfazioni sono:
- la credenza, quasi sempre inconsapevole, che il mondo è diverso da come dovrebbe essere per renderci felici,
- la presenza di un’aspettativa che gli altri capiscano al volo e comprendano i nostri bisogni e desideri e soprattutto si adoperino per soddisfarli,
- la pretesa che gli altri siano proprio come li vogliamo noi!!!
Purtroppo questo atteggiamento interiore e interpersonale è destinato a scontrarsi con la dura realtà, quella per cui, alla mattina, insieme al buongiorno e al caffè servito da qualcuno, assaporato da solo o in compagnia, gustato come più ti piace, trovi anche l’inizio di una giornata che conterrà, anche quando ti dice bene, una quota più o meno grande di frustrazione (la realtà delle cose diverse da come le desidereresti) e di delusione (le persone non sempre o quasi mai sono proprio come tu le vorresti). È ovvio che se la persona da cui sei delusa è il fruttivendolo puoi cambiare fruttivendolo, se chi ti delude è un collaboratore o un capo al lavoro forse ancora ce la fai a cambiare. Ma se la persona che ti delude (ed è inevitabile che lo faccia se tu continui ad avere aspettative e pretese che questa debba essere proprio come tu la vuoi, in tutto e per tutto, sempre e comunque, sempre e dovunque) è il tuo partner la questione comincia a complicarsi, se invece è tuo figlio diventa una missione impossibile. Per non parlare di un genitore che ti delude ora e forse da tempo…
Quindi in terapia aiuto le persone (sia se le incontro individualmente sia quando incontro coppie e famiglie) ad imparare a confrontarsi con questa “splendida” verità esistenziale. Come?
Diventano fondamentali 3 punti:
- Imparare a comunicare in modo efficace, non giudicante, non aggressivo, empatico, a partire proprio dalla propria frustrazione e delusione rispetto ai propri bisogni e desideri
- Imparare ad ascoltare l’altro, che avrà da proporci il suo essere frustrato e deluso da noi, e a metterci in discussione, seriamente, veramente, col cuore aperto
- Ricordarsi che tutto questo “non è facile”, che ha bisogno di “tanta pazienza”, ma che si può fare e che se il confronto è autentico, profondo, genuino, veramente mosso dall’amore, allora può essere la migliore strada possibile per accedere alla felicità, per evolversi e trasformarsi nel diventare persone più integre intimamente e capaci di creare relazioni piene di valore
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