Gli “incastri patologicamente perfetti” sono quelle modalità di relazione tipiche nelle coppie, ma presenti anche sul lavoro o nelle amicizie.
Sono quelle modalità relazionali per cui una persona “tende” ad agire in certi specifici modi e l’altra persona “tende” ad agire in modo complementare. L’esito è la fine della relazione o la sofferenza reciproca protratta. Ecco alcuni esempi.
- Una persona ha un bisogno estremo di amore e cura e l’altro ha un bisogno altrettanto estremo di amare e curare
- Uno pretende la completa e assoluta attenzione su di sé e l’altro ha bisogno di ammirare e vivere all’ombra dell’altro
- Uno è sensibile ad ogni minima critica e aggancia l’altro abituato a criticare ogni comportamento
- Chi è abituato a sottomettersi e a subire passivamente il volere altrui incontra chi tende a dominare ed imporsi aggressivamente
- Chi ha bisogno di un altro che si prenda totalmente carico di sé trova chi tende a portarsi addosso tutto il peso del mondo
- Chi si sente un incapace e fallito finisce per avvicinarsi a chi tende ad essere estremamente severo e svalutante.
La “cura” prevede di aiutare le persone, singole o in coppia, nell’acquisire:
- la consapevolezza dei “meccanismi ripetitivi in atto”, in particolare di come ciascuno “chieda” (inconsciamente) all’altro di essere la fonte del bisogno frustrato anticamente (ferita) o la fonte di autostima
- la capacità di essere empatici con “la prospettiva dell’altro”, senza cadere nella sua trappola. Se fa così ci sarà un perché, uno scopo.
- aiutare le due persone a identificare i “propri bisogni/scopi” e a chiedere per essi attraverso modalità più sane, adulte e funzionali rispetto al ritrovarsi in circuiti relazionali patogeni.