Mondo interiore ed esame di realtà

La psicoterapia aiuta la persona ad appropriarsi di sé, del proprio mondo interiore. A conoscerlo e riconoscerlo, a conoscersi e riconoscersi. Ad entrare in contatto con tutte le parti di sé anche quelle brutte, sporche, cattive, sconvenienti, riprovevoli, pazze e bizzarre. A dire profondamente “anche questo sono io”. “Questa è una parte di me”, un bisogno, un desiderio, un pensiero, uno stato d’animo ecc. “Io provo… Penso… Voglio… questo… anche se questa mia parte non mi piace…” E ci conviene assolutamente accogliere ogni parte di noi come un tesoro prezioso altrimenti le parti non viste, non riconosciute, non legittimate si impossessano di noi. Ad esempio, se sei triste, ma ti racconti che “non devi esserlo” e alla tristezza non dai il giusto tempo e spazio interiore che richiede, questa tristezza rischia di governare in modo subdolo e disfunzionale tutto il tuo comportamento manifesto e il tuo modo di vivere e di essere. Hai visto il film “Inside out”?

Quindi la terapia può aiutare a ri-appropriarsi di sé, di tutte quelle parti interiori che abbiamo imparato a negare, a rimuovere, a reprimere, per educazione, cultura, perché lo abbiamo appreso come un necessario adattamento. Il mondo interiore è il mondo della libertà assoluta intesa come espressione di sé senza censure esterne. Nel mio mondo interno penso, provo e desidero letteralmente quello che voglio (anche se, a dire il vero, un certo grado di freno inibitorio esiste anche nel più profondo degli abissi interiori). In terapia ciò che pensiamo, proviamo emotivamente, ciò che desideriamo e ciò di cui abbiamo bisogno va sempre “legittimato”. Esiste ed è legittimo. Ha diritto di cittadinanza dentro di noi. Dobbiamo riconoscerlo come parte di noi e rispettarlo come qualcosa di importante per chi siamo, per la nostra storia, per il senso della nostra vita.

La psicoterapia aiuta anche la persona a stare nella realtà, a mettere in comunicazione mondo interno e adattamento alle circostanze reali, a tener conto che esistono anche gli altri, l’ambiente esterno a noi, ambiente materiale e affettivo. Per cui ciò che provi, pensi e desideri va espresso nella realtà nei “dovuti” modi. Rispettando il contesto in cui ti trovi e agisci…
Per alcune persone i “dovuti modi” sono estremamente restrittivi per cui la persona è guidata da molteplici regole che inibiscono una libera e naturale espressione di sé fino a creare sintomi psicosomatici a causa di eccessivi freni inibitori, fino al punto che la persona ha un repertorio di possibilità d’azione troppo limitato e ha paura di agire per paura di fare figuracce, per paura di sentirsi in colpa, per paura del giudizio degli altri, per insicurezza e non saper mai come ci si deve comportare. Ad esempio, quando prima di agire ti serve l’autorizzazione del papa, se basta. Altre persone, all’opposto, hanno pochi o zero freni, tendono ad agire in modo “dis-regolato” , guidate da impulsi interni che le portano a non tener conto del contesto reale in cui si trovano ad agire. Ad esempio, quando agisci come un bambino di due anni, fai le puzzette ma nessuno ride. La “stupidera” va bene in un certo tempo e luogo e nella misura “appropriata”. Hai visto “Inside out”?

La psicoterapia aiuta la persona a diventare capace di regolare il proprio comportamento in modo:
– “autonomo” ovvero capace di pensieri e azioni guidate da una conoscenza appropriata del contesto e anche delle proprie esigenze autentiche
– “consapevole” dei bisogni e dei pensieri a cui risponde il proprio agire
“responsabile” rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.

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