L’ascensore

Fare una psicoterapia è un po’ come andare in ascensore. Sei all’interno di te con l’idea di andare da qualche parte. Sapendo che ci sono diversi piani.

Si lavora con la “testa”. Per comprendere ed eventualmente modificare credenze, convinzioni, pensieri, valori personali.

Si lavora col “cuore”, per conoscere i propri sentimenti, stati d’animo ed emozioni. Per regolarli e farne guida del proprio comportamento.

Si lavora con la “pancia” , con le viscere, con l’istinto e l’impulso, col bisogno impetuoso e col desiderio ardente e vibrante. Da qui parte lo spunto iniziale per l’azione e la soddisfazione personale.

Si lavora con “mani e piedi”: sono il contatto col mondo, l’azione e il movimento, ciò che rende reale ed effettivo il movimento interiore della persona. Quello che fai oltre quello che dici, come ti comporti oltre quello che ti racconti e racconti agli altri. Le mani servono a “maneggiare” le cose, a “manipolare” il mondo per avvicinarlo ai propri desideri, alle proprie idee a ciò che ci fa stare bene. I piedi sono la direzione valoriale fatta concretezza: dal “dove voglio andare” al “dove sto andando” …

Le mani sono anche il contatto con gli altri, le relazioni, mani chiuse o mani aperte. Mani chiuse e mani aperte. Una mano può essere piuma o può essere ferro …

I piedi sono il contatto con le radici, con la terra, con la profondità del contatto di sé con se stessi, col mondo, con la vita. La vita presente, ben radicata a terra, quella in cui troppo spesso non siamo capaci di “stare e sentire”; la vita passata della storia personale e degli avi da cui discendiamo, con le nostre ferite e i nostri fallimenti e anche col sentimento di gratitudine per tutto ciò che abbiamo realizzato e siamo diventati; la vita futura del cammino che stiamo intraprendendo in divenire, con le nostre aspirazioni, le nostre ambizioni, i nostri progetti, la nostra visione.

Ed esiste poi un filo sottile, quanto solido, che unisce i piedi con la testa, attraverso tutta la persona, che unisce le radici con lo spirito, il basso della sostanza e l’alto della trascendenza. Testa, cuore, pancia, mani, piedi, lungo il filo che parte dalle radici personali, familiari e multigenerazionali e arriva fino alla spiritualità, al rapporto col trascendente, col mistero della vita e della morte, col divino, con l’universo.

E tu? Fuori e dentro la metafora… Lo prendi l’ascensore? Hai paura di prenderlo? Ti senti stretto e soffocato dentro l’ascensore? O semplicemente lo usi come mezzo utile per andare dove vuoi andare? Porti pesi nell’ascensore? O semplicemente è comodo andare in ascensore invece che a piedi? Vai sempre allo stesso piano? È lì che abiti? È lì che lavori? È lì che vai a trovare amici e amori? Hai mai visitato altri piani?

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