È impossibile non giudicare. È fondamentale essere consapevoli dell’uso che si fa dei propri giudizi.
Il giudizio discende dal valore. Ed è impossibile non avere valori. Il valore è ciò che per me è importante e che guida il mio comportamento. Ad esempio, se per me è importante l’amore, la famiglia, i figli, allora le mie scelte fondamentali saranno orientate ad avere rapporti d’amore (calore, passione, condivisione, tenerezza, stima, rispetto, ecc.) a crearmi una famiglia e a crescere figli sani e liberi…
A sua volta ogni valore può essere inteso in molteplici modi. Quello che significa “onestà” per me può più o meno coincidere con ciò che intendi tu per “onestà”. Probabilmente, molti dei diversi significati di “onestà” saranno simili, altri differenti.
E anche i modi di praticare quel valore potranno essere più o meno coincidenti. Entriamo nel campo delle razionalizzazioni, del trovare giustificazioni al proprio comportamento, anche contraddittorio. Posso sentirmi onesto e arrabbiarmi coi politici che rubano però poi posso anche non pagare le tasse perché “lo stato mi mette in queste condizioni…”. E per te che significa in concreto onestà? E rispetto? Dove stanno i confini del valore della libertà? Come pratichi il valore della solidarietà? Non solo. Nell’esempio succitato, i valori “famiglia” e “figli” vanno compresi come valori strumentali ad altri valori come quello dell’amore e dell’autorealizzazione: ad esempio, mettendo su famiglia e cercando di crescere figli sereni mi sento amato e stimato e sento di realizzare il valore dell’amore e della realizzazione personale. E ancora: per vivere il valore dell’amore e dell’autorealizzazione non è necessario creare una famiglia o fare figli. Posso vivere in base al valore dell’amore prendendomi cura di animali e piante o creando associazioni di volontariato o facendo attività politica o tante altre attività e impegni che mi fanno stare “nell’amore”.
Esistono, dunque, molteplici modi per soddisfare i propri bisogni, per realizzare i propri desideri e per vivere in base ai propri valori. Io posso sentirmi libero se, lavorando 12 ore al giorno, guadagno abbastanza da fare scelte di vita che mi aggradano; un’altra persona può sentirsi libera se… proprio perché non deve lavorare 12 ore al giorno può fare le scelte di vita che più desidera. Prendendosi la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni. Ogni scelta ha un prezzo da pagare.
Nel momento in cui ho un valore, qualcosa che si discosta da esso ha per me un altro valore, un diverso valore o, chiaramente, un minor valore. Ad esempio, una persona che ha il valore dell’integrazione sociale e culturale considera negativamente ovvero “giudica” un’altra persona che invece preferisce “ognuno a casa sua”. Semplicemente posso rispettarti se la pensi diversamente da me, ma l’idea che ho di te è un giudizio negativo. Ovviamente nello “specifico” di quel valore o di quella “situazione specifica”. Non è un giudizio sulla persona. Posso, ad esempio, amarti e stimarti come persona, ma credo che su questa o quest’altra area “sbagli” o “non capisci niente”. Questo intendo quando dico che è impossibile non avere giudizi. Il giudizio esiste nel momento in cui esiste un valore diverso da un altro.
Se è impossibile non giudicare, è fondamentale essere consapevoli dell’uso che si fa dei propri giudizi. Posso pensare che i tuoi comportamenti come genitore sono “pessimi” o addirittura avere un’idea di te come “cretino”, ma non devo dirtelo necessariamente… Posso pensare che sei un cretino politicamente perché hai idee che non apprezzo però poi avere enorme piacere a nuotare con te… Posso giudicarti in cuore mio un inetto in questa o quest’altra faccenda e, al tempo stesso, averti comunque nel cuore …
E, del resto, esiste anche l’auto-giudizio: noi siamo i primi giudici severi di noi stessi. Siamo i primi a dire a noi stessi “brutte” cose, con i correlati sentimenti “negativi”: sensi di colpa, sensi di inadeguatezza, sensi di inferiorità, sentirsi non all’altezza, ecc.. Eppure non per questo non ci vogliamo bene …
Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.
(Platone)
Ciascuno di noi, consapevolmente o meno, agisce in base ai suoi valori e può incontrare il plauso o la critica degli altri. Tutti possiamo essere compresi. Come tutti dobbiamo prenderci la responsabilità delle scelte che compiamo e delle conseguenze che ne derivano, in ogni ambito della nostra vita, si tratti di cucinare un piatto di pasta o dirigere una nazione, di educare i figli o di organizzare un viaggio.
Qualcuno ha detto che “non giudicare” è come l’applauso di una sola mano …
E tu …? Quanto è difficile “non giudicare” per te?
1 commento su “Tutti mi possono giudicare”