Ad un certo punto della terapia il paziente porta delle novità. Oggi è il primo giorno del resto della nostra vita Dopo tanto lavoro su di sé e dopo tante aspettative deluse sulla realtà esterna che avrebbe dovuto cambiare. Quando la realtà ti delude Non sono notizie riguardanti fatti, persone, eventi esterni a sé che non sono di fatto cambiati. Sono invece notizie, consapevolezze, decisioni e azioni specifiche che riguardano il proprio cambiamento. Affermazioni che riguardano fatti concreti, nuove modalità che la persona sta mettendo in atto, sta cominciando ad attuare, magari quelle di cui si era parlato nell’ultimo incontro o anche riguardanti temi da sempre presenti in seduta.
Questi cambiamenti, in genere, riguardano:
- nuove capacità che la persona ha acquisito, ad esempio, l’abilità di comunicare in modo diretto e chiaro, oltre che rispettoso, come non aveva mai fatto…
- nuovi “permessi” che la persona si è data, ad esempio, l’autorizzazione a dire no alle richieste eccessive dell’altro, come non aveva mai fatto…
- l’accesso a memorie antiche in precedenza evitate perché troppo dolorose e che ora la persona può guardare in faccia e sostenere, come non aveva mai fatto …
- “nuovi” comportamenti, ad esempio, riprendere ad uscire la sera dopo tanto tempo o riprendere la macchina anche in mezzo al traffico di mezzogiorno, come da tempo non aveva fatto più…
- smettere di compiere o ridurre notevolmente, in frequenza e intensità, alcuni comportamenti problematici come, ad esempio, gesti di autolesionismo, uso di sostanze, bere in eccesso, attuare comportamenti violenti, come da tempo non succedeva…
- nuove possibilità che si è data come, ad esempio, iscriversi ad un corso di ballo o chiedere un aumento di stipendio o inviare curriculum o invitare una ragazza ad uscire, come desiderava da tempo …
- …
La persona comincia a presentare, dunque, una serie di cambiamenti. Qualcuno appena accennato, altri anche solo immaginati e pronti ad emergere, altri già belli strutturati, altri sicuramente da consolidare.
La persona ha preso coraggio, ha smesso di indietreggiare di fronte alla paura e ha deciso di fronteggiarla.
Molti all’inizio di un percorso credono che saranno capaci di fare nuove cose quando la paura andrà via. Gradualmente si sono resi conto che il cambiamento avviene quando sei disposto a smettere di aspettare che le cose esterne e gli altri cambino o smetti di aspettare che la paura vada completamente via, quando smetti di tentare di controllare ansia e depressione, emozioni e pensieri disturbanti e cominci a vivere nella direzione delle cose che vuoi. Quando inizi ad impegnarti concretamente per fare ciò che serve per ottenere ciò che vuoi nel rispetto e sotto la guida dei tuoi valori, bisogni e desideri.
Nelle relazioni questi cambiamenti significano sostanzialmente smettere di credere alle idee patogene che guidano la tua vita da quel dì. Ancora più nello specifico significa sfidare le proprie previsioni su possibili catastrofi, pericoli e minacce nel momento in cui ti immagini di attivare un nuovo comportamento. Significa smettere di essere bloccati dalla paura di deludere. Significa sostenere il rischio che una propria nuova azione possa ferire gli altri. Significa smettere di barattare la propria autenticità (fare ciò che più voglio veramente pur nel rispetto degli altri e della realtà) coi propri sensi di colpa. Significa imparare a distinguere il dispiacere dal senso di colpa: “mi dispiace se ci sei rimasto male ma quello che ho fatto mi fa stare bene” dal “mi sento in colpa se faccio qualcosa che voglio e che a te non piace“.
Nessuno di noi sta al mondo per rendere felici gli altri e sacrificare se stesso oltre ogni limite. Anche se molte persone sembrano aver organizzato in questo modo la loro vita.
I legami d’amore profondi, intensi e autentici (genitori-figli, coppia, amicizia) sono scambi nella reciprocità, non sfruttamento e manipolazione in cui comunque entrambi ne escono sconfitti con tristezza e solitudine, rabbia e delusione, risentimento e freddezza.
La persona “che sta cambiando” ha smesso di aspettare che gli altri comprendano, ha smesso di aspettare che gli altri facciano proprio come lei desidera o crede giusto, ha imparato a sfidare le proprie idee patogene e si sta dando il permesso di cambiare, nel concreto, i suoi comportamenti, le sue comunicazioni, il suo modo di gestire i rapporti interpersonali:
- Non sono più disposto a reprimere ogni mio slancio autentico (cosa penso, cosa sento, cosa voglio) per non ferire o deludere gli altri
- Non sono più disposto a proteggere gli altri dalla paura e dal dolore sacrificando oltremodo me stesso
- Non sono più disposto a dovercela fare per forza
- Non sono più disposto ad essere come gli altri mi vogliono e a deludere me stesso
- Non sono più disposto a “salvare” gli altri
- Non sono più disposto a cercare l’approvazione altrui agendo in modo contrario al mio essere naturale
- Non sono più disposto a fare tutto da solo e a caricarmi di ogni peso del mondo al posto degli altri
- Non sono più disposto a nascondere la mia paura, la mia fragilità
- Non sono più disposto a prendermi cura degli altri e a trascurare me stesso per paura di essere giudicato egoista o per paura di far soffrire gli altri
- Non sono più disposto a rinunciare alle mie ambizioni perché non corrispondono alle aspettative degli altri, di chi dovrei essere per accontentare i desideri altrui
- Non sono più disposto a stare zitto…
- Non sono più disposto a dire sempre sì …
- Non sono più disposto a preoccuparmi di non preoccupare l’altro
- Non sono più disposto a occuparmi di rendere felice l’altro anche a costo della mia felicità
- Non sono più disposto a …
Ovviamente tutti questi cambiamenti, dal proponimento all’azione concreta, avvengono all’interno di un adeguato esame della realtà; non significa cioè cominciare ad agire guidati da una pura spontaneità infantile (troppo repressa allora) o da un’impulsività devastante ogni senso del limite. La persona impara ad agire in modo nuovo, consapevole dei contesti in cui si trova, solamente che invece di ripetere lo schema di una vita comincia a porsi, con se stesso e con gli altri, in modo nuovo, più centrato sui propri pensieri realistici, sui propri bisogni sani, sui personali valori scelti in modo consapevole e sui desideri personali finalmente liberi dai condizionamenti esterni.
“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire, non c’era nessuno” (J. W. Goethe)
4 pensieri riguardo “Quando vuoi smettere?!?! ”