Ecco un piccolo schema orientativo per capire cosa succede nella propria mente e nei rapporti interpersonali.
Evento. Qualcosa che succede, qualcosa di “esterno”, di reale, una situazione, un qualcuno che fa qualcosa, ad esempio, due persone stanno litigando, arriva il mio amico che non vedevo da tanto tempo, ricevo una telefonata, il capo mi sta dicendo che ho fatto male un lavoro, mio figlio propone di andare al cinema. Ma l’evento può essere anche “interno”, può essere un mio pensiero, un’immagine nella mia mente, un ricordo che affiora alla consapevolezza, qualcosa che mi si presenta all’attenzione.
Elaborazione. Rispetto a questo evento sviluppo dei pensieri, consapevoli o inconsapevoli, che mi permettono di dare significato all’evento. L’evento può avere un significato per me legato al “qui-e-ora” della situazione, ad esempio, “il mio collega che mi regala un CD per ringraziarmi della mia cortesia mi fa pensare a quanto sia importante lavorare in armonia in equipe e mi rende felice…”. A volte, inoltre, l’evento e i pensieri che produco rispetto ad esso possono essere legati al mio passato, alla mia storia, chissà alla mia ferita infantile, al “lì-e-allora”, al bambino che sono stato e che ancora mi porto dentro; mi può riattivare anche ricordi di situazioni che ho vissuto in passato e a cui sono sensibile, ad esempio, “mi commuovo pensando a quando papà mi regalò il mio primo CD…” o “mi rattristo quando a fronte delle mie capacità papà non aveva mai una parola di sostegno nei miei confronti…”. L’elaborazione fa riferimento sia ai pensieri che sviluppo sulla situazione sia alle emozioni e agli stati d’animo che discendono da questi pensieri; posso sentire tristezza, posso sentire rabbia, posso sentire paura, posso provare vergogna, posso sentirmi in colpa, tutto questo in relazione al significato che io ho dato all’evento, significato inconscio o consapevole che sia…
Espressione. Questi pensieri e stati d’animo, più o meno consapevoli, posso esprimerli, posso comunicarli, posso manifestarli a qualcuno. Un potente strumento di consapevolezza e cambiamento Ad esempio, posso ringraziare il collega e invitarlo ad ascoltare insieme il CD, posso condividere la mia emozione. L’espressione può essere sia verbale (a parole) sia non verbale; dipende anche dal contesto e dalla relazione in cui mi trovo, ad esempio potrei cominciare a piangere ricordando situazioni tristi del passato … o a ridere amaramente pensando al rapporto con mio padre… o a mantenermi impassibile anche se dentro brucia un fuoco emotivo… La comunicazione può essere, dunque, più o meno chiara ed esplicita o vaga e suscettibile di ampie interpretazioni da parte dell’interlocutore (che a sua volta ha i suoi filtri mentali di deformazione e lettura della realtà interpersonale).
Effetto. Questa mia comunicazione avrà dunque un effetto sulle persone a cui ho manifestato il mio stato mentale ed emotivo. Ci sarà un riscontro, un feedback da parte delle persone coinvolte nella mia comunicazione. Potrò, nell’esempio su riportato, ricevere risposte di conforto o di indifferenza o di scherno o di vicinanza emotiva o altro ancora…
Esperienza. Da questo riscontro interpersonale potrò fare nuove considerazioni, nuovi pensieri da cui deriveranno altri stati d’animo, eventuali altre comunicazioni e così via …
Buongiorno Lino, articolo davvero molto interessante! Mi chiedevo una cosa: queste “5 E del funzionamento mentale ed interpersonale” possono essere quindi considerate come i principali aspetti del funzionamento mentale? Grazie in anticipo dell’eventuale risposta. Un abbraccio!
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Certo Manuel questa è certamente una griglia utile per la consapevolezza del proprio modo di funzionare, individualmente e nelle relazioni. Grazie del suo interesse
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