Ritratto del narcisista

Il narcisismo è una dimensione psicologica che abbiamo tutti, più o meno sviluppata. In casi estremi può arrivare al disturbo di personalità, per tutti quanti noi è una modalità di pensiero e di azione e anche un funzionamento nei rapporti interpersonali.

Ciascuno di noi ha qualche tratto narcisista, più o meno potente nel condizionare il nostro modo di stare al mondo e nelle relazioni.

Circa ¾ dei narcisisti sono uomini: probabilmente il codice maschile, anche quello meno tradizionale, caratterizzato da aspetti aggressivi, competitivi e di scarsa empatia è in linea col funzionamento narcisistico. Ma anche le donne possono avere nuclei narcisistici mascherati, magari legati alla ricerca di valore personale attraverso la vanità o il prendersi cura degli altri, tipici del codice femminile, connessi spesso ad atteggiamenti vittimistici, lamentosi, di “martiri incomprese”.

Il narcisista è schiavo del bisogno di ammirazione, riconoscimento, specialità. Ricerca in modo compulsivo l’ammirazione per sostenere la sua autostima; di fatto è un secchio bucato che non si riempie mai… La ricerca costante di ammirazione, lodi e riconoscimenti rivela il bisogno di una corazza che copra un sentimento di profonda insicurezza. Indossa una maschera di (falsa) grandiosità che copre un senso di sé fragile e vulnerabile (più autentico, anche se quasi completamente inconsapevole).

Il narcisista appare egocentrico: tutto deve girare intorno a lui/lei. Si sente speciale, superiore, migliore e più importante degli altri. Non tollera ovviamente limiti e frustrazioni. In modo paradossale il suo limite è di non accettare di essere limitato. Quando le cose non vanno come vorrebbe, cerca di forzare il limite e come un caterpillar passa sopra agli altri oppure quando la realtà si ripropone frustrante entra nella modalità lamentosa ma sterile. https://wordpress.com/posts/linofusco.wordpress.com

Mostra un’autosufficienza compulsiva (“non ho bisogno di nessuno”) che in realtà è una difesa rispetto al bisogno anticamente tradito di accudimento. Finisce spesso per creare un circolo vizioso: il bisogno dell’altro diventa paura di un nuovo tradimento quindi diventa attaccamento distaccato (“ho bisogno di te ma non posso permettermelo”), che finisce per esitare paradossalmente di nuovo in solitudine, deprivazione, sfiducia, sentimenti di non adeguatezza, fino a non sentirsi veramente degno di essere amato.

Nelle relazioni pretende: le sue richieste sono di fatto imperativi, ordini che non contemplano la possibilità che l’altro dica no (“me lo devi”); se l’altro respinge una richiesta, il narcisista si sente rifiutato intimamente e reagisce quasi sempre in modo rabbioso. Diventa svalutante, critico, colpevolizzante, sprezzante nei confronti dell’altro che non sta al mondo per soddisfare i suoi bisogni…

Controllante e manipolativo, definisce le regole per gli altri, mentre lui non le rispetta. È arrogante e presuntuoso: o si fa a modo suo o niente. Spesso privo di rimorso e incapace di chiedere scusa.

A volte si mostra diffidente, sospettoso: se sei gentile lo stai fregando, se non sei gentile lo stai trascurando.

Spesso mostra tratti perfezionistici: ha standard molto severi verso sé (per sentirsi ok) e verso gli altri (disprezzati se non sono perfetti… secondo il suo ideale di perfezione).

Quando la realtà lo delude, si rifugia spesso in attività o sostanze, in modo auto consolatorio (varie forme di dipendenza).

Il narcisista ha due importanti deficit, di cui è sostanzialmente all’oscuro:

  1. Mostra un certo grado di “analfabetismo emozionale”. Non ha dimestichezza col suo mondo interno e conseguentemente regola la sua condotta su valori e scopi poco autentici, legati al “dover essere” piuttosto che a bisogni, emozioni e desideri realmente sentiti come propri.
  2. Non conosce la mente dell’altro, non riesce a mettersi nei panni dell’altro, non riesce a comprendere la posizione esistenziale dell’altro. Manca di empatia, di reciprocità, di vera intimità; l’altro è invisibile, un oggetto, non esiste come soggettività. Per sostenere la sua autostima è disposto a tutto, soprattutto è disposto ad “eliminare l’altro”: sguardo assente sul mondo dell’altro e incapacità di vedere il mondo anche dal punto di vista dell’altro.

Il narcisista adulto è un bambino ferito.

La ferita narcisistica nasce da bisogni primari insoddisfatti di attenzione, comprensione, cura, guida e dall’aver ricevuto, invece, in maniera eccessiva e incongrua, critiche, rimproveri, giudizi negativi feroci, svalutazione, disprezzo, freddezza, trascuratezza.

Alcuni narcisisti durante l’infanzia sono stati “viziati”, considerati dai genitori migliori degli altri, speciali; non gli è stato insegnato a rispettare regole e limiti né a tollerare frustrazioni. Da adulti credono che tutto gli sia dovuto.

Altri genitori, invece, sono stati iperprotettivi, hanno privato il figlio della possibilità di confrontarsi sanamente coi dolori e le frustrazioni della vita, impedendogli di cimentarsi con le difficoltà per apprendere abilità di cavarsela e una sua competenza sociale. Da adulti il bambino sano diventato narcisista dipendente crede che gli altri si debbano prendere cura di lui in un modo particolare: sottraendolo dal confronto con ogni possibile errore, fallimento e responsabilità.

Altri genitori, invece, hanno amato “condizionatamente” il loro figlio, caricandolo di aspettative di perfezione e sentimenti di inadeguatezza. Il bambino ha interiorizzato il messaggio: “vado bene se e solo se… soddisfo le richieste e le aspettative di mamma e papà”, quasi sempre aspettative ideali, perfezionistiche, impossibili. Di fatto il bambino ha vissuto uno stato di deprivazione emotiva in cui non hanno trovato spazio i bisogni di accudimento, non è stato visto per quello che era, ma solo apprezzato per quello che doveva essere. Non è stato aiutato a scoprire le proprie inclinazioni, ma solo appesantito dalle proiezioni dei voleri/valori genitoriali (spesso originate da frustrazioni degli stessi genitori). Da adulto crede di sentirsi ok (amato e stimato) “se e solo se” persegue mete grandiose, aspettative ideali, missioni impossibili… ma i suoi traguardi riempiono un secchio sempre bucato. Non si fiderà di nessuno, vorrà prendersi cura di sé da solo, ma per sentirsi bene dovrà essere perfetto!!!

Il narcisista ferito divenuto adulto è sensibile ad ogni critica o errore o mancato riconoscimento o semplicemente al fatto che l’altro manifesti un punto di vista non conforme al proprio. Ma tende a nascondere la sua ferita, la sua fragilità: con atteggiamenti sprezzanti e manipolativi; alla ricerca di approvazione per mete grandiose ostenta grandiosità e onnipotenza come difesa dal senso di vulnerabilità (forma “manifesta”) o nasconde la propria vulnerabilità attraverso l’evitamento dei contatti interpersonali (forma “coperta”). Di fatto entrambi le forme di narcisismo evitano il contatto autentico e intimo con sé e con l’altro.

1 commento su “Ritratto del narcisista”

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