L’Orfano

Prima o poi nella vita incontriamo crisi e momenti difficili, frustrazione e delusione, imperfezione, impotenza e limite. Veniamo licenziati in modo brusco e assolutamente inaspettato o quotidianamente vessati sul lavoro, un parente ci dà una fregatura, lo sguardo del partner si indirizza altrove, non è più quello di prima, veniamo a sapere che un amico ha sparlato di noi in modo completamente gratuito e molto offensivo. Gli uomini sono delusi dalle donne e le donne dagli uomini. Proviamo le emozioni più disparate: tristezza e rabbia, senso di colpa e vergogna, dolore e desiderio di vendetta. Siamo preoccupati e smarriti. Ci sentiamo vittime di torti subiti ingiustamente.

La precedente situazione di vita sicura e confortevole è perduta. La fiducia in noi stessi e nel mondo vacilla, le certezze sembrano sgretolarsi. Le persone o le situazioni in cui abbiamo riposto la nostra fiducia, a cui abbiamo affidato la nostra vita, ci tradiscono. Scopriamo che i nostri genitori (tutte le forme di autorità e guida che finora ci hanno formato e accompagnato nel mondo) non sono perfetti né onnipotenti. E ci sentiamo abbandonati a noi stessi, in balia di un mare senza confini e senza più certezze. Veniamo così gettati nel nulla, “costretti” ad abbandonare le nostre antiche illusioni di un mondo perfetto o perlomeno benevolo.

Ci hanno insegnato che il mondo dovrebbe essere in un certo modo e ci abbiamo creduto; ad un tratto il mondo si mostra diverso, ci delude, ci inganna. Ci è stato detto che si cresce solo fuori dalla zona di comfort. E ora sembra arrivato il momento di confrontarsi con l’ignoto. In un batter d’occhio l’Innocente fiducioso, entusiasta, spontaneo incontra la paura, il tradimento, l’ostilità. L’Innocente 

Nella metafora del viaggio dell’eroe siamo nell’archetipo dell’Orfano.

L’archetipo è una dimensione interiore o potenzialità psicologica che può essere più o meno attiva nel governare il proprio comportamento. Ogni archetipo ha aspetti positivi e negativi.   https://linofusco.wordpress.com/?s=viaggio+eroe

Ciascuno di noi ha un Orfano dentro di sé. È la parte di noi che ad un tratto subisce un tradimento, perde amore, protezione e guida da parte di chi fino a quel momento ha rappresentato un riferimento autorevole e benevolo o addirittura subisce violenze fisiche e psicologiche da chi dovrebbe prendersi cura di lui. La vita è dolore!!!

Tanto più grande era la fiducia in un mondo ideale dell’Innocente, tanto peggiore sarà la caduta dell’Orfano.

Stiamo nell’Orfano ogni volta che ci sentiamo trascurati, ingannati, traditi, delusi.

Spesso l’Orfano è incapace di confrontarsi con la solitudine e il farsi carico della vita. Non riesce ad accettare questo passaggio. E fugge. Si difende. Arrivano i comportamenti sintomatici. L’Orfano può cercare rifugio in sostituti dei protettori perduti: potrebbero essere altre figure a cui affidarsi indiscriminatamente per ottenere il tanto anelato accudimento incondizionato oppure potrebbe essere una fuga nelle dipendenze che rappresentano uno stordimento che non fa sentire e pensare. Droga, alcol, gioco d’azzardo, internet, social media, sesso, shopping compulsivo, materialismo sfrenato, ecc. stordiscono rispetto ad una realtà deludente percepita come insostenibile.  In attesa della magica risoluzione esterna dei problemi. Che non arriverà mai.

Nasce il dilemma: abituarsi al vuoto o continuare a cercare un nutrimento alternativo? Continuare a cercare o accettare la realtà della perdita e della privazione? Rinunciare o continuare ad aspirare al ritorno della beatitudine originaria?

A questo punto l’Orfano può sviluppare un’amara, compiacente e cinica adesione al volere altrui come modalità manipolativa per non restare solo. È grande il rischio dell’auto-tradimento, il blocco e l’inazione oltre che l’inaridimento emotivo: l’incapacità di riconoscere, sentire, esprimere i propri sentimenti e bisogni autentici.

Se l’Orfano deluso prende il sopravvento può portare a tradire gli altri e se stessi e i propri valori: mascherato agli altri e alienato da se stesso.

Per affrontare la ferita del tradimento e dell’abbandono, ci distacchiamo da noi stessi, indossiamo maschere finte, come involucri vuoti, diventiamo come vogliono gli altri nel momento in cui non sappiamo più chi siamo. Prevalgono sentimenti di rabbia e ribellione, invidia e durezza, insensibilità ed egocentrismo; il dolore diventa il lamento manipolatore di una vittima “irrisarcibile”, che si sente in credito verso la vita e gli altri, portatrice di un bisogno incolmabile, secchio bucato che non si riempie mai.

L’Orfano non riesce ad elaborare il lutto della perdita. Il paradiso è perduto, ma l’Orfano non vuole vedere, non riesca a riconoscerlo, non riesce a venirne a patti. Non riesce ad andare avanti. Se l’Innocente è un ottimista irrealistico, l’Orfano è un pessimista rassegnato, apatico, che utilizza la delusione del mondo ingiusto come alibi per la stasi e la passività rabbiosa, risentita, colpevolizzante. Criticare continuamente l’altro, che non riesce a soddisfare i suoi bisogni, è un surrogato malato di un bisogno di potere che nasce dal vuoto di autorità creato dalla delusione e dal tradimento.

L’Orfano “evoluto”, invece, sa confrontarsi con la realtà del tradimento e della delusione, si sente abbandonato eppure sa accettare la cruda realtà senza farsi distruggere. Cerca un nuovo senso e un nuovo assetto personale e interpersonale, superando la paura di essere sopraffatto, schiacciato, sfruttato, ingannato di nuovo. Invece che restare nella posizione di vittima impotente e ferita da una realtà ingiusta e aspettare passivamente qualcuno che lo salvi, impara a chiedere aiuto, impara a cercare risorse attorno a sé.

Prima o poi l’Orfano deve rimboccarsi le maniche. Accettare la sfida, rispondere alla chiamata. Prendere in mano la sua vita; con responsabilità farsi carico della propria sofferenza esistenziale e dell’angoscia quotidiana alla ricerca di un vero sé. Accettare per lasciare andare il dolore e la delusione, senza indugiare nel risentimento sterile. Sviluppando autonomia di pensiero e d’azione e, al contempo, anche la capacità di creare una rete di sostegno e cooperazione tra Orfani di una stessa realtà deludente. Rinunciare al bisogno di dipendenza e amore incondizionato per accettare l’imperfezione del mondo.

Il gruppo, il rapporto con gli altri e l’interdipendenza diventano nuovi riferimenti identitari e modelli di vita. Impara ad accettare il proprio bisogno di aiuto ed impara a chiedere invece che aspettarsi che tutto arrivi facile, senza sforzo. Sostituisce la dipendenza passiva dalle autorità con una più consapevole e responsabile interdipendenza con gli altri.

Un esempio tipico e in qualche modo inevitabile di Orfano è l’adolescente. L’Orfano rappresenta bene la dinamica adolescenziale ambivalente: le risposte degli adulti non sono più sufficienti o gradite, ma ancora non si hanno proprie risposte adeguate. Tra bisogno di autonomia e anche di dipendenza. Stammi lontano e stammi vicino. Ho bisogno di sicurezza mentre mi incammino alla ricerca della mia strada. L’Orfano ha bisogno di nuove norme e nuove forme, nuovi modelli di riferimento e nuovi principi regolatori.

L’Orfano evoluto riconosce le ferite come normative, esistenziali, intrinseche al vivere. E la ferita del tradimento come spunto per il viaggio alla ricerca di una nuova forma di beatitudine, che integra la delusione e la supera.

Come ogni adulto responsabile deve contare su di sé e può anche chiedere aiuto agli altri. Se il mondo lo delude e lo abbandona, deve farsi carico di se stesso, di chi è e vuole essere. Nuovo genitore di se stesso. La vita è meravigliosa, anche se non perfetta!!!

Quanto conosci il tuo Orfano interiore? Quanto ti ritrovi a lamentarti invece che chiedere? Come puoi trasformare il tuo lamento impotente nell’espressione della tua rabbia e del tuo dolore? Come puoi trasformare la tua critica colpevolizzante in una richiesta specifica di ciò di cui hai bisogno?

Come puoi agire per realizzare ciò che vuoi? Come puoi accettare future possibili altre delusioni senza per questo arenarti in una passività assolutamente sterile?

 

5 pensieri riguardo “L’Orfano”

    1. All’inizio hai detto tutte cose giuste,la descrizione di certe mancanze e’ adeguata alla realta’.Ma e’ la ‘pars construens’ che secondo me non e’ realistica.Certe cose,come le ‘vitamine’ affettive,se non te le danno quando ne hai bisogno,la vita non te le dara’ mai piu’,hai voglia a chiedere aiuto…stai tranquillo che se uno ha bisogno d’amore l’aiuto lo cerca,la natura glielo comanda,e lo grida a tutti i venti.Ognuno da’ quello che ha ricevuto,se uno ha ricevuto amore,dara’ amore,se uno e’ stato trascurato,ha subito violenze,fisiche o psicologiche,umiliazioni,rabbia,disprezzo…come dire…gli elementi,il materiale,i mezzi,sono quelli che sono.C’e’ chi e’ abbandonato come un’angelo caduto all’ inferno,e continua a gridare nel deserto….

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      1. Certamente Pablo, le esperienze successive possono essere correttive riparative, leniscono dolori e ferite… Ma non come fosse la stessa cosa delle origini… Infatti un lavoro importante è anche l’accettazione dell’imperfezione della vita e nonostante ciò riuscire ad impegnarsi per creare una vita di valore e qualità. Grazie del tuo contributo

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