Dio li fa e poi li accoppia

Ogni volta che lavoro con le coppie o anche quando il singolo mi porta i suoi problemi di coppia quello che emerge è sempre la stessa realtà: la coppia è l’incontro tra due adulti e due bambini feriti. Nella comunicazione di coppia è fondamentale essere consapevoli della presenza di questi due bambini feriti. Che significa?

La coppia condivide la passione, l’eros, il sesso, il desiderio, il gioco seduttivo. Questa è la parte sana di due bambini che giocano e si divertono. Almeno fino a quando il gioco dura. Il gioco è bello quando dura poco? Direi di no: la capacità di giocare nella coppia è sinonimo della capacità di amare, di incontrarsi, di donarsi reciprocamente l’un l’altro.

La coppia condivide anche un progetto. Parlo di coppie sufficientemente stabili che hanno deciso di costruire una relazione fondata su un’idea a lungo termine. Sposati, conviventi o meno, gli individui si incontrano su un terreno di interessi e idee comuni o condivise, che scelgono e dichiarano, almeno in partenza, di portare avanti per tutta la vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia… In genere, una di queste idee sono i figli, ma non solo e non necessariamente. E comunque oggi, all’atto pratico, non è molto chiaro se questa idea di coppia sia la norma o l’eccezione.

La coppia condivide, inoltre, l’intimità. Quella della comunicazione profonda, dell’apertura autentica dei sentimenti, del mettersi a nudo con le proprie fragilità mentre si accoglie la vulnerabilità dell’altro. Il livello di intimità è probabilmente il termometro più importante della qualità di vita della coppia. Non sempre le coppie raggiungono un livello profondo di intimità. Spesso prevale la paura del rifiuto, dell’abbandono.

Qui entrano in gioco i due bambini feriti, ciascuno all’interno dei singoli adulti. In maniera più o meno intensa e massiccia e comunque sempre presente, ciascun individuo porta nella relazione i propri dolori irrisolti dell’infanzia, anche questi più o meno grandi e più o meno leniti. L’incastro è quasi sempre “patologicamente” perfetto.

All’inizio ci si sceglie sulla base di caratteristiche “adulte”: la bellezza e la simpatia, l’intelligenza e la sensibilità, la passione erotica e la sintonia. Le scelte di coppia basate sui soldi non le consideriamo in quest’occasione…

Gradualmente nell’approfondirsi del rapporto intimo sempre più emerge come l’accoppiamento sia avvenuto sulla base della “ferita”. Entrambi, ad un livello inconsapevole, hanno trovato nell’altro l’illusione della cura della propria ferita o anche l’illusione della compensazione di vuoti che si portano dentro, più o meno dolorosamente. E la ferita è normativa. Anche chi è cresciuto in un ambiente sufficientemente sano e amorevole ha incontrato frustrazione e delusione che hanno creato una ferita.

I conflitti più “sentiti” nella coppia sono dovuti sostanzialmente allo scontro inconsapevole tra i due bambini che cercano nell’altro la soluzione al proprio dolore. Ed evidentemente vanno incontro ad una cocente delusione.

I rapporti sono conflittuali e portano all’incomprensione reciproca perché ciascuno, in modo più o meno consapevole, vuole cambiare l’altra persona, tende a giudicare, manipolare, controllare l’altro fino ad avere delle aspettative che inevitabilmente l’altro delude.

Una relazione può essere “sana”, portare alla soluzione positiva dei conflitti e creare un incontro realmente intimo se i due partner si aprono nelle rispettive vulnerabilità… cosa peraltro spesso estremamente difficile…

Esiste una coppia sana?

To be continued…

4 pensieri riguardo “Dio li fa e poi li accoppia”

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