Quasi sempre in terapia la persona arriva a lavorare sulle sue aspettative di cambiare l’altro. Molte persone arrivano a consultazione con la richiesta, più o meno diretta o consapevole, di cambiare un’altra persona, che sia il partner, molto spesso, o un genitore o un collega di lavoro. Una variante di questa aspettativa è l’idea, anche questa più o meno chiara, che suona così: “come è possibile che l’altra persona pensi quello che pensa? Come fa a comportarsi in quel modo? Ma è possibile che gli altri non capiscano?”.
La persona con questi pensieri si confronta con lo “strano” fatto che gli altri non sono come noi: non pensano come noi, non agiscono come noi, non hanno gli stessi nostri valori e non reagiscono necessariamente come noi agli stessi eventi di vita. Come fa quella persona a non arrabbiarsi nel traffico? Come fa a non scendere e litigare? Come può non aver paura degli extracomunitari? Come è possibile che non capisce che certe cose non me le può chiedere? Come fa a telefonare in casa delle persone alle 8 di sera? Come ha fatto a non sentire la sveglia? “Ma ti rendi conto…” puntini pieni di rabbia!!!
Non solo le persone non sono tutte uguali, non hanno gli stessi pensieri, valori, sentimenti e comportamenti, soprattutto nella maggior parte dei casi le persone non sono come noi le vorremmo.
Nel lavoro terapeutico, il tema delle aspettative verso l’altro è uno dei nodi più importanti: all’inizio la maggior parte delle persone ha difficoltà a capire che avere delle aspettative che l’altro cambi o capisca o modifichi il suo pensiero, il suo comportamento e certi altri aspetti che a noi non piacciono è in qualche misura un‘attesa fallimentare. Molti anche quando lo hanno compreso da un punto di vista mentale, di fatto continuano ad agirlo nelle relazioni ovvero continuano ad aspettarsi che l’altro sia diverso da quello che è. L’esito evidentemente è la frustrazione rabbiosa, la delusione, la tristezza, ecc..
“Io sono io e tu sei tu, io non sto al mondo per soddisfare le tue aspettative e tu non stai al mondo per soddisfare le mie. Se ci incontriamo può essere molto bello, altrimenti ognuno per la sua strada…” (Fritz Perls)
Quando la persona riesce finalmente ad interiorizzare questo principio esistenziale e a farne guida interiore per il proprio agire nei rapporti interpersonali allora siamo ad uno snodo importante per la terapia: smette di sprecare le sue energie mentali ed emotive nel cercare di cambiare l’altra persona.
Avere delle aspettative sull’altro è utile nella misura in cui ti permette di riappropriarti del tuo sentire e del tuo bisogno che sono contenuti nell‘ aspettativa sull‘altro; quando ti ritrovi ad avere un’aspettativa sull’altro, che l’altro cambi, che l’altro capisca, che l’altro faccia o non faccia una determinata cosa, è importante che tu chieda a te stesso: cosa provo quando l’altro si comporta in quel modo, quando fa o non fa ciò che io vorrei? Qual è il mio bisogno? Qual è il mio bisogno non soddisfatto? Come potrei esprimere tutto ciò? Ad esempio, “quando tardi di un’ora al nostro appuntamento mi sento non rispettato, arrabbiato a dispiaciuto perché ci tengo a te e perché dovevamo fare qualcosa di importante. Ho bisogno di essere rispettato e considerato da te…”
Sull’altro io non ho potere, non ho il potere di cambiarlo, ho solo il potere di parlare con lui, dire delle cose, esprimere i miei pensieri, sentimenti e bisogni, magari fargli delle richieste. Sarà comunque l’altro alla fine che deciderà se ascoltare o meno le mie parole e le mie richieste, se e come fare quello che gli chiedo…
Quello su cui ho potere è la consapevolezza ancora una volta di quello che provo, di quello che vorrei, di cosa posso fare. E questo è fondamentale. Posso prendermi la responsabilità di agire consapevolmente in base alle mie emozioni, ai miei bisogni, ai miei valori. A quel punto sarò un altro per l’altro… che non potrà decidere per me!!!
Last but not least, quando io comincio ad agire in modo diverso anche l’altro sarà “invitato” a regolarsi in modo diverso. Cambiando me stesso cambio l’altro!?!?!!!
Quando si vive in coppia queste vicende sono molto frequenti.
A fronte di varie richieste, sia fatte nel modo sbagliato che in quello giusto, se non vediamo luce, quale sarebbe il giusto comportamento da adottare?
Perché poi si usa il silenzio, e poi si arriva alle lamentele, che non sono costruttive, e portano allo scontro.
Quello che mi chiedo spesso, è come si possa dare sempre tanto per poi ritrovarsi senza niente per se stessi, e il più delle volte non ti torna mai niente indietro.
La persona accanto, come fa a non accorgersi dei bisogni dell’altro? Come si può non fare niente, e dico niente, per rendere felice il tuo compagno?
Le troppe mancanze aumentano le lamentele e possono portare alla rottura definitiva.
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Cara Valeria, semplice a dirsi un po’ più difficile a farsi. Nella pratica una risposta ai tuoi interrogativi e una strategia utile è la comunicazione efficace. https://linofusco.wordpress.com/2017/09/27/un-potente-strumento-di-consapevolezza-e-cambiamento/
Prendersi la responsabilità di trasformare la propria aspettativa nella consapevolezza del proprio bisogno e trasformare la propria critica rabbiosa, il proprio attacco all’altro che non è come dovrebbe essere, nell’espressione del proprio bisogno e nel fare delle specifiche richieste all’altro. Questo amplia la consapevolezza di sé e favorisce la consapevolezza nell’altro. Anche se a volte non basta, potrebbe non bastare. Nel senso che l’altro può accogliere, ascoltare la nostra richiesta oppure fregarsene o qualcosa del genere. La comunicazione efficace e il contatto intimo nelle relazioni a cui teniamo richiede sempre un tornare continuamente sul dire, ascoltare, esprimere, ascoltare. Tutto ciò potrebbe anche alla fin fine portare al fatto che l’altra persona non si è mossa… E allora si tratta di cambiare se stessi, di assumersi la responsabilità di cambiare il proprio comportamento e vedere l’effetto che fa… vedere come reagisce l’interlocutore e su quello eventualmente ritarare le proprie decisioni e il proprio comportamento. https://linofusco.wordpress.com/2017/08/30/il-prezzo-da-pagare/
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Tutto questo è davvero complesso, poiché sono quasi sempre le aspettative che rovinano tutto.
Ma perché è sbagliato avere delle aspettative?
Quando una coppia si sposa, come si può non avere delle aspettative, quando si è giurato davanti a Dio che entrambi ci sarebbero stati nel bene e nel male. Cavolo! Eccome se me le faccio nella testa un miliardo di aspettative! Il mio compagno mi ha giurato amore eterno, ha giurato di rendermi felice, ha giurato di prendersi cura di me e di condividere la sua vita con me!
E poi… chi lo sa cosa accade.
Allora meglio pensarci prima! Meglio riflettere, prima di affrontare un passo del genere.
L’unica cosa della quale mi sto rendendo conto è di essere stanca, di quella stanchezza che ti fa pensare di mandare tutto all’aria, di pensare un po’ più a me stessa e meno agli altri, di dire quello che non mi sta’ bene anche se devo ferire qualcuno, di non farmi più problemi e pippe mentali.
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