Benzina sul fuoco 

Stamattina un paziente ha esordito dicendo: “oggi la giornata è iniziata storta. Ho dormito male, mio figlio non voleva alzarsi per andare a scuola, ho litigato con mia moglie, ho dimenticato la borsa di lavoro a casa e ho pure trovato traffico che mi ha fatto arrivare tardi in seduta”.

Ecco!!! Un aspetto importante nel lavoro su di sé riguarda la consapevolezza della fondamentale distinzione tra dolore inevitabile e sofferenza evitabile.
Il dolore inevitabile è relativo ad un contatto con la realtà che a volte è dolorosa appunto. Una giornata storta al lavoro, una critica feroce del capo, una lite tremenda col tuo partner, tuo figlio che sta male a letto o che porta la sua tristezza per un litigio con un amichetto, una delusione da un amico, una truffa subita con perdita importante di denaro. Per non parlare dell’emergere di una malattia importante, della scomparsa di una persona cara, di separazioni che viviamo un po’ tutti nella vita (quando abbiamo terminato un ciclo scolastico, quando le vacanze sono finite dopo tre mesi al mare, quando ci lascia la persona che amiamo, ecc.). Sono situazioni che possono capitare nella realtà e che possono suscitare in noi una serie composita di emozioni: rabbia, paura, preoccupazione, tristezza, senso di colpa, solitudine, nostalgia, vergogna, angoscia, ecc. Queste emozioni rappresentano la nostra congrua reazione emozionale ad eventi difficili, frustranti o stressanti che la quotidianità o la vita ci regalano … Un dolore o un’esperienza negativa che va affrontata in modo sano e adeguato attraverso le tre domande fondamentali della consapevolezza: cosa provo (quale emozione o stato d’animo)? Cosa voglio (di cosa ho bisogno, cosa desidero)? Cosa posso e devo fare (qual è l’azione necessaria a soddisfare i miei bisogni e desideri e a lenire le mie sofferenze)?

La sofferenza evitabile invece è rappresentata dai nostri tentativi inadeguati di affrontare il dolore inevitabile. 

Questi tentativi inadeguati possono riguardare il modo di pensare agli eventi difficili con cui ci stiamo confrontando, ad esempio, pensando che sia la fine di tutto o che nessuno ci amerà più o che non troveremo un altro lavoro o che la malattia mi cambierà per sempre in peggio o che nessuno sarà più mio amico o che tutti ce l’hanno con me o che una lite è la fine del mondo… Questi sono tutti pensieri in qualche modo distorti, eccessivi, sicuramente non ci aiutano a trovare le giuste strategie per affrontare lo stress che stiamo vivendo. Un tipo molto deleterio di modalità distorta di pensiero è quando affrontiamo il dolore inevitabile rivolgendo contro noi stessi attacchi spietati (sono stato proprio uno scemo), delle critiche feroci (non sono buono a nulla), dei giudizi aggressivi (non riuscirò mai a realizzare ciò che desidero, sono proprio un cretino, un fallito puzzolente), pensando che avremmo potuto e dovuto comportarci in un altro modo e per ciò meritiamo la gogna. Insomma aggiungere benzina sul fuoco.

I tentativi inadeguati che generano sofferenza evitabile possono riguardare anche il modo di vivere, governare ed esprimere le nostre emozioni: quando viviamo certe emozioni come fossero sbagliate, quando ci vergogniamo delle nostre emozioni, quando non ci permettiamo di provare quello che proviamo, quando reprimiamo e soffochiamo il nostro sentire. Quando proviamo ansia per la nostra rabbia o rabbia per la nostra ansia. Quando proviamo paura per la nostra tristezza o vergogna per la nostra vergogna. Queste modalità di espressione delle emozioni finiscono per creare un accumulo interno di tensione emotiva che rappresenta una bomba ad orologeria pronta ad esplodere al minimo soffio di vento.

Infine, anche le nostre azioni per affrontare il dolore possono essere inadeguate: reprimere il pianto, esprimere la rabbia in modo aggressivo e violento, trattenerla per anni sotto forma di rancore e risentimento, non concedersi di avere paura e negare a se stessi questa emozione, impedirci di chiedere aiuto, conforto e rassicurazione per quello che stiamo vivendo, impedirci di sfogare nel giusto modo la tensione emotiva, con gli annessi disturbi psicosomatici. Spesso indugiamo in azioni scomposte di espressione delle emozioni che sono vere e proprie abitudini dannose fino alle dipendenze: da alcol, da sostanze, da cibo, da internet, lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo; tutte modalità attraverso le quali esprimiamo un nostro stato emotivo doloroso senza centrare effettivamente il bersaglio ovvero senza effettivamente prenderci cura dell’emozione che proviamo e del bisogno che abbiamo.

In terapia cerco di accompagnare la persona ad affrontare nel giusto modo il suo dolore inevitabile, quello legato a circostanze di vita critiche che sta vivendo e, al tempo stesso, di aiutarla a modificare i processi distorti di pensiero, emozione e azione attraverso cui amplifica la sua sofferenza.

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