Il viaggio dell’eroe

Alcune volte propongo al paziente un lavoro con la metafora del viaggio dell’eroe. In genere questo avviene quando la persona ha già fatto un lavoro importante su di sé, ha ridotto notevolmente la sofferenza legata ai sintomi, ha esplorato le fonti del suo malessere, ha messo a posto i pensieri più critici e regolato le emozioni fondamentali, in generale ha migliorato la sua qualità di vita, nelle relazioni, al lavoro, nella gestione del tempo, ecc. E pronto insomma per accedere ad un lavoro su di sé che va oltre la cura di una sofferenza, è una vera e propria ricerca spirituale.

Anche quando non propongo il viaggio dell’eroe in modo esplicito al paziente, il riferimento al viaggio eroico è sempre presente come filtro interpretativo del percorso di individuazione della persona.

Il viaggio dell’eroe è una traccia, una mappa, un percorso che prende spunto dal lavoro di Carol Pearson a sua volta ancorato al lavoro di Campbell sull’eroe nella mitologia occidentale e orientale e impostato sulla psicologia degli archetipi di Jung.

La letteratura, classica e moderna, come il cinema e ogni altra forma d’espressione artistica sono pieni di eroi in viaggio, di avventure “alla ricerca della verità”.

Il viaggio dell’eroe è il cammino di ciascuno di noi verso l’integrazione, l’individuazione e la riappropriazione di sé. Dura tutta la vita. È un ripetersi di passaggi, di crisi, di trasformazioni personali che definiscono la traiettoria unica della propria evoluzione. Verso la responsabilità consapevole del proprio destino. Oltre i condizionamenti interiorizzati e il rigido “io sono così … di carattere”. Oltre il copione da noi “scritto” precocemente e continuamente ripetuto. Verso la “creazione” della propria qualità di vita fondata su scelte consapevoli e responsabili. Lungo un itinerario soggettivo che conduce dalla dipendenza infantile, ferita e immatura, all’indipendenza adulta, consapevole e responsabile, fino all’interdipendenza della connessione profonda con il sé più intimo, con gli altri e al servizio del bene collettivo.

Il viaggio dell’eroe è una struttura metaforica che può essere descritta in diversi modi e ciascuna di queste rappresentazioni del viaggio comprende le altre: il viaggio non è un percorso lineare, si sviluppa piuttosto a spirale ritornando più volte in momenti e passaggi significativi.

Il viaggio dell’eroe attraversa 4 momenti:

  1. lotta col Drago
  2. liberazione della Principessa
  3. conquista del Tesoro
  4. edificazione del Regno.

Il viaggio dell’eroe si sviluppa in 3 fasi temporali:

  1. preparazione
  2. viaggio vero e proprio
  3. ritorno

Il viaggio dell’eroe si realizza attraverso l’equilibrio dinamico di 12 archetipi:

  1. Innocente
  2. Orfano
  3. Guerriero
  4. Angelo custode
  5. Cercatore
  6. Distruttore
  7. Amante
  8. Creatore
  9. Sovrano
  10. Mago
  11. Saggio
  12. Folle

Ogni fase prevede l’attivazione di specifici archetipi. Gli archetipi sono personaggi o figure interiori che intervengono in una o più fasi del viaggio a sostenere o anche ad ostacolare l’eroe. Sono immagini interiori ed universali che fungono da modelli guida a livello spirituale e comportamentale. Sono aspetti che mettiamo in gioco continuamente nella nostra vita, anche se in modo inconsapevole. Gli archetipi sono “energie universali”, modelli di comportamento che tracciano il copione di ciascuno di noi, mappe che orientano la nostra vita.

Ogni archetipo può essere più o meno attivo nella persona a determinare il suo vissuto e comportamento.

Sono dimensioni interiori, parti di sé, forze, energie, figure simboliche che fanno parte dei miti, come dei sogni e albergano nella personalità di ciascuno di noi, a livello di potenzialità più o meno espressa, manifesta, comunque come dimensioni interiori con cui prima o poi nella vita dobbiamo fare i conti, che dobbiamo incontrare, integrare.

L’avventura dell’eroe segue sempre una traccia: la separazione dal mondo precedente, l’iniziazione a qualche fonte di potere, il ritorno apportatore di vita (Joseph Campbell).

L’Eroe, insoddisfatto, deprivato, inaridito, è chiamato alla sfida verso il nuovo, ad andare oltre quello che è sempre stato e che ora è fonte di malessere. Sulla sua strada incontra il Drago. Il drago custodisce un Tesoro e una Fanciulla che deve essere salvata, una Principessa che deve essere liberata. Al ritorno dal viaggio l’Eroe può costruire il suo Regno.

Il Drago simboleggia il nostro lato oscuro, le nostre paure, le parti di noi non ancora integrate. Il salto nel buio. Il contatto profondo con le nostre emozioni più viscerali, i nostri bisogni più autentici, le angosce irrisolte. Rischiare di morire, per trasformarsi: dalla grande paura al grande cambiamento. Il Drago non è fuori di noi ma dentro: sono le nostre paure. Il Drago è lo specchio che ci rivela la nostra Ombra, le parti di noi che rifiutiamo, rinneghiamo, censuriamo. Il Drago, come i mostri dei bambini, esiste solo perché ne abbiamo paura. Il Drago è tutto ciò che sentiamo un problema, un disagio, una questione da risolvere: un conflitto di coppia, un problema al lavoro, una preoccupazione per la salute, scelte esistenziali che ci tengono bloccati perché continuiamo a ripeterle nonostante siamo consapevoli che ci fanno soffrire. Il Drago sono le difficoltà della vita, che sono sempre sfide e occasioni di crescita.

La liberazione della Principessa è il simbolo della conquista “interiore”, della liberazione dal vecchio, l’accesso alle parti di noi non ancora espresse, al nostro talento, alle nostre potenzialità. Il femminile dentro l’uomo, il maschile interno alla donna. Contatto e integrazione dell’altro da sé.

Il Tesoro rappresenta l’energia vitale, l’ampliamento di possibilità che si aprono dinanzi a noi quando abbiamo superato le nostre paure e ritrovato il sentiero autentico del nostro essere essenziale. La capacità di godere dei risultati raggiunti e dei conflitti interni risolti, delle parti integrate, di nuove consapevolezze e visioni di sé.

Il Regno è il nuovo assetto di vita, i nuovi presupposti su cui ora fondare le proprie azioni, le scelte nella vita quotidiana. E la condivisione profonda con gli altri, quasi una rivelazione che possa essere di nutrimento, stimolo e orientamento per l’intera collettività. E questo regno sarà in auge fino alla nuova crisi, fino al nuovo terremoto che richiamerà l’eroe ad un nuovo viaggio.

Lavorare col viaggio dell’eroe è uno dei modi più potenti per amplificare lo sviluppo personale. È una metafora molto fertile sia per affrontare i nodi più critici della sofferenza emotiva, sia come guida per la propria crescita personale, sia come riferimento per ogni strada che scegliamo di percorrere nella nostra vita: quando accettiamo una nuova sfida, quando rischiamo un nuovo progetto, quando esploriamo territori in precedenza tabù, quando rischiamo noi stessi nell’incontro con l’altro.

 

4 pensieri riguardo “Il viaggio dell’eroe”

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